Nuoro, donna grave Elettrosensibile (MCS) si appella al Sindaco: “Fermi lo stalking condominiale con un’ordinanza, non voglio morire d’infarto!” – NOTIZIA ESCLUSIVA OASI SANA

di Maurizio Martucci

Dopo la Sicilia, la Sardegna. Passa per le isole e un disperato appello a Sindaco e istituzioni l’ennesima storia limite di una donna gravemente ammalata dagli effetti collaterali del sistema. Ancora una volta un caso estremo di Elettrosensibilità (EHS) e Sensibilità Chimica Multipla (MCS), malattie ambientali altamente invalidanti che espongono i cittadini affetti a pericolose cronicizzazioni, attesa la pericolosa avanzata del 5G, ubiquitaria e massiccia invasione di radiofrequenze con nuove milioni di mini-antenne a microonde millimetriche. “Oltre lo sviluppo di forme tumorali, ogni minuto rischio emorragia cerebrale e infarto, per la costante inalazione di sostanze tossiche e irradiazione elettromagnetica nella mia casa”.

Come già a Bagheria (in provincia di Palermo c’è stato pure un corteo Stop 5G), anche a Orune (Nuoro) finiscono sott’accusa abitazioni circostanti e vicini di casa, incuranti del problema umano e sanitario nel disinvolto uso di ausili chimici e tecnologia wireless generalmente ritenuta innocua. Presunta vittima e presunti carnefici, i ruoli appaiono chiari. “La mi precaria condizione di salute è aggravata dal comportamento di persone che giocano con sostanze chimiche ed emissioni elettromagnetiche senza nessun pudore né paura, gli è permesso dalla legge”. La denuncia della cittadina sarda va dritta al cuore del problema: né il sistema sanitario né le leggi nazionali tutelano gli ammalti cronici di patologie tutt’altro che rare, abbandonati inermi (e isolati) a disperate risoluzioni di autotutela nell’estenuante lotta per la sopravvivenza.

La donna è una casalinga 60enne, insieme al marito condivide una casa nella provincia nuorese, vallata del rio Isalle: da quattro anni soffre di gravi sintomi riconducibili alla malattia immuno-neuro-tossica dell’Era Elettromagnetica, diagnosi dei medici (specializzati) Magazzini e de Padova. “Ridotta capacità di metabolizzazione delle sostanze xenobiotiche – afferma lei, relazioni mediche alla manoa causa di una carenza genetica o della rottura dei meccanismi enzimatici di metabolizzazione a seguito di esposizioni tossiche”. La conoscono nella locale stazione dei Carabinieri, dove invano sostiene d’essersi recata in cerca d’aiuto. Afferma d’essersi rivolta pure alla Procura della Repubblica di Nuoro. E’ un’abitudinaria del pronto soccorso, c’è finita in ambulanza pure in condizioni gravi ma, più di farmaci di sintesi che l’hanno aggravata e una depistante visita psichiatrica, nel nosocomio altro non sarebbero riusciti a fare. Abbandonata la casa incriminata, per due anni è stata meglio, s’è ripresa, la rilevazione del nesso causale: l’ambiente inquinato le fa male, non il contrario. Adesso però c’è dovuta ritornare e viverci dentro significa reimmergersi nell’incubo quotidiano: puntuale sono ripresi i disturbi, avvertiti come una tortura.

La donna è stanca di subire un atteggiamento che non fatica a definire persino persecutorio. Ha scritto un’accorata lettera ai ministri di Salute, Ambiente e Interno, pure all’ARPA Sardegna: “E’ uno stalking condominiale, giorno e notte sono esposta a 4-5 sostanze diverse, volatili o molto volatili, che provocano diversi sintomi, anche molto irritanti. Dolori toracici, irritazione e sanguinamento della mucosa del naso, irritazione cutanea, perdita di memoria, confusione, acufene, emicrania, insonnia completa o sonnolenza, anestesia, bruciore di stomaco, dolori addominali costanti con diarrea, vomito in relazione alle sostanze che penetrano in casa”.

            L’ultima carta se la sta giocando col Sindaco di Orune, gli ha chiesto un’ordinanza urgente in veste di massima autorità sanitaria sul territorio come fiduciario di Governo: il primo cittadino è Pietro Deiana (licenza media, ha corso per una lista civica, era l’unica in campo), ai tempi dell’ultima campagna elettorale la donna afferma di aver ricevuto rassicurazioni, sfumate però all’indomani della somma investitura municipale: “Il Sindaco – dichiara l’elettrosensibile – mi ha offerto aiuto per la risoluzione del problema, ma successivamente ha affermato di non percepire alcun odore di sostanze chimiche, anche se io gli ho spiegato che le sostanze nocive non hanno odore, ma provocano solo gravi effetti sulla salute”.

La chiosa è una magra constatazione, all’italiana: “Fino quando non ci scappa il morto, non si muove nessuno. Così funzionano le leggi in Italia. Ipocrisia è quella parola che mi viene in mente”. Al Senato, proponente il Sen. Giuseppe Pisani (M5S), in Commissione Igiene e Sanità dovrebbe finire un disegno di legge per il riconoscimento della Sensibilità Chimica Multipla, mentre alla Camera, primo firmatario On. Galeazzo Bignami (FI), un’interrogazione sulle misure urgenti pensate per prevenire i rischi per la popolazione elettrosensibile prossimamente esposta alle inesplorate irradiazioni del 5G (“noi non siamo cavie”, è stato letto in aula a Montecitorio), attende ancora una risposta dal Governo. L’On. Bignami ha però aderito al 1° meeting nazionale STOP 5G in programma Sabato 2 Marzo 2019 a Vicovaro (Roma): prevista una nutrita rappresentanza di cittadini malati di EHS e MCS.  

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