Sentenza Tar Lazio, cellulari e cancro. “Chiedevamo tutela per la salute, ci accusarono di rovinargli il business”. Masiero (presidente APPLE) racconta la vittoria sullo Stato ‘inerte’ – INTERVISTA ESCLUSIVA OASI SANA

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di Maurizio Martucci
Uso forsennato di telefoni cellulari, bambini e adolescenti più vulnerabili, “effetti nocivi sulla salute umana”: l’inerzia “serbata dalle Autorità” non è più ammissibile, lo Stato torni al ruolo del buon padre di famiglia e informi correttamente dei pericoli acclarati dall’evidenza scientifica più aggiornata, senza più delegare all’industria del wireless che tergiversa sugli effetti dell’elettrosmog. E lo faccia al più presto, entro sei mesi dalla condanna, promuovendo un’adeguata campagna informativa “avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile”.

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In piena corsa 5G, fa discutere il mondo la disposizione del collegio di giudici del Tar del Lazio che condanna i ministeri di Sanità (Giulia Grillo), Ambiente (Sergio Costa) e Pubblica istruzione (Marco Bussetti), rei di non proteggere adeguatamente i cittadini nel godimento del diritto costituzionale per la salvaguardia della salute: la vittoria del tenace ex cattedratico di mutagenesi ambientale Angelo Gino Levis e dell’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog (APPLE, tutelata dallo studio legale di Torino Ambrosio&Commodo) più che un terremoto per l’industria della telefonia è lo scoperchiamento del vaso di Pandora, messe a nudo le criticità degli omissis, nell’assenza di informazione per un uso consapevole dei telefoni cellulari. “Quando ho appreso la notizia della sentenza, mi è venuto da piangere!”

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Laura Masiero fa l’architetto, ma è pure presidente di APPLE, la battagliera associazione (“tra noi professionisti, ma siamo semplici cittadini comuni”) che, uno dopo l’altro, incasella roboanti successi nelle aule di tribunale. L’ultimo poche ore fa. “In Italia non c’è consapevolezza, molte mamme pensano che siano come giocattoli e danno il cellulare pure ai loro figli, ignare del pericolo”.

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Masiero, se l’aspettava questa vittoria?
“No, affatto, non ci speravo, se non altro perché davanti avevamo le istituzioni, lo Stato.”

 

Che significa, allora, che i ministeri devono informare correttamente del pericolo tutti i cittadini?
“Che non si può più continuare a far finta di niente. Erano gli della storica sentenza Marcolini (Cassazione 2012, il manager bresciano a cui per primo è stato riconosciuto il nesso telefonino=cancro, NdA), ricordo una copertina del Times, diceva che il cellulare deve stare almeno a 2,5 cm. dalla testa, non vicino all’addome, non vicino al grembo di donne incinte, non in mano ad adolescenti. Forse i dicasteri soccombenti potrebbero iniziare a dire questo, non sarebbe male ….”

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Nella sentenza si legge che il Ministero della Salute si è difeso producendo studi negazionisti dell’Istituto Superiore di Sanità, roba da soli effetti termici, effetti biologici negati, come sostiene l’associazione privata INCIRP, che per il mondo traccia le linee guida sulla protezione. Poi l’altro giorno, dall’inchiesta su Il Fatto, apprendiamo che un ex dirigente di quell’istituto è poi passato ad una multinazionale della telefonia mobile e che l’ICNIRP è piena di figure bifronte, a metà tra industria e ricerca ….
“Ah… la questione non è affatto nuova. In un altro procedimento intentato da APPLE sempre per una richiesta di informazione corretta verso i cittadini, la difesa del ministero portò in tribunale documenti per sostenere come noi stessimo rovinando il business della telefonia mobile. Chiedevamo solo tutela della salute, e loro ci risposero come fossero un’azienda e non lo Stato. Questo le dice tutto. Ci saremmo aspettati studi, ricerche, dati epidemiologici, riscontri medico-sanitari, invece ci risposero come se fossero una cosa sola con l’industria…”

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Il Tar Lazio parla esplicitamente di una campagna di informazione sul corretto utilizzo dei cellulari, rivolta per lo più ai giovani. Che vi aspettate?
“Non so, no so nemmeno come e cosa faranno….. “

 

… beh… qualcosa di diverso dalla riduttiva paginetta sul sito internet del dicastero, chessò… pubblicità negli stadi, ai concerti, nelle discoteche…
“Magari! Forse spot televisivi tipo pubblicità progresso, sarebbe una gran risultato. O forse, come migliore cosa, un’azione tipo pacchetto di sigarette, cioè un’etichettatura da apporre sui cellulari al momento dell’acquisto, dove si spiegano correttamente i pericoli nell’uso disinvolto e compulsivo. Oppure un’azione nelle scuole, dove noi, come associazione, andiamo spesso per educare i ragazzi all’uso vigile della tecnologia. Come dicono i giudici, i ragazzi sono i più esposti al rischio…”

 

Ma non le pare in contro tendenza? Nelle scuole c’è ovunque Wi-Fi e in fondo siamo in piena corsa 5G: uno tsunami elettromagnetico senza precedenti nella storia dell’umanità ci sommergerà….
“Il 5G è diverso, molto, molto più pericoloso del singolo cellulare. Qui si parla di casa domotica, di automobili guidate da remoto, di radiofrequenze inesplorate, di microonde millimetriche che colpiscono la pelle e penetrano nei tessuti. Mi viene da pensare agli elettrosensibili, loro sono come antenne umane… che succederà? Non lo sappiamo, ma il 5G è il peggio di tutto. Sicuramente