Cura Italia, appello di Alleanza Italiana Stop 5G al Parlamento: abrogate l’art. 82 e Conte chiarisca la posizione di Colao

In piena emergenza socio-sanitaria, il Decreto Cura Italia approda a Montecitorio dove è prevista la votazione del provvedimento e degli emendamenti. Alleanza Italiana Stop 5G forte della raccolta di 55.000 firme raccolte nella petizione ‘STOP 5G, MORATORIA SUBITO IN DIFESA DELLA SALUTE PUBBLICA’ e nella rete internazionale dell’Alleanza Europea Stop 5G di altre 250.000 firme raccolte in 214 paesi nel mondo per l’Appello planetario ‘Stop 5G dalla Terra e dallo Spazio’, si appella ai parlamentari della Repubblica italiana chiedendo di votare per l’abrogazione dell’art. 82, rubricato “Misure destinate agli operatori che forniscono reti e servizi di comunicazioni elettroniche“.

Richiamati sia i principi normativi nazionali, fra cui la L. 36/01 finalizzata alla “protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”, che comunitari a partire dal principio di precauzione sancito dall’articolo 191 del Trattato sull’Unione Europea (già art. 174 del TCE) fino al divieto di qualsiasi sperimentazione sull’Uomo senza consenso nel Codice di Norimberga, infatti in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e al Ministro dell’Ambiente già i medici per l’ambiente di ISDE Italia hanno sottolineato come tra “le pieghe di questo provvedimento risulta l’art. 82 dove si autorizzano le Compagnie di telecomunicazioni allo….. ‘svolgimento di ogni utile iniziativa per potenziare le infrastrutture di comunicazioni elettroniche’. Tale autorizzazione assume il significato che si sta concedendo un potere illimitato alle multinazionali delle telecomunicazioni che non potrà che facilitare la realizzazione del programma 5G.”

Poi nel commentare le 126 ordinanze urgenti e contingibili emesse dai sindaci tra i 265 Comuni d’Italia che, a seguito della Risoluzione di Vicovaro nel consenso del 2019 dell’Alleanza Italiana Stop 5G hanno approvato atti per la moratoria, la precauzione e la difesa della salute pubblica minacciata dalle radiofrequenze onde non ionizzanti già possibili agenti cancerogeni per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, Michele Carducci Ordinario di Diritto Costituzionale Comparato presso l’Università del Salento ha quindi affermato che “si deve concludere che, in linea generale, sospendere precauzionalmente il 5G è la decisione più fedele alla Costituzione e precisamente agli artt. 1, 2, 3, 21, 32 e 33 Cost.“

Si precisa poi che tra gli emendamenti presentati e precisamente a quello dell’On. Claudio Mancini (Partito Democratico), viene espressamente chiarito come gli amministratori di condominio e i proprietari delle case saranno tenuti a dare immediato accesso alle aree pertinenti (spesso i tetti dei palazzi) per consentire l’installazione di nuove antenne, pena il ricorso alla forza pubblica (Esercito, Carabinieri, Polizia etc..). Si tratta di una grave violazione anche del diritto di proprietà tutelato dall’ art. 42 della Costituzione, volendo altrimenti imporre ai cittadini di ospitare, forzosamente e coercitivamente, sui tetti delle proprie abitazioni le pericolose antenne 5G sui cui effetti non è stato nemmeno avviato lo studio scientifico per le inesplorate bande del 5G, approvato alla Camera dei Deputati nella mozione votata l’8 Ottobre 2019.

Infatti, non c’ è dubbio che ci troviamo di fronte al rischio di una palese violazione del diritto di proprietà costituzionalmente garantito dall’ art 42 “La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Se la proprietà privata può essere limitata solo in base a disposizioni di legge allo scopo di garantirne la funzione sociale, ci chiediamo quale possa essere la funzione sociale di un’imposizione forzosa di antenne che emettono elettrosmog, ovvero possibili agenti cancerogeni.

Infine Alleanza Italiana Stop 5G chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte di chiarire la posizione del manager Vittorio Colao, nominato a capo della task force di esperti per traghettare gli italiani nella cosiddetta fase 2 dell’emergenza Covid19. Infatti il 21 Aprile 2019 sull’emittente radiofonica nazionale Radio Radio il giornalista Francesco Amodeo commentando un’intervista dell’ex amministratore delegato di Vodafone, ha riproposto un suo passaggio sull’Internet delle cose, in cui Colao avrebbe affermato che il 5G permette di fare tutto in remoto, quasi istantaneamente, si può applicare ai sistemi medici per avare in tempo reale le condizioni di una persona” (…) “si potrà iniettare o rilasciare una sostanza medica necessaria, si applicherà alla sicurezza, ci sarà un budge per il riconoscimento facciale così come chi può entrare in un luogo entra, chi non può entrare non entra”.

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