Stop 5G, Masiero (APPLE): “trucchi metodologici negli studi negazionisti. Conflitti d’interessi ostacolano Principio di Precauzione!”

di Laura Masiero (Presidente Associazione Per la  Prevenzione e Lotta all’Elettrosmog, referente regionale Veneto dell’Alleanza Italiana Stop5G)

Angelo Gino Levis punto di riferimento mio e di molti, in una revisione dei lavori sugli effetti  biologici e  sanitari  dei campi elettromagnetici/radiofrequenze ha evidenziato che su 1056 articoli pubblicati su riviste internazionali, il 44% riportano risultati negativi (nessun effetto dannoso per la salute) e per il 93% sono finanziati da Enti Privati, mentre il 56% riportano risultati positivi e per il 95% sono finanziati da Enti Pubblici. La maggiore frequenza di risultati negativi negli studi finanziati da Privati e positivi negli studi finanziati da Enti Pubblici è un dato costante, rilevato da più autori e la probabilità che questo sia dovuto al caso è praticamente nulla (test di Fisher: p<0,0001-0,0004). Nei suoi articoli Levis ha documentato come nelle ricerche epidemiologiche siano aumentati i trucchi metodologici finalizzati a nascondere i rischi per la salute, dettati dagli interessi economici delle Compagnie che le finanziano. Ed ha dimostrato come i giudizi falsamente tranquillizzanti sui possibili rischi coinvolgano almeno una cinquantina di Commissioni Scientifiche, Agenzie e Associazioni internazionali nelle quali operano più di 200 scienziati.

Il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE avrebbe dovuto risolvere ogni problema poiché stabilisce che “la mancanza di piena certezza scientifica non può costituire il pretesto per rinviare l’adozione di misure efficaci, anche non a costo zero, per la prevenzione del degrado ambientale”. Nel 2000 la Commissione Europea (CE) incalzava dicendo che il PdP va applicato in quelle specifiche circostanze in cui le prove scientifiche sono insufficienti, e, per contro, vi sono indicazioni per “temere che gli effetti potenzialmente pericolosi sull’ambiente e sulla salute umana, animale o vegetale possano essere incompatibili con l’elevato livello di protezione prescelto dalla CE”. Parole al vento! perchè i conflitti di interessi ostacolano l’adozione del Principio di Precauzione: né gli scienziati che rappresentano il Progetto CEM dell’OMS e i Gruppi di Lavoro IARC  nè  la CE, tramite i suoi Comitati Scientifici e  programmi di ricerca – che cofinanzia coi gestori delle tecnologie che utilizzano CEM –  hanno tenuto minimamente conto del PdP. Ritengono che i rischi debbano essere definitivamente accertati, di conseguenza i limiti di esposizione non sono mai stati rivisti in senso cautelativo, anzi, se ne propone continuamente l’innalzamento!  Ma questo approccio è in conflitto con la legge fondativa dell’Unione Europea!   

ICNIRP (dove la P sta per Protection… – anche se non si sa bene chi proteggano!) gruppo privato leale nei confronti delle industrie delle telecomunicazioni ha arbitrariamente fissato 25 anni fa i limiti di esposizione sulla base dei soli effetti termici delle RF e nega l’evidenza di quelli biologici e sanitari ormai ben documentati a livelli di esposizione anche molto bassi.  Con la sua monografia 2018 ICNIRP ha prodotto utilizzando almeno 15 errori voluti (Ronald L. Melnick, NTP americano, NIEHS, NIH) un parere fuorviante sui risultati degli studi dell’National Toxicology Program americano e dell’Istituto Ramazzini che non fornirebbero una solida base alle conoscenze sui danni provocati dalle esposizioni a RF e, quindi, non ci sarebbe alcuna necessità di rivedere linee guida e limiti di esposizione!  Le conclusioni Icnirp sono utilissime anche per il 5G: la negazione degli effetti biologici e l’apertura ad un aumento dei limiti può agevolare la costruzione di una rete che in Italia può essere complicata e costosa per l’industria a causa dei 6 V/m. ICNIRP non tiene conto dell’evidenza di altri effetti dannosi per la salute, compresi i danni al DNA, nè degli studi sui bambini che indicano un’influenza negativa su funzioni cognitive e sviluppo intellettuale. I livelli di SAR Icnirp non tengono conto, v. la lezione della Francia, dell’utilizzo dei dispositivi in aderenza col corpo H24 anche da parte dei più piccoli.

Il Rapporto Istisan dell ISS agosto 2019, molto criticato da numerosi autori è in perfetta linea con Icnirp: dimentica di esaminare autorevoli metanalisi indipendenti, sul legame TM-tumori, di inserire le evidenze scientifiche che correlano l’ esposizione a RF ad una serie di gravi alterazioni neurologiche metaboliche e riproduttive, dimentica i danni da esposizione al wifi,  sottovaluta la grave esposizione dei bambini che,  come afferma l’Associazione dei pediatri statunitensi, “non sono dei piccoli adulti e, a parità di esposizione, subiscono maggiormente gli effetti di tutti gli inquinanti ambientali, compresi i campi elettromagnetici”. Gli autori del rapporto (Lagorio, Marino, Scarfi’) sono o sono state membri Icnirp o molto vicine a questa agenzia.  Già nel 2008 l’Ethical Board del Karolinska Institutet di Stoccolma concludeva che essere membro dell’Icnirp può costituire un conflitto di interesse che dovrebbe essere dichiarato nelle pubblicazioni scientifiche.

Come conseguenza delle posizioni ISS il sito del ministero della Salute recita: “L’evidenza, allo stato attuale, non indica che le emissioni dei telefoni cellulari e cordless siano pericolose per l’utilizzatore”: affermazione fuorviante, esattamente come la breve campagna televisiva sull’uso del telefono mobile che parla di distrazione alla guida, di smaltimento del dispositivi evitando accuratamente di parlare di rischi sanitari, come aveva imposto la sentenza TAR!  La magistratura italiana ha emanato sentenze che costituiscono importanti precedenti e dimostrano come i giudici tengano in considerazione gli studi scientifici ben condotti e non inficiati da conflitti di interesse e da business bias. Ma è molto triste dover ricorrere costantemente ai tribunali per dimostrare qualcosa che è ormai evidente e riguarda la sicurezza di tutti: sono le Istituzioni competenti che devono proteggere la salute dei cittadini e il futuro delle prossime generazioni. L’esposizione incontrollata che si prospetta, l’aumento dei limiti di esposizione che l’industria vuole, la diffusione capillare dei nuovi impianti atti a collegare un numero enorme di “oggetti” porterà ad un aumento dell’esposizione individuale e del numero di persone elettrosensibili e sofferenti. NON ci sono lavori scientifici che ci dimostrino che questi timori sono infondati nonostante le affermazioni dei soliti negazionisti, anzi. E ancora non ci sono norme e regole per misurare i nuovi campi prodotti che andranno a sovrapporsi alle reti esistenti!

Nessuno di noi è contro la tecnologia, saremmo anacronistici, ma la tecnologia non deve ledere il diritto alla salute dei cittadini piccoli, grandi, dei lavoratori. 

Il governo deve applicare il Principio di Precauzione: moratoria subito quindi, non ci sono alternative!

Tutti, abbiamo figli e nipoti a cui pensare.

Ed è il momento di farlo.

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