Dopo l’America, la Francia. Un’altra sentenza storica per l’autodeterminazione digitale vede soccombere un altro colosso degli Smart Meter in favore di cittadini danneggiati dalle radiofrequenze. Come pochi giorni fa ha stabilito la Corte Suprema della Pennsylvania, anche la Corte d’Appello di Bordeaux ha infatti riconosciuto il danno procurato dal wireless a 13 persone esposte alle irradiazioni provocate da LINKY, condannando l’azienda d’elettricità francese ENEDIS ad una pesante pena. L’ordinanza è stata emessa il 17 novembre 2020. Si tratta di una grande vittoria per le vittime dell’elettroipersensibilità, difese dagli avvocati Me Arnaud Durand e Me Christophe Lèguevaques, co-fondatori di MySMARTcab, una rete di assistenza legale transalpina ora in lotta per fermare il 5G. Gli avvocati hanno lavorato al caso Linky per più di tre anni, finendo in un’azione collettiva che impone ora la possibilità dell’utente/consumatore di rifiutare lo Smart Meter di LINKY, ottenendo un risarcimento per danno morale fino a 5.000 €.
Smart Meter, contatori intelligenti Wi-Fi, sentenza USA per la salute dei cittadini: “fanno ammalare”
“Qualsiasi consumatore di elettricità che rifiuta LINKY e desidera essere risarcito per il danno causato dall’insistenza di ENEDIS nell’imporre un rischio alla sua privacy e alla sua salute”, avevano detto i legali nell’appello raccolto da 13 malati di elettrosensibilità. Una vittoria anche per tutti i consumatori, perché la Giustizia riconosce anche, in questa stessa decisione, l’assenza di obbligo di installare il Linky che utilizza radiofrequenze, onde non ionizzanti. I cittadini, con questa decisione, è come se tornassero proprietari delle loro case, nella decisione di non installare contatori energetici che inquinano con l’elettrosmog. “Questa doppia vittoria rafforza le azioni collettive in atto contro il 5G chiamate anche in difesa, tra le altre, delle vittime delle onde radio”.
Con questa sentenza i giudici d’appello Bordeaux minano le certezze della natura obbligatoria dell’installazione di Smart Meter, tutt’altro che obbligatori. Notano infatti, a beneficio di tutti i consumatori, anche di coloro che non sono vittime delle onde radio e manifestano sintomi d’elettrosensibilità, che “contrariamente a quanto afferma Enedis, nessun testo legale o normativo, europeo o nazionale, impone ad Enedis, società commerciale privata concessionaria del servizio pubblico, di entrare nelle case per l’installazione dei contatori Smart Meter nelle abitazioni private”.
Tuttavia, nella fase sommaria, la Corte ritiene che i consumatori che hanno deciso anche di agire in giudizio vedono chiaramente rafforzata la loro posizione ed è allo studio un ricorso in cassazione per la dicotomia tra le violazioni riconosciute dalla Corte d’Appello e il fatto che “non trae tutte le conseguenze dalla fase sommaria per essere protetti contro Linky stesso anche quando non si è malati”.
Ecco il commento di Marie Dubois, elettrosensibile, vincitrice nella causa legale: “Questa sentenza su Linky ci dà speranza di vivere in un mondo meno inquinato dalle onde radio. Conosco troppe vittime per lasciar passare il 5G. Molte stanno lottando per sopravvivere. Quale futuro per loro con l’aggiunta del 5G? verso zone meno inquinate lasciando lavoro, famiglia e amici? Non mi risolverò e confido che la giustizia apra loro gli occhi sui rapporti scientifici che presentiamo loro”.