Torino stanzia fondi per la ricerca sul 5G: tesoretto da 77mila euro per uno studio indipendente, Alleanza Italiana Stop5G invita gli enti pubblici a contribuire – ESCLUSIVA OASI SANA

di Maurizio Martucci

Un grande risultato politico di Aldo Curatella, sotto la Mole membro di maggioranza e presidente della Commissione Smart City: Giunta e Consiglio Comunale di Torino approvano emendamento e stanziamento di 45.000 euro. Da ieri sera il Sindaco Appendino è formalmente impegnata a cofinanziare, a partire già dal 2020, enti di ricerca scientifica indipendenti, slegati da multinazionali e gestori di telefonia mobile, per studiare gli effetti sulla salute umana delle onde elettromagnetiche, già possibili cancerogeni. Nel video l’accorato intervento del Cons. Curatella.

Il Comune di Torino si allinea così alle posizioni cautelative già assunte da Sindaci, giunte e consiglieri comunali di Trento, Baceno (Verbania-Cusio-Ossola) e Ostiglia (Mantova), portando a circa 77.000 euro lo stanziamento pubblico complessivo finora approvato da quattro municipi per cofinanziare uno studio scientifico sulle inesplorate radiofrequenze del 5G. Nonostante l’inerzia del Governo e l’idea (per certi versi) sposata anche a Montecitorio con una mozione approvata lo scorso mese di Ottobre dal Parlamento (ancora inerme, anche se pare voglia “proseguire con l’approfondimento degli studi e delle ricerche sull’elettromagnetismo – con riferimento alle tecnologie di comunicazione radio e non solo 5G“, è scritto nell’atto votato nel giorno della clamorosa bocciatura della moratoria nazionale), ad inizio anno l’iniziativa di lanciare un test sul 5G fu partorita in anteprima dal laboratorio politico dell’Alleanza Italiana Stop 5G che, già nella Risoluzione di Vicovaro 2019, aveva rivolto un appello al Ministro della Salute per “promuovere uno studio preliminare nazionale sugli effetti biologici delle radiofrequenze 4G e 5G presso un ente indipendente e privo di conflitti d’interessi con l’industria, valutata la disponibilità dell’Istituto Ramazzini“.

Dopo Vicovaro, l’annuncio in Svizzera nella nascita dell‘Alleanza Europea Stop 5G della disponibilità ad eseguire il lavoro da parte della scienziata Fiorella Belpoggi (direttrice centro per la ricerca sul cancro Cesare Maltoni, Istituto Rmazzini), poi il primo stanziamento di 30.000 euro approvato nel Consiglio Comunale di Trento grazie all’azione incisiva dell’Ing. Andrea Maschio (referente regionale dell’alleanza per il Trentino Alto Adige), l’esempio seguito da un paio di piccoli centri, l’inspiegabile diniego del Comune di Milano (se ne frega della salute dei milanesi? su quali basi Cocco-Sala poggiano la loro posizione negazionista?) e infine il colpo grosso incassato ieri a Torino dall’Ing. Aldo Curarella che porta così alla complessiva cifra di circa 77.000 euro l’ammontare del piccolo tesoretto su cui puntare per vederci chiaro e smascherare il lato oscuro dell’Internet delle cose.

Sul proprio sito Web (pagina Noi per la ricerca), l’Alleanza Italian Stop 5G invita gli enti pubblici e in particolar modo i 108 Comuni d’Italia ufficialmente Stop 5G, ad aderire al cofinanziamento per la ricerca libera e indipendente, contribuendo ognuno per quota parte (basta impegnare nel bilancio municipale pochi centesimi di euro per ogni abitante!), finendo così per colmare dal basso quell’imperdonabile vuoto governativo creato ad arte dall’alto, cioé l’assenza forzata (e dolosamente voluta) di preliminari studi scientifici non conflitti da interessi con la lobby che continua a rendere 60 milioni di italiani delle vere e proprie cavie umane, in ostaggio di una tecnologia non sicura e altamente rischiosa, lanciata dal Governo Conte senza uno straccio (dico uno) di prova provata sulla sicurezza e non nocività di pericolose radiofrequenze onde non ionizzanti persino nella frequenza millimetrica, oggetto dell’aggiornamento della classificazione cancerosa da parte dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.

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