
di Maurizio Martucci
Allucinante, problemi al cuore per il Wi-Fi a scuola. “Ho iniziato ad accorgermi dei pericoli del wireless quando ho iniziato a seguire le lezioni di francese in biblioteca. Sul soffitto ci sono 7 router wireless.” E’ solo l’inizio della testimonianza shock resa da un bambino di soli 10 anni, chiamato in audizione nel Parlamento dello Stato della California per raccontare a Governo locale e politica federale cosa significa vivere da elettrosensibile in età pediatrica, costretto a subire l’irradiazione pubblica delle radiofrequenze persino nella propria scuola, tra i banchi dell’aula, un luogo in cui i minori dovrebbero sentirsi al sicuro, protetti dalle autorità e dalla coscienza degli adulti. Il bambino ha invece raccontato il suo calvario, una sua storia limite emersa a margine della discussione parlamentare sulla legittimità di giurisdizione americana per il posizionamento di antenne di telefonia mobile e router wireless anche nei pressi di luoghi sensibili come scuole e ospedali.
La polemica non è affatto nuova, anche in Italia ci si batte per risparmiare dall’irradiazione almeno queste ultime sacche di zone bianche, che ormai sono sempre di meno e rare. Nonostante, insieme alla tecnoribellione di genitori consapevoli, sia medici pediatri che giudici sostengano i pericoli dell’irraggiamento forsennato sui nativi digitali. Ma le istituzioni scolastiche non ci sentono: reintrodotto l’uso di Smartphone e cellulari tra i banchi, c’è pure chi vorrebbe sostituire i libri di testo coi tablet e corpo insegnante con l’Intelligenza Artificiale di robot.
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Ma in California la proposta di riforma sostiene: “La legge federale esistente vieta a uno statuto, una regolamentazione o un obbligo giuridico statale o locale di vietare un servizio di telecomunicazione interstatale o intrastatale, ma riconosce la capacità di uno Stato di imporre, su una base neutrale competitiva, requisiti necessario per preservare e far progredire il servizio universale, proteggere la sicurezza pubblica e il benessere, garantire la qualità continua dei servizi di telecomunicazione e salvaguardare i diritti dei consumatori.”

E’ esattamente questo il punto per cui l’Alleanza Europea Stop 5G ha proclamato per il 1° Settembre 2019 la terza tappa dello STOP 5G DISCONNESSI DAY. GIORNATA EUROPEA DI SCIOPERO DIGITALE: se il servizio di connessione universale viene tradotto unicamente nell’irradiazione ubiquitaria di radiofrequenze pericolose per umanità ed ecosistema, smantellando cabine telefoniche, sopprimendo numeri fissi, cioè optando per pericolose tecnologie senza fili piuttosto che comunicazioni sicure via cavo o filo, allora è meglio restare disconnessi, rivendicando il sacrosanto principio di precauzione nell’applicazione incondizionata dell’art. 32 della Costituzione italiana. Il diritto alla tutela della salute viene prima di qualsiasi diritto, anche quella di comunicazione universale.
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