Approvato in Senato, l’elettrosmog passa a 15 V/m (camuffati anche 30-40 V/m): dal 2024 in tutta Italia più pericolo cancro nell’aria

di Maurizio Martucci

Alla fine hanno vinto loro, le multinazionale delle telecomunicazioni. E ha perso il popolo, ha perso la scienza non conflitta da interessi firmataria di ripetuti appelli alla prudenza ma ha perso soprattutto la salute pubblica. Uscita con le ossa rotte. Non c’erano riusciti i governi Letta, Renzi, Gentiloni, Conte e Draghi. Ci provavano da oltre un decennio. Alla fine ci sono riusciti con Giorgia Meloni e la sua maggioranza di destra-centro. Voluto prepotentemente da Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, oggi la 9^ Commissione del Senato della Repubblica (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) ha approvato nella sua maggioranza (FdI, Lega, FI) l’emendamento del senatore Salvo Pogliese (Fratelli d’Italia) presentato al Decreto sulla Legge annuale mercato e concorrenza 2022: si passa dai prudenziali 6 V/m ai più pericolosi e alti 15 V/m per l’intensità di campo elettrico. Un vero e proprio salto nel buio. Si tratta di un’impennata di ben 3 volte rispetto alle soglie attuali, in vigore da 25 anni, con gli effetti di finire poi a 0,037 A/m per l’intensità di campo magnetico e 0,52 V/m2 come densità di potenza. Il tutto per favorire non tecnicamente il 5G (come vorrebbero farci credere), ma la lobby delle multinazionali straniere che lo sostengono e che gioiscono al solo pensiero di risparmiare 4 miliardi di euro: la trattativa Stato-Telco, almeno per ora, s’è conclusa a loro vantaggio. Adesso parte l’iter parlamentare, saranno mesi di lotta e passione: doppio voto in Aula tra Camera e Senato sul decreto legge, se approvato poi altri 120 giorni per audire la Conferenza Stato-Regioni (coi sindaci) e il CIPRIE (Comitato interministeriale per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico) chiamati ad esprimere un parere. Ma anche se non dovesse essere trovato un accordo tra le parti (probabile l’opposizione dei territori all’aumento dell’elettrosmog, erano oltre 600 i comuni stop5g fino al bavaglio Conte-Colao del 2020), al massimo nella prossima primavera 2024 un DPCM di Giorgia Meloni regolamenterà il nuovo limite in tutta Italia: almeno 15 V/m, valore però camuffato dalla norma del 2012 del Governo Monti sulla rilevazione nelle 24 ore. Può infatti significare legalizzare anche picchi da 30 se non 40 V/m. Un vero e proprio massacro invisibile da scontare sulla pelle dei cittadini, principalmente quelli più sensibili e vulnerabili. Nessuno si deve sentire escluso: più elettrosmog per tutti infatti vuol dire più possibili agenti cancerogeni nell’aria per tutti, dove il cancro è solo la punta dell’iceberg di una serie impressionante di effetti collaterali riscontrati dalla letteratura biomedica, nelle sentenze dei tribunali, ma soprattutto dalle persone, sempre più malate.

Salvo Pogliese (condannato per peculato), l’identikit di chi vuole aumentare l’elettrosmog in tutta Italia: è amico di Adolfo Urso, titolare della manovra

Non solo. C’è poi da sottolineare l’imbarazzante commento di giubilo del ministro Urso, il vero mandante dell’intera manovra: “Questa misura è il frutto di un confronto nel merito che abbiamo avuto con tutti gli attori interessati: ha prevalso il buon senso Confronto? Attori interessati? Buon senso? Ma quali dove e quando? Ma di cosa sta parlando Urso? Siamo al bipensiero orwelliano: questo Governo ha sconfessato il riconoscimento dell’elettrosensibilità, il grido d’allarme di cittadini che già patiscono come una tortura gli attuali limiti a 6 V/m. Gli unici interlocutori dell’esecutivo di destra sono stati i lobbisti e ASSTEL, cioé il ramo di Confindustria che rappresenta TIM (francese), Vodafone (inglese), Wind3G di Hong Kong, Iliad francese e Fastweb svizzera. Il buon senso di questa Governo è stato assecondare i poteri forti, non certo venire incontro alle preoccupazioni della gente e agli allarmi della scienza.

