di Maurizio Martucci
Abbiamo perso il conto totale, forse finora saranno poco meno (o poco più) di 200. Una valanga senza precedenti – in tema d’elettrosmog – di richieste di intervento rivolte ai giudici penali, passando attraverso la notifica nei Comandi dei Carabinieri, per salvaguardare ambiente e salute pubblica in assenza di tutela governativa. Solo in Italia saremo circa a 200, senza contare le cause civili, i tribunali amministrativi e tutte le altre pendenze in giro nel mondo. Si tratta dell’ennesimo atto simil denuncia presentato da singoli cittadini e comitati, contati persino quelli di parlamentari e consiglieri regionali. “Il presente atto ha la finalità di porre all’attenzione di questa Ecc.ma Procura della Repubblica accadimenti inerenti alla tragica situazione sociale che si è venuta a creare, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti ed in particolare “crimine contro l’umanità“. Passando attraverso l’Arma, il 18 Novembre 2020 presso 27 Procure della Repubblica è stato infatti depositato un esposto-querela contro organi apicali dello Stato, chiedendo ai magistrati di indagare sull’ipotesi di più reati in capo al Ministero dell’Ambiente, Ministero della Sanità, Assessorati Ambiente e Mobilità, Dipartimenti di Igiene e Prevenzione Sanitaria, Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente. Nella richiesta agli organi inquirenti di raccogliere eventuali elementi di prova a supporto, l’ipotesi accusatoria formulata è gravissima: reati contro l’umanità per azioni militari di controllo climatico. “Il Codice di Norimberga (1947) si applica a tutti gli esperimenti sugli esseri umani, includendo in tal modo il dispiegamento del 5G con una nuova e più potente esposizione alle radiazioni RF mai testata per la sicurezza prima della commercializzazione“.
Notificato alle Procure della Repubblica di Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Firenze, Genova, Grosseto, Lecce, Livorno, Messina, Milano, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pisa, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siena, Taranto, Torino, Venezia e Verona, in calce all’esposto c’è la firma di Giuseppe Reda, ingegnere ex ricercatore presso il Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università della Calabria, membro della commissione Rischi ed Etica-Sanitaria del Centro Internazionale di Eccellenza per la Formazione e la Ricerca (INCER Institute),
In esclusiva assoluta su OASI SANA, visionato l’atto ora anche in nostro possesso, ecco alcuni passaggi salienti dell’esposto: “la Commissione europea si è disinvoltamente dimenticata (per non dire altro) del principio di precauzione in applicazione della direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, il Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1070 della Commissione del 20 luglio 2020 consente ai gestori delle reti con tecnologia 5G l’attivazione di “punti di accesso senza fili di portata limitata” senza alcuna autorizzazione preventiva, ma solo con un obbligo di successiva comunicazione. La politica europea concernente l’applicazione della tecnologia 5G (Comunicazione della Commissione al parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale europeo e al Comitato delle Regioni, Dispiegamento del 5G sicuro – Attuazione del pacchetto di strumenti dell’UE, 29 gennaio 2020) rappresenta un chiaro esempio di aggiramento del principio di precauzione in materia ambientale. Prima si inizia ad attuare, poi si vedranno gli «effetti su ambiente e salute pubblica». (…)
“Il Codice di Norimberga, i cui principî sviluppati in dieci punti, sono considerati essenziali per la sperimentazione su soggetti umani. Il primo criterio, che è anche il più importante, stabilisce che il consenso volontario del soggetto umano è assolutamente essenziale. Ciò implica che «la persona coinvolta dovrebbe avere la capacità legale di dare il consenso, e dovrebbe quindi esercitare un libero potere di scelta, senza l’intervento di qualsiasi elemento di forzatura, frode, inganno, costrizione, esagerazione o altra ulteriore forma di obbligo o coercizione; dovrebbe avere, inoltre, sufficiente conoscenza e comprensione dell’argomento in questione tale da metterlo in condizione di prendere una decisione consapevole e saggia».
