Elettrosensibilità, il Ministero della Salute nega riconoscimento e assistenza ai malati. “Ricorso al TAR, impugneremo l’anacronistica e bugiarda decisione” – NOTIZIA ESCLUSIVA

Malattie ambientali, piove sul bagnato. La notizia è di oggi. Il Ministero della Salute ha comunicato ai legali dell’Alleanza Italiana Stop5G che la Commissione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) non ha accolto la proposta di aggiornamento per il riconoscimento nazionale dell’Elettro-iper-sensibilità (EHS), la sindrome altamente invalidante correlata al wireless per cui il movimento per la precauzione e la prevenzione del danno si batte da anni, rivendicando diritti sanitari. “I dati ad oggi disponibili non consentono di stabilire in maniera univoca un nesso causale tra l’esposizione ai campi elettromagnetici e la condizione in questione. Le evidenze scientifiche a tutt’oggi disponibili sono ancora limitate” – si legge nella nota firmata da Stefano Lorusso, direttore generale della Direzione generale della programmazione sanitaria – “anche l’OMS non ha riconosciuto tale condizione come malattia univoca all’interno del sistema di classificazione internazionale delle malattie (ICD – International Classification of Diseases). La condizione necessita di adeguata ricerca di base e clinica che consenta di definire la patologia e i relativi bisogni assistenziali.”

VIDEO – Elettrosensibilità, “per riconoscerla faremo causa allo Stato”. Malattia scomoda, ma i diritti sono inviolabili

Presentata nel 2022 l’istanza insieme ai medici di ISDE Italia, Alleanza Italiana Stop5G si dice ora pronta a valutare con gli avvocati Veronica Dini e Luca Saltalamacchia la possibilità di presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), impugnando la decisione del dicastero presieduto dal ministro Orazio Schillaci dell’esecutivo Meloni. “Una decisione capestro anacronistica e bugiarda che sa di vera e propria presa in giro, con poche righe hanno demolito anni di duro e meticoloso lavoro condotto in sinergia tra movimento, malati, avvocati e medici  – commenta laconico Maurizio Martucci, promotore del riconoscimento dell’elettrosensibilità, autore di numerose inchieste sulle malattie ambientali e portavoce nazionale dell’Alleanza Italiana Stop5G a fronte di un dettagliato dossier medico-scientifico e di numerosi dati forniti al ministero, ci viene girata una risposta lapidaria e immotivata. Avrebbero potuto chiederci chiarimenti, integrazioni o magari un colloquio coi medici, invece si sono nascosti dietro un pavido burocratichese da scarica barile, come a prendersi gioco di chi soffre, lasciato ancora senza diritti. E’ ingiusto: gli ammalati ci sono già, costretti a lasciare casa, famiglia e lavoro, a non frequentare luoghi pubblici, scuole o università, a rifugiarsi nei boschi per colpa del pervadente wireless.”

Queste invece le parole di Anna Zucchero, medico di ISDE Italia da molti anni impegnata per il riconoscimento dell’elettrosensibilità e nell’assistenza ai malati, suo il dossier medico-scientifico con ampia appendice bibliografica inoltrato al ministero: “potevano almeno girare la questione all’Istituto Superiore di Sanità o al Consiglio Superiore di Sanità. Non serve necessariamente una codifica specifica dell’ICD perché esistono già dei codici pertinenti a prescindere dal rapporto causaeffetto e per l’inserimento nei LEA non serve dimostrarlo. In ogni caso il fenomeno esiste ed è grave. È descritto in molti paesi del mondo con questa tecnologia e colpisce persone affette da malattie autoimmuni, da malattie neurologiche. Non è vero che non esiste rapporto causa-effetto che è difficile da dimostrare perché queste malattie sono neurodegenerative.

Secco anche il commento dei giuristi impegnati nella causa, gli avvocati Dini e Saltalamacchia: “dal punto di vista legale la risposta è del tutto immotivata. Il fatto che non abbiano neppure sentito il bisogno di chiedere altri pareri ad esempio all’Istituto Superiore di Sanità è indicativo della superficialità del ‘non’ procedimento“.

Schillaci-MCS, quando il Ministro della Salute studiava le malattie ambientali – ESCLUSIVA OASI SANA

E ancora: “avevamo chiesto il riconoscimento dell’esistenza di un quadro normativo che giustificasse l’esigenza di un intervento specifico di tutela dei soggetti affetti da elettrosensibilità, comprese le prestazioni sanitarie necessarie a protezione delle persone colpite che sono in crescita esponenziale in tutta Italiaprosegue e chiude Martucci – lo abbiamo fatto, consapevoli che le evidenze e la letteratura ora disponibile potesse agevolare i LEA in una decisione di buon senso. E invece, no. E ci rispondono come mai avremmo immaginato. Non è vero che le conoscenza scientifiche sull’EHS sono limitate e continuare a trincerarsi dietro le solite espressioni attendiste del tipo ‘c’è bisogno di ulteriore ricerca di base e clinica‘, vuol dire girarsi dall’altra parte, perdendo altro tempo, chiudendo la pratica prima di affrontarla nelle dovute maniere. Valuteremo la possibilità di impugnare la decisione, ricorrendo al TAR.

Proprio come documentato da un’inchiesta esclusiva di OASI SANA, lo stesso ministro Orazio Schillaci figura poi come co-autore di uno studio scientifico pubblicato col compianto Giuseppe Genovesi sulla Sensibilità Chimica Multipla, l’altra faccia dell’EHS. “Rispetto ai precedenti studi di neuroimaging sulla MCSl’affidabilità dei risultati attuali è rafforzata dal robusto campione di soggetti reclutati e dalla rigorosa diagnosi dei pazienti con MCS”, si legge nel testo co-firmato da Schillaci ai tempi della ricerca. Lo stesso che oggi, a capo del Ministero della Salute, consente che sull’EHS venga dichiarato come “le evidenze scientifiche a tutt’oggi disponibili sono ancora limitate“.

Infine, per sostenere l’azione legale, si è poi chiuso in questi giorni su Eppela il crowdfunding dal titolo Processo al 5G, tutela per i cittadini: le somme raccolte serviranno a continuare la battaglia d’interesse pubblico.

Nuove azioni legali: accesso agli atti e diffida al Ministero della Salute

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