Stop 5G, riscritta la storia: l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro aggiorna la cancerogenesi dell’elettrosmog! Fermare subito il 5G è un dovere (e un diritto) – NOTIZIA ESCLUSIVA OASI SANA

di Maurizio Martucci

Una notizia che farà subito il giro del mondo: da Lione (Francia) l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha ufficializzato la rivalutazione della classificazione delle radiofrequenze nella lista degli agenti cancerogeni per l’umanità. Attesa da anni dopo le polemiche scoppiate nel 2011 sui conflitti d’interessi emersi all’indomani della pubblicazione del discusso Studio Interphone (additati di lesa imparzialità, alcuni ricercatori e scienziati risultarono vicini alle aziende telefoniche), la sezione oncologica del The Lancet riporta che il massimo organismo mondiale di ricerca sul cancro (riferimento per l’Organizzazione Mondiale della Sanità) darà la priorità e precedenza all’aggiornamento sugli effetti biologici dell’elettrosmog. L’esito finale della riclassificazione arriverà entro i prossimi 5 anni.

The Lancet, rivista scientifica inglese di ambito medico considerata tra le prime cinque al mondo, riporta infatti come nelle “Raccomandazioni del gruppo consultivo sulle priorità per la Monografia IARC” per il periodo 2020-2024, tra gli agenti con precedenza di valutazione per una rivalutazione della classificazione sulla cancerogenesi ci sono le ‘radiazioni non ionizzanti-radiofrequenze’, cioè l’elettrosmog attualmente inserito in Classe 2B (possibili agenti cancerogeni) che, sulla scorta dei più aggiornati studi nelle evidenze emerse dai test condotti dall’americano National Toxicology Program e dal nostro Istituto Ramazzini (nella ricerca condotta dalla scienziata Fiorella Belpoggi), finirebbero in Classe 2A  (probabili agenti cancerogeni) se non addirittura in Classe 1 (cancerogeni certi), mettendo definitivamente una pietra tombale sulla controversa pericolosità delle radiofrequenze, effetti non termici negati persino nelle recenti audizioni parlamentari anche dall’Istituto Superiore di Sanità nonostante ampia parte della comunità medico scientifica internazionale chieda con insistenza ad Europa, America, governi, OMS e ONU di bloccare subito il temuto 5G.

La decisione della IARC è arrivata dopo la riunione tenuta nello scorso mese di Marzo, quando un gruppo consultivo di 29 scienziati di 18 paesi si è riunito per raccomandare le priorità nel programma di monografie che garantiranno le valutazioni delle monografie riflettendo lo stato attuale delle evidenze scientifiche più rilevanti sulla cancerogenicità. Come abbiamo più volte denunciato, adesso non ci sono davvero più scuse: i pericoli dell’elettrosmog sono reali, fondati e soprattutto trovano nella scienza ufficiale e nella ricerca scevra da annosi conflitti d’interessi il perno centrale su cui far girare le politiche di prevenzione del danno.

Se per istituzioni e politica diventa quindi un dovere ratificare una moratoria in attesa dell’esito della IARC e di studi preliminari sulle inesplorate radiofrequenze dell’Internet delle cose (prive di test sugli effetti per umanità ed ecosistema a medio-lungo termine), per tutti i cittadini rivendicare uno Stop al 5G si trasforma invece un sacrosanto diritto verso i pericoli di una tecnologia che potrebbe esporre tutti ad una possibilità (se non probabilità o addirittura una certezza) cancro che la IARC valuterà nell’interesse esclusivo della salute pubblica.  

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