Elettrosensibili, le manovre per il riconoscimento tra Italia, Svizzera e Parlamento Europeo

di Maurizio Martucci

Arriverà il giorno in cui anche i malati invisibili dell’Era Elettromagnetica potranno godere degli stessi diritti degli altri cittadini. Assistenza sanitaria protetta, riparo dall’overdose elettromagnetica, prevenzione del danno, tutela negli ambienti di lavoro e istruzione. La battaglia per il riconoscimento dell’elettrosensibilità è dichiaratamente aperta e non è più tabù. Se ne è discusso alla Camera dei Deputati, al Senato e il tema fa breccia anche all’estero. Fino a poco tempo fa, solo parlarne avrebbe sollecitato nel più bieco negazionismo le teorie di quanti s’ostinano a negare l’evidenza di una malattia ambientale immuno-neuro-tossica altamente invalidante. Oggi, finalmente, non è più così. La serrata campagna di informazione promossa dal basso, la sempre più numerosa popolazione che ne soffre e l’evidenza scientifica disponibile in letteratura biomedica, donano ai malati speranza, aprendo canali fino a poco fa inimmaginabili. “Elettrosensibili cittadini senza diritti e con il 5G anche senza più vita”, recitava lo striscione sul palco della storica manifestazione nazionale promossa nel cuore di Roma dall’Alleanza Italiana Stop 5G.

Se l’individuazione di aree free elettrosmog per malati di elettrosensibilità (EHS) è previsto nell’iniziativa del Diritto d’iniziativa dei cittadini europei (ECI), strumento di partecipazione diretta del Trattato sull’Unione europea recepito dall’Alleanza Europea Stop 5G che a breve farà partire una maxi raccolta firme con cui i cittadini chiederanno a Bruxelles di bloccare il 5G, proprio nel Parlamento Europeo è finita l’interrogazione a risposta scritta dell’eurodeputato Piernicola Pedicini: “l’Unione europea ha chiesto l’esponente del MoVimento 5 Stelle – sta finanziando studi indipendenti per comprendere meglio l’Elettrosensibilità? Ha la Commissione attribuito al Comitato scientifico dei rischi sanitari, ambientali ed emergenti (CSRSAE) o ai consulenti scientifici il mandato a riesaminare le prove sul nesso fra campi elettromagnetici ed elettrosenbilità? La Commissione coordina gli Stati membri nella diagnosi e nel monitoraggio dei casi di EHS, al fine di applicare i diritti dei pazienti relativamente all’assistenza sanitaria transfrontaliera?

In Svizzera Claudia Crivelli Barella, Vice-Capogruppo del gruppo dei Verdi in Parlamento,  membro della Commissione tematica Sanità e Sicurezza Sociale, con una mozione firmata anche dagli ecologisti e da alcuni esponenti del Partito Socialista Svizzero, afferma che l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto alcuni anni fa “l‘esistenza del problema concernente le persone che soffrono di sintomi causati dall’intolleranza ai campi elettromagnetici, quali mal di testa, nausea, forti problemi di concentrazione, perdita di memoria, vertigini insonnia, precisando che all’incirca il 3% della popolazione ne è affetta”. La mozione chiede al Consiglio di Stato “di promuovere a livello cantonale la connessione tramite fibra ottica, anche in considerazione del sempre più richiesto e apprezzato lavoro svolto da casa (homeworking) e dalla scarsa sicurezza rispetto al possibile furto di dati legata al Wi-Fi; garantire, tramite la sensibilizzazione dei datori di lavoro, la possibilità per chi è elettrosensibile di poter disporre di uno spazio lavorativo idoneo e rispettoso della propria condizione, ad esempio un collegamento a internet tramite cavo internet e non via Wi-Fi”. All’esecutivo elvetico si chiede infine di “riconoscere lo statuto di persona ‘elettrosensibile’ attestata da un medico curante”, sia di “prevedere un’area nel Cantone, o meglio in ogni distretto, dedicata alle persone elettrosensibili priva di antenne nelle vicinanze, in modo che chi soffre di questi disturbi possa trasferirvisi”.

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Nel Parlamento italiano, alla fine dello scorso anno è stata presentata un’interrogazione parlamentare dalle deputate On. Sara Cunial, On. Veronica Giannone (Gruppo Misto), indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per tutelare i malati d’elettrosmog nel riconoscimento della disabilità: Malgrado i ripetuti solleciti, in Italia tutto tace, in un ordinario scarica barile, in cui nessuno è responsabile e tutti si girano dall’altra parta. Ad oggi, per assenza di competenze, lo stesso Osservatorio ha rimandato la questione al Ministero dell’ambiente. E così a lui ci siamo rivolte, per sapere quali iniziative il Governo intenda adottare affinché l’Osservatorio possa elaborare politiche nazionali a tutela dei disabili elettrosensibili“. In Italia, finora l’elettrosensibilità è nel registro delle malattie rare della Regione Basilicata, ma pure nella gran parte dei 600 atti amministrativi approvati dal altrettanti Sindaci e Consigli Comunali per arginare i pericoli dello tsunami 5G, spazzati via dall’incostituzionale DL Semplificazioni.

Sul fronte dell’associazionismo, infine la onlus Obiettivo Sensibile ha predisposto un protocollo sanitario per l’ospedalizzazione in sicurezza dei malati ambientali. Sottoscritto da numerosi medici e ricercatori, titolo: “Accesso alle Cure per pazienti affetti da Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici (EHS) e Sensibilità Chimica Multipla (MCS)“. L’Alleanza Italiana Stop 5G ha poi consegnato documentazione e dossier sull’EHS sia al Ministero della Salute che all’Istituto Superiore di Sanità.

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