di Maurizio Martucci
“Non dobbiamo perdere la speranza“, le parole dell’europarlamentare francese Michele Rivasi, protagonista del recente Panel per il futuro della scienza e della tecnologia (STOA), organizzato dal Parlamento europeo sui pericoli socio-sanitari e ambientali dell’Internet delle cose in cui è risultata isolata la posizione negazionista della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), ferma ai soli effetti termici nella mancanza di danni biologici per il wireless, 5G compreso.
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“Dobbiamo mobilitarci – le parole della deputata verde Rivasi – il potere è nelle mani dei cittadini. Non dobbiamo far dipendere la popolazione da queste comunicazioni che permettono di controllare meglio le persone. Andremo fino alla Corte di Giustizia europea perché ci impongono il 5G senza rispettare la legislazione della UE.“
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Quasi 70 sindaci della Drôme e della Francia si oppongono infatti al 5G chiedendo al Governo Macron una moratoria nazionale. Tra questi i primi cittadini di grandi città come Grenoble, Marsiglia, Tours o Bordeaux, ma anche Dieulefit, Montjoux e La Roche-Saint-Secret nella Drôme, mentre sono 11 gli atti amministrativi approvati dai vari consigli locali, finalizzati tutti alla moratoria, tra questi anche nella regione Corsica e in nove municipalità di Lione. Inserita nell’Alleanza Europea Stop5G, sul modello di quella italiana capace di far approvare oltre 600 atti amministrativi per la precauzione in altrettanti Comuni schierati in difesa della salute pubblica, anche oltre le Alpi è nata l’Alleanza Francese Stop5G.

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Per Michele Rivasi “c’è una mancanza di dibattito democratico. Il 5G non è stato discusso in Parlamento, è un progetto industriale che ci porta alla sorveglianza informatica. Ciò pone un problema sociale. È sempre un consumo eccessivo. Vogliamo un dibattito democratico e vogliamo attendere le conclusioni delle agenzie per la sanità pubblica.”.
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Forse proprio per questo a Parigi il Sindaco spagnolo naturalizzato francese Ana María Hidalgo Aleu ha optato per una sorta di referendum, annunciando una “conferenza cittadina metropolitana” sul 5G. Scettiche però le storiche associazioni transalpine in lotta contro l’inquinamento elettromagnetico che, nell’operazione, vedono più un tentativo di distrazione che di vera proposta precauzionale. Diamo la possibilità agli abitanti di Parigi e dell’area metropolitana “di intervenire“, ha spiegato Paul Simondon, assistente alle finanze, bilancio e della Green Finance del sindaco socialista Anne Hidalgo. “Per la città di Parigi, la questione non è quella di essere a favore o contro il 5G, né di pronunciarsi a favore o contro una moratoria, perché non abbiamo la competenza, insiste. Parigi non è affatto un territorio resistente all’innovazione ”.