Arrivano così le prime reazioni, dall’opposizione chiedono il ritiro dell’emendamento: “riteniamo inaccettabile il blitz con cui la maggioranza ha dato l’ok all’emendamento Pogliese che alza le soglie dei campi elettromagnetici per lo sviluppo della rete 5G”, dopo aver votato contro, adesso dichiarano i senatori M5s, Pd e Avs membri della 9^ Commissione del Senato. “Innalzare i limiti dagli attuali 6 V/m a 15V/m – su una media calcolata su 24 ore – senza un dettagliato approfondimento è un serio pericolo per la salute dei cittadini. Tutto questo per accontentare le industrie straniere del settore telecomunicazioniDue mesi fa, un pool di scienziati aveva già elencato i potenziali rischi di un eventuale innalzamento con una nota pubblica. Inoltre tale scelta costituisce un vero e proprio boomerang per lo sviluppo digitale nazionale e l’imprenditoria italiana. Chiediamo l’immediato ritiro dell’emendamento, da riconsiderarsi solo ed esclusivamente dopo una più accurata indagine. I partiti di maggioranza evitino di calpestare il diritto alla salute degli italiani.”

Dalla base, invece, queste le dichiarazioni di Giuseppe Teodoro (Ecoland): “si passerà, dunque, dagli attuali 6 V/m a ben 15 V/m, un valore che, lo sottolineiamo, non trova alcun riscontro scientifico, ma solo ragioni di natura politica: sembra, infatti, espressione di una mediazione per acquisire il consenso di quelle parti della maggioranza di governo più restia a rivedere i tetti elettromagnetici. Stavolta, a differenza dei numerosi, precedenti tentativi andati a vuoto, la maggioranza si è presentata compatta e a nulla sono valsi gli appelli lanciati dalle comunità civiche, dalla rete di associazioni di tutela della salute e dell’ambiente, dal nutrito gruppo di scienziati indipendenti, per far recedere i parlamentari dallo scellerato obiettivo. Stigmatizzo senza appello l’operato del Governo e della sua maggioranza, che si sono inchinati alle pressioni del mondo delle Telco, senza tener conto dell’aumento abnorme dei rischi di esposizione, a cui andrà incontro la popolazione con le nuove soglie. Rischi aggravati dalle migliaia di nuove antenne che pioveranno sulla testa degli italiani con le nuove tecnologie 5G, ma anche grazie all’effetto delle modalità di misurazione dei campi elettromagnetici, basato sulla media delle 24 ore (l’Italia è l’uno Paese al mondo ad aver adottato questa tipologia di misure), che concorre ad innalzare ulteriormente il fondo elettromagnetico, producendo valori che possono andare molto al di sopra di quelli approvati.

Massimo Fioranelli (medico e ricercatore scientifico): La scienza non conta più nulla, le evidenze sostituite dalle convenienze, il principio di precauzione, di prevenzione del danno e di minimizzazione rischio un lontano ricordo, la salute dei cittadini non interessa più’ a nessuno; la sanità’ è sotto il dominio dell’economia.”

L’aumento dell’elettrosmog in tutta Italia diventa infine il tema dell’evento Fuori Onda in programma a Roma mercoledì 22 Novembre 2023 alle ore 21: nello storico Teatro Duse (zona Re di Roma), il giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci intervista dal palco due esperti, il medico Massimo Fioranelli e il tecnico Giuseppe Teodoro. Durante la serata si alterneranno le testimonianze dei malati da elettrosmog, protagonisti nella voce narrante dell’attore Sandro Torella.

Posti limitati. Per info e prenotazioni 346.6717006 (SMS e Whats’App)

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