“Tu ami l’India e io amo l’Italia, il cibo italiano. Pizza, pasta, vino, la vostra storia e le visite turistiche. Sono stato in Italia molte volte per lavoro e come turista”. E’ una parte conviviale dello scambio di email tra Prakash Munshi e Maurizio Martucci. Il secondo, cultore delle millenarie tradizioni yogiche, è il portavoce nazionale dell’Alleanza Italiana Stop 5G, mentre il primo, amante della cultura italiana, un attivista indiano, impegnato a Mumbai nella lotta contro i pericoli dell’elettrosmog ma soprattutto il braccio destro di una star di Bollywood, la nota attrice Juhi Chawla, anch’essa in prima linea per la precauzione (nessun cellulare per suo figlio!). “Posso pubblicare il link su Juhi Chawla e sui miei social media?“, chiedeva Munshi a Martucci in riferimento ai video delle azioni Stop 5G portate avanti in Italia e riprese come modello praticamente dagli attivisti di mezzo mondo, tanto che in India è stato replicato il logo dell’Alleanza Italiana Stop 5G. “Cerchiamo un rapporto di sostegno reciproco per avviare la protesta in India. ‘Cittadini per domani’ è un’iniziativa di Juhi Chawla Mehta“.
Prakash Munshi ha lavorato instancabilmente per conto del popolo indiano, per proteggerlo dalle radiazioni delle antenne dei cellulari. E Citizens for Tomorrow è un’iniziativa condotta con Juhi Chawla Mehta per sensibilizzare la popolazione asiatica su questo delicato problema. Juhi Chawla è stata Miss India (era il 1984, nello stesso anno partecipò a Miss Universo), ha vinto numerosi premi per il suo lavoro di ambasciatrice sociale, incluso nel 2016 il Premio Indira Gandhi Memorial for Social Awareness ricevuto proprio per le lotte contro le radiazioni dei ripetitori cellulari e dei telefoni cellulari. E ora dall’India arriva la notizia che Chawla, volto popolare nel cinema in lingua hindi, ha portato in tribunale il Governo per fermare il 5G, ritenuto “estremamente dannoso“. La prima udienza si celebrerà domani 2 Giugno 2021 presso l’Alta Corte di Delhi (ore 7:15 italiane). Consegnate ai giudici oltre 5.000 pagine con documenti, atti e accuse circostanziate su cui Governo e Telco sono chiamati a difendersi.
“Non siamo contro l’implementazione di avanzamenti tecnologici – le parole dell’attrice riprese dai giornali indiani – al contrario, ci divertiamo a utilizzare gli ultimi prodotti che il mondo della tecnologia ci offre, anche nel settore delle comunicazioni wireless. Tuttavia, mentre utilizziamo quest’ultimo tipo di dispositivo, siamo in costante dilemma, perché dopo aver fatto ricerche e studi sulle radiazioni a radiofrequenze wireless e antenne telefoniche, abbiamo ragione sufficiente per credere che le radiazioni siano estremamente dannose e lesive per la salute e la sicurezza delle persone“.

Il portavoce di Juhi Chawla ha poi aggiunto: ′Abbiamo fatto causa per cercare una soluzione da parte della Corte d’Onore per certificare a noi e, quindi, al pubblico in generale, che la tecnologia 5G è sicura per l’umanità, l’uomo, la donna, l’adulto, il bambino, il neonato, gli animali e ogni tipo di organismo vivente, dalla flora alla fauna. Vogliamo successivamente avere la sentenza e dichiarare se l’implementazione del 5G in India può o meno essere considerato sicuro, garantendo la salute e la sicurezza del presente e futuro cittadino dell’India, compresi i bambini e i neonati e le generazioni future“. Alleanza Italiana Stop 5G si dichiara apertamente solidale e vicina alla battaglia legale intrapresa dagli attivisti indiani e resa pubblica grazie al megafono di una famosa attrice come Chawla.