Il Governo Conte non ha minimamente pensato a introdurre quelle necessarie cautele previste dalla stessa normativa comunitaria e nazionale per dar corpo al principio di precauzione in assenza di una qualche certezza (o almeno elevata probabilità) di assenza di effetti negativi per la salute pubblica e non ha minimamente pensato all’essenziale consenso dei cittadini.” (…)
“L’appello: Tra il 2015 e il 2019, 245 scienziati scrivono vari appelli a ONU e ad UE per denunciare danni da 5G e raccomandare una moratoria finché tutti i danni non siano stati investigati e non siano stati studiati nuovi limiti di emissioni. La maggior parte sono medici, biofisici, chimici; ma ci sono anche alcuni “tecnologi”. Tali limiti devono essere basati sui possibili danni biologici, piuttosto che su valori di assorbimento. Le radiazioni 5G sono in genere considerate non nocive perché non ionizzanti. Ma il problema del 5g risiede nella frequenza ma soprattutto nella tipologia di emissione ad impulsi. In parole povere: per valutare i danni biologici non valgono parametri fisici di assorbimento, ma quelli sperimentali di danni biologici. (…)
E gli studi esistono! Nel 2016 la rivista Elsevier (che pubblica articoli peer revieved), citava un articolo a titolo “Planetary electromagnetic pollution: it is time to assess impact” che asseriva che le linee guida circa l’esposizione alle onde elettromagnetiche sono vecchie: datano dagli anni ’90.” (…)
La tecnologia 5G richiede delle antenne attive, più precisamente delle “phased antenna array”, in grado di fornire una migliore copertura, ridurre le interferenze ed incrementare la capacità di trasmissione. Un primo requisito relativo alle antenne riguarda la frequenza. Il 5G New Radio è un’infrastruttura scalabile in grado di operare nella banda di frequenze comprese tra 450 MHz e 6 GHz e nella banda di frequenze comprese tra 24.25 GHz e 52.66 GHz. Questo requisito è soddisfatto utilizzando la tecnica di trasmissione OFDM (Orthogonal Frequency Division Multiplexing), basata sull’impiego di più sottoportanti, a ciascuna delle quali è applicata una modulazione di tipo convenzionale.” (….)
Le nuove flotte di satelliti stanno contribuendo a uno sforzo globale concertato per “aggiornare” l’ambiente elettromagnetico della Terra. L’aggiornamento è comunemente indicato come 5G o rete wireless di quinta generazione. È diventato consuetudine nei circoli della tecnologia parlare dell’introduzione del 5G come implicante la creazione di un nuovo “ecosistema elettronico” globale. Si tratta di geoingegneria su una scala mai tentata prima. (…)
La Strategia 5G approvata il 2 maggio 2020, stabilisce che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America (DoD) deve sviluppare e impiegare nuovi concetti operativi che usino la ubiqua connettività offerta dal 5G per accrescere l’efficacia, la resilienza, la velocità e letalità delle nostre forze armate. Il Pentagono sta già sperimentando applicazioni militari di questa tecnologia in cinque basi delle forze aeree, navali e terrestri: Hill (Utah), Nellis (Nevada), San Diego (California), Albany (Georgia), Lewis-McChord (Washington). Altre basi si aggiungeranno: Norfolk (Virginia), Pearl Harbor-Hickam (Hawaii), San Antonio (Texas), Fort Irwin (California), Fort Hood (Texas), Camp Pendleton (California), Tinker (Oklahoma). (…)
Saranno i comuni utenti, a cui le multinazionali del 5G venderanno i loro servizi, a pagare la tecnologia che, a quanto promettono, dovrebbe cambiare la nostra vita, ma che allo stesso tempo servirà a realizzare armi di nuova generazione. La salute e la sicurezza non fanno parte del pensiero del governo, ciò verso cui ci stanno dirigendo è la creazione delle condizioni entro le quali l’intelligenza elettronica o “artificiale” sarà in grado di assumere una presenza sempre maggiore nelle nostre vite “un progetto disumanizzante e autocratico”, c’è molto altro dietro il fantomatico virus e la chiusura di ristoranti, discoteche, centri termali, piscine e palestre… Ebbene, c’è di peggio. È il virus pedagogico dell’informazione che penetra nella mente delle persone uniformandole. Alla luce di quanto esposto non vi è quindi alcun dubbio che gli accordi internazionali sono stati violati. (…)