La scienziata Belpoggi: “mantenere i limiti a 6 V/m”. Ma Colao vuole il 5G a 61 V/m

Lettera aperta di Fiorella Belpoggi a scienziati e attivisti Stop 5G

Da tempo penso che la collaborazione più efficace e urgente fra noi sia quella di concentrare le energie di scienziati e cittadini sul mantenimento del limite di attenzione in Italia di 6 V/m e di riportarlo alla misurazione sui 6 minuti come era stato stabilito nel 2001 dalla legge originale. E così dovrebbe essere ovunque in Europa. Tutto il resto, finchè non ci sarà una posizione precisa della IARC sulla classificazione come “probabile cancerogeno” non ci permetterà di progredire, perché le compagnie si appellano alla legge internazionale, ICNIRP e le sue linee guida, e noi non ne possiamo uscire vincitori. Possiamo invece vincere sul piano del principio di precauzione e quindi sulle disposizioni della legge italiana, che ha stabilito i limiti proprio su questo principio, individuando un livello di esposizione piuttosto sicuro. Infatti, anche nel nostro studio, a 5V/m non abbiamo trovato effetti avversi rilevanti rispetto al gruppo di controllo e questo è in realtà la vera scoperta importante: noi abbiamo trovato un pericolo di cancro delle cellule nervose centrali e periferiche, così come il NTP/US e alcuni studi epidemiologici, ma di bassa entità seppure statisticamente significativo, a 50 V/m.

E questo indica che le RFR possono costituire un pericolo per la salute pubblica perché le persone esposte sono 6-7 miliardi. Ma nel contempo abbiamo anche evidenziato che a 5 V/m non ci sono stati effetti. Siccome il peso maggiore nell’indurre effetti è quello dell’intensità di campo e non delle frequenze, siccome fra 700 MHz e 3600 MHz 2 delle frequenze usate per il 5G), trattandosi dello stesso gruppo di frequenze , possiamo aspettarci gli stessi effetti che sono stati riscontrati per il 2-3G (gli americani hanno studiato 900 MHz e noi 1800 MHz) 6V/m sono il livello di attenzione per tutte queste frequenze. Diversa è invece la situazione per le frequenze 27GHz e oltre (onde millimetriche). In questo caso non ne sappiamo abbastanza né per affermare che siano cancerogene né per escluderlo. Quindi, prima di diffonderle, vanno studiate.

In conclusione, mantenere i 6 V/m ci offre garanzie di sicurezza da 700MHz fino a 3600MHz, e questo è il fulcro su cui noi scienziati indipendenti e voi attivisti a mio parere devono agire. Intanto, va promossa una ricerca che prima della diffusione delle onde millimetriche ci offra risultati indipendenti su cui basare le decisioni delle istituzioni. Ma attenzione, naturalmente quando parlo di garanzie di sicurezza io mi riferisco al cancro perché il nostro studio a questo era orientato. E’ vero, ci sono altri disturbi importanti anche sotto i 6 V/m e azioni di prevenzione devono essere messi in atto, prima di tutto sugli apparecchi telefonici. Immagino ampie zone WiFi free, scuole e uffici pubblici cablati e via di seguito. Ma su tutto questo ci impegneremo con i policy makers, ora l’importante è che non si alzino i limiti.

Per quanto riguarda le numerose richieste di assistenza scientifica che ricevo quotidianamente, preciso quanto segue: sicuramente saprete che il dipartimento STOA del Parlamento europeo mi ha incaricata di preparare una review sistematica sul 5G, che io ho chiesto di allargare a tutte le radiofrequenze, per informare i MEP sui dati disponibili che riguardano la salute dell’uomo. Il dottor Arno Thielens dell’Università di Gent produrrà un documento metodologicamente simile per gli effetti sull’ambiente. Questo incarico mi preclude la possibilità di intervenire come esperto di parte perché potrei essere accusata di pregiudizio, e per la mia indipendenza pregiudizi non ne ho.

Per quanto riguarda le critiche al nostro studio, come ho già detto più volte in altre occasioni, non mi prendo neppure il tempo di pensarci, e neppure quello di rispondere. I dati sono dati, i numeri sono numeri, e il nostro laboratorio è aperto ad avere visite di altri ricercatori per verificare l’adeguatezza dello studio e delle diagnosi. Altro da dire a questo proposito non ho.

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