di Maurizio Martucci
TERZA PARTE
La solidarietà digitale lanciata da Paola Pisano Ministra dell’innovazione tecnologica e la digitalizzazione e già raccolta da 12 aziende della telecomunicazioni fa il paio con la donazione di 2.000 iPhone a passeggeri ed equipaggio della nave da crociera Diamond Princess, WiGig da 60 Ghz irradiato a bordo e colpita dal Coronavirus nelle acque del Giappone. Ma fa il paio pure con la recente affermazione transumanista della stessa ministra di Conte (“Saranno i robot a salvare l’Uomo“, aveva esternato Pisano in versione cyber-oracolo), come fa il paio pure coi robot 5G CloudMinds sperimentati da China Mobile negli ospedali di Wuhan dove sono ricoverati i positivi al Coronavirus.
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Che il nuovo terrore virale del terzo millennio sia praticamente in simbiosi col 5G lo dicono poi le fonti ufficiali, all’indomani dello scoppio della pandemia pronti a rilanciare statistiche previsionali sui cali di fatturato nel lancio del wireless di quinta generazione. Perché, in un modo o nell’altro, dove si parla di Coronavirus si parla anche di 5G e dove c’è il 5G c’è anche il Coronavirus.
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Perché c’è pure un altro aspetto che non viene sottolineato e che, in esclusiva assoluta su OASI SANA, ne diamo notizia. Se infatti la Cina è sempre più determinata ad ingaggiare un duello con USA e Occidente per detenere il comando nella gara del 5G (solo nell’ultimo anno, anzi nei mesi precedenti l’epidemia di Coronavirus sono state installate 130.000 antenne 5G antenne in tutto il paese, ben 30.000 solo a Wuhan, mentre in tutti gli Stati Uniti hanno 10.000 antenne 5G sono operative) è doveroso sottolineare (un’anomala?) coincidenza: se gli analisti di Piper Jaffray stimano in 600.000 nuove Stazioni Radio Base 5G in tutto il mondo nel 2020 (non conteggiate le mini-celle, molto probabilmente qualche milione in più) e la metà saranno in Cina, il caso (?) vuole che nelle città cinesi colpite dal Coronavirus sia in fase di sperimentazione il 5G. Di Wahun, origine ed epicentro dell’epidemia, ne abbiamo già scritto e rimandiamo i lettori alla prima parte dell’inchiesta OASI SANA. Ma ci sono anche altre città colpite, paralizzate però Smart City. Quali? Su tutte Hangzhou, Wenzhou, Ningbo, Shanghai, Guangzhou, ognuna selezionata per provare la nuova tecnologia 5G. E ora in preda all’incubo Coronavirus!
Dopo Wuhan, le seconde province più colpite dal Coronavirus sono infatti Zhejiang e Guangdong. Delle 50 città cinesi selezionate dal Governo per accedere ai servizi commerciali 5G, tra queste 10 sono nella regione del Delta del fiume Yangtze, metà delle quali provenienti dalla provincia di Zhejiang: Hangzhou, Ningbo, Wenzhou, Jiaxing e Shaoxing. A Wenzhou vivono solo 200.000 persone e stranamente ha un numero eccessivamente alto (attualmente 370) di persone colpite dal virus. Solo China Tower dichiara di aver installato 8.400 antenne 5G nello Zhejiang. Ad Hangzhou, sempre negli ultimi mesi del 2019, sono state accolte 6.154 richieste di costruzione di antenne 5G e 4.775 sono già state completate e rese operative. Hangzhou, capitale dello Zhejiang, ospita la prima libreria cinese interamente 5G, un grande centro commerciale tutto 5G e persino un bagno pubblico automatico 5G, mentre il primo minibus autonomo cinese 5G è stato messo in servizio a Wuzhen, nella provincia dello Zhejiang,
Oltre a Wuzhen, la contea di Deqing a Huzhou ha poi esplorato la tecnologia di guida autonoma 5G. La contea ha aperto una strada di prova di 949,3 chilometri per le auto a guida autonoma 5G, cioé senza conducente. Dato finale? In questo momento, dopo Wuhan, Zhejiang e le province del Guangdong hanno il maggior numero di casi di Coronavirus. Non si può ignorare il dato. E’ un fatto.
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