di Maurizio Martucci
Non ne ho mai dubitato ma ormai è certo, anzi verbalizzato. Perché stavolta ce lo dice la stessa Europa che l’ha partorito (e volendo fare le pulci, non è stata nemmeno la prima volta): il gigante ha i piedi d’argilla e comincia a vacillare sotto i colpi delle sue stesse menzogne. I piani del 5G potrebbero infatti presto frenare, stravolti dagli esiti della ricerca della scienza indipendente chiamata ad una valutazione oggettiva e non conflitta da interessi sugli effetti ambientali e non termici dell’elettrosmog sugli esseri umani. “La parola chiave è l’incertezza scientifica“, senza tentennare ha detto Joachim Schüz dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Vuol dire che nulla sarà più come prima, che le certezze sbandierate a suon di spot pubblicitari sono false e che nessuno potrà più ritenere sommerso quanto invece emerso oggi nel Panel per il futuro della scienza e della tecnologia (STOA), promosso all’interno del Parlamento Europeo per snidare i pericoli socio-sanitari e ambientali dell’Internet delle cose. Perché l’incontro con scienziati, esperti ed europarlamentari ha messo a nudo la faziosa parzialità delle compagnie telefoniche e dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), colpevoli di ritenere il 5G (ma pure Wi-Fi, 2G, 3G, 4G) sicuro quando non lo è affatto, scartando ogni timore, lasciando mainstreeam e assoldati fatcchecker di dubbia paternità deontologica ad emarginare con l’etichetta del complottista-cospirazionista quanti invece osano sostenere il contrario. Ma oggi Bruxelles ci dice che non è più così. E allora tutto è ancora possibile, perché il grande business del grande reset non può minare vita e madre terra. Lo STOA ha scoperchiato il vaso di pandora eretto furbescamente dalla Commissione europea, stanziati 700 milioni di euro in infrastruttura tecnologica a fronte di zero, dico zero euro in ricerca medico-scientifica preliminare: il 5G si copre su una foglia di fico. Troppe le lacune sugli effetti delle bande inesplorate (o poco esplorate) millimetriche, evidenti invece ormai le prove del nucumento per le frequenze centimetriche più gettonate, soprattutto nella cancerogenesi e per l’azione riproduttiva (senza poi considerare molti altri effetti non certamente secondari). Come finirà questa dura battaglia per la precauzione e la prevenzione del danno, nessuno la sa. Ma una cosa è certa: la politica, sia in Italia che in Europa come nel resto mondo in cui viene adottato, è chiamata ad una seria assunzione di responsabilità, fermando al più presto possibile il 5G con una sensata moratoria. Prima che sia troppo tardi. Non ci sono più alibi. Altro che 61 V/m, Governo Draghi e Parlamento ….
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Il Parlamento europeo pensa di fermare le millimetriche: il 5G parte zoppo?
dal Blog di Joel M. Moskowitz, Ph.D. ‘Sicurezza contro le irradiazioni elettromagnetiche“
Presentazione degli studi Panel del Parlamento europeo per il futuro della scienza e della tecnologia (STOA) Il 31 maggio 2021, il Panel del Parlamento europeo per il futuro della scienza e della tecnologia (STOA) si è riunito per ascoltare la presentazione degli studi commissionati sugli effetti del 5G sulla salute e sugli impatti ambientali. “Negli ultimi decenni, nuove tecnologie di comunicazione wireless, come telefoni cellulari, reti cellulari e Wi-Fi, sono state sviluppate a una velocità senza precedenti. Si prevede che il prossimo lancio della tecnologia 5G in tutta l’Unione europea offrirà nuove opportunità a cittadini e imprese consentendo una navigazione, streaming e download più veloci in Internet, nonché garantendo una migliore connettività. Tuttavia, il 5G, insieme al 3G e al 4G, con cui opererà in parallelo per diversi anni, potrebbe anche rappresentare una minaccia per la salute umana. presentare i risultati di due studi STOA, che fanno il punto sulla nostra attuale comprensione degli impatti del 5G sulla salute e sull’ambiente.” Relatori Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini in Italia, Arno Thielens dell’Università di Gent in Belgio e Julia Köberlein e Bernhard Scholz di Kontextlab in Germania. Tra i relatori c’erano Joachim Schüz dell’Agenzia internazionale dell’OMS per la ricerca sul cancro in Francia, Kurt Straif dell’Istituto per la salute globale di Barcellona in Spagna e Martin Vácha dell’Università di Masaryk nella Repubblica ceca.

La dott.ssa Belpoggi ha tratto le seguenti conclusioni sulla base del suo studio sugli effetti sulla salute del 5G:
- Esposizione alle radiazioni a radiofrequenza (RFR) da 450 Megahertz – 6 Gigahertz:
- Probabilmente cancerogeno per l’uomo.
- Probabilmente influisce sulla fertilità maschile.
- Può influenzare la fertilità femminile.
- Può avere effetti negativi su embrioni, feti e neonati.
- Esposizione RFR da 24-100 Gigahertz:
- Non sono stati effettuati studi adeguati.
Il Dr. Belpoggi ha raccomandato le seguenti politiche:
- Produci telefoni cellulari che emettono meno RFR.
- Rivedere i limiti di esposizione alle radiofrequenze per ridurre l’esposizione dalle torri cellulari.
- Adottare misure per ridurre la RFR in postazioni fisse.
- Promuovere la ricerca multidisciplinare sugli effetti sulla salute a lungo termine del 5G e sviluppare un metodo per monitorare l’esposizione al 5G.
- Promuovere campagne di informazione sul 5G.
Il Dr. Thielens ha tratto le seguenti conclusioni sulla base del suo studio sugli impatti ambientali del 5G:
- La fauna selvatica è esposta a RFR dalle reti di telecomunicazione.
- L’esposizione alle radiofrequenze cambierà nel prossimo futuro.
- Sono necessarie ulteriori ricerche sugli effetti della radiazione da radiofrequenza sulla fauna selvatica, in particolare piante, funghi e invertebrati.
Il Dr. Thielens ha raccomandato le seguenti politiche:
- Per RFR inferiore a 6 Gigahertz, finanzia la ricerca su piante, funghi e invertebrati.
- Per RFR superiore a 6 Gigahertz, finanzia la ricerca su tutti gli organismi non umani.
- Monitorare l’esposizione alle radiazioni ambientali, in particolare vicino alle antenne delle torri cellulari.
- Adottare misure per garantire che tutti gli organismi mantengano una separazione minima dalle antenne.