Provincia di Trento, l’assessore enologo: “5G senza effetti negativi per la popolazione, che siano le aziende ad informare i cittadini del corretto funzionamento” – NOTIZIA ESCLUSIVA OASI SANA

di Maurizio Martucci

Se non fosse che il 5G interessa la salute pubblica, verrebbe da sghignazzare. Sopra e sotto i baffi. E da ridere pure a crepapelle. Se non altro perché in mezzo ad una marea di interrogativi, apprensioni, dubbi, allarmi e appelli sollevati dalla comunità medico-scientifico internazionale per le possibili ripercussioni socio-sanitarie delle inesplorate radiofrequenze del wireless di quinta generazione, dalla Provincia Autonoma di Trento arriva la riposta ufficiale che il mondo intero stava aspettando. E messa nero su bianco, ce la fornisce nientemeno che il Vicepresidente nonché assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione della provincia trentina Mario Tonina, diploma di perito agrario con specializzazione in enologia (cioè specializzato nella produzione di vino), già presidente del consiglio d’amministrazione del Consorzio elettrico industriale di Stenico. Sbarrate bene gli occhi. Leggete con attenzione: “La tecnologia 5G verrà sperimentata su frequenze già in uso (….) per tali frequenze esistono sufficienti evidenze che documentano l’assenza di effetti negativi mantenendo i limiti imposti dalla normativa. (….) Il Dipartimento Salute e politiche sociali in relazione degli studi finora realizzati e alle evidenze scientifiche, non ravvisa elementi di criticità per l’introduzione della nuova tecnologia 5G”. E per chiudere, dulcis in fundo la ciliegina sulla torta, il non plus ultra: “Il Dipartimento Salute e politiche sociali ritiene importante svolgere delle attività di informazione e dibattito con la popolazione sulle modalità di funzionamento della tecnologia 5G avvalendosi anche dei gestori coinvolti”. Straordinario. Magnifico!

E’ parte della risposta scritta (protocollata il 2 Maggio 2019, solo ora ne siamo venuti in possesso) che il Vicepresidente della Provincia di Trento Mario Tonina ha fornito alla consigliera provinciale di Futura 2018 Lucia Coppola che, preoccupata per la sperimentazione del 5G progettata in alcuni piccoli comuni trentini, l’11 Marzo 2019 aveva interrogato la Giunta di Piazza Dante per chiedere lumi su una manovra tecnologica alquanto ambigua. Rimandando Tonina a migliaia di studi in pee review che attestano effetti non termici (se non dannosi) delle radiofrequenze-onde non ionizzanti, nonché agli aggiornamenti della letteratura biomedica e al lavoro indipendente dell’Istituto Ramazzini, Centro per la Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni (ma chissà poi perché una scienziata della caratura di Fiorella Belpoggi s’è persino resa disponibile a studiare gli effetti inesplorati del 5G se a Trento l’assessore provinciale ne è certo della non nocività!), resta semplicemente da aggiungere che a questo punto si rivelano degli inutili perdi tempo pure tutti quegli scienziati dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Organizzazione Mondale della Sanità)  che entro il 2022 attraverso le “Raccomandazioni del gruppo consultivo sulle priorità per la Monografia IARC” per il periodo 2020-2024 rivaluteranno la classificazione della cancerogenesi dell’elettrosmog in Classe 2A (probabili cancerogeni) se non addirittura in Classe 1 (cancerogeni certi). Così come inutili perdi soldi pubblici (e perdi tempo) sono pure gli specialisti nel pool di esperti individuato dall’Alleanza Contro il Cancro (fondata dal Ministero della Salute, ne fa parte pure l’Istituto Superiore di Sanità) che sta studiando le cause di un tumore maligno al cervello (glioblastoma) puntando sull’invisibile inquinamento dei cellulari. Così come sono degli incompetenti quelli del Comitato Scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (SCHEER) della Comunità Europea edella Direzione generale per le politiche europee del Dipartimento tematico per le politiche economiche, scientifiche e di qualità della vita, incaricato dalla Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo di analizzare lo sviluppo del 5G, visto che entrambi non più tardi di pochi mesi fa si sono permessi di sollevare seri interrogativi sui pericoli per ecosistema e umanità derivabili dall’Internet delle cose.

Se un ciarlatano a questo punto pare pure Martin Pall, professore emerito di biochimica e scienze mediche di base della Washington State University (è tra più esperti al mondo in materia di interazione tra campi elettromagnetici e salute, commentando le ‘Linee Guida’ dell’ICNIRP ha denunciato il pericolo per la salute umana derivabile dalle radiofrequenze e dal 5G puntando su storture, falle metodologiche e grossolani limiti di contenuto), inadeguati anzi incompetenti paiono pure i giudici amministrativi del TAR Lazio, e pure tutti quei giudici civili delle procure di Brescia, Ivrea, Firenze, Verona, Monza e Roma (Suprema Corte di Cassazione) che oltre ad aver riconosciuto il nesso elettrosmog=cancro, in alcuni casi hanno persino dichiarato inattendibili gli studi negazionisti in odore di conflitti di interessi con l’industria, proprio perché in difetto di imparzialità. Guarda caso, più o mano la vecchia e antica solfa che ora, rivisitata in salsa trentina, Mario Tonina diploma di perito agrario con specializzazione in enologia vorrebbe aggiornare per informare la popolazione della corretta funzionalità del 5G (ed evidentemente anche della sua non manifesta nocività, per altro smentita pure da una recente sentenza di tribunale inglese) considerata la volontà di volersi servire niente di meno che del valido supporto di specialisti prestati dalle compagnie telefoniche.

Ma per favore, che ritorni ad una buona bevuta di vino! E permetta pure alla Provincia Autonoma di Trento (così come altre 50 istituzioni italiane a vario livello che si stanno interrogando sui rischi) di potersi liberamente confrontare sui pericoli di uno tsunami elettromagnetico che non ha precedenti nella storia dell’umanità. E’ meglio per tutti…. Prosit!

RIPRODUZIONE CONSENTITA, CITANDO AUTORE E FONTE  

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