Netflix fomenta il negazionismo sbeffeggiando gli elettrosensibili

di Maurizio Martucci

E’ in atto un vero e proprio accerchiamento mediatico sui maggiori canali televisivi. Contro chi denuncia i pericoli dell’elettrosmog nella rivendicazione delle malattie ambientali, chiedendo solo di vivere una vita normale, senza pericoli invisibili. Non è bastata la pantomima del Governo inscenata sulle Tv nazionali: nel 2019 il TAR Lazio aveva ordinato ai dicasteri di Conte una campagna d’informazione sui rischi dell’uso del telefono cellulare, trasformata d’incanto ad un inno all’intelligenza artificiale. Non è bastato nemmeno lo spot pubblicitario complottista sul 5G sfornato da Buondì Motta, controllata da Bauli, vicina a Confindustria e alla lobby del 5G. Così come vita breve ha avuto il trailer promozionale per il turismo naturale, contro contro virtuale del wireless 5G realizzato quest’anno per l’azienda di promozione per il Turismo Valsugana Lagorai – Terme – Laghi, oscurato prima ancora di essere diffuso (evidentemente troppo scomodo). E adesso tocca a Netflix, azienda di film, serie Tv e intrattenimento solo su Internet, in streaming: la nuova stagione doppiata in lingua italiana di Better Call Saul (in realtà andata in onda America nel 2017, era la terza serie) mostra infatti un Chuck McGill elettrosensibile, cioé sofferente della malattia immuno-neuro-tossica altamente invalidante dell’ipersensibilità elettromagnetica alle radiazioni wireless come ai campi magnetici anche di bassa intensità.

Nel film si vede l’attore schermato alla meno peggio dalle radiazioni di antenne telefoniche: carta argentata addosso, pareti dell’abitazione isolate. Tutto nella norma, anzi molto bene, nel senso che meglio che ne se parli e si faccia vedere al grande pubblico la sofferenza di cittadini invisibili, costretti tra l’indifferenza generale all’isolamento dalla società pur di difendersi e scappare dall’irradiazione ubiquitaria subita come una forma di tortura, Se non fosse che il fratello maggiore e di maggior successo di Saul, nella serie su Netflix viene però dipinto come un malato psicotico, cioé un vero e proprio matto, anziché un disabile ambientale.

Esattamente ciò che dichiarano l’industria e le ricerche finanziate dalle compagnie telefoniche – lo sfogo di una spettatrice delusa – grazie a questa nuova serie chiunque sentirà parlare di elettrosensibili ma, dopo averla vista, penserà a dei malati immaginari, peccato che la verità sia ben diversa. “

“A breve faremo partire un’iniziativa a livello nazionale per rivendicare i diritti alla tutela sanitaria e denunciare l’assurda condizione a cui sono costretti a sopravvivere i malati ambientali“, fa sapere l’Alleanza Italiana Stop 5G, critica contro l’ennesima messinscena. A Trento, proprio pochi gironi fa, s’è infatti registrata l’ennesima morte di un’elettrosensibile: non è più possibile andare avanti così. La misura è colma, oltre al negazionismo di Stato, ora pure beffa e gogna mediatica. Così no, davvero no: vergogna!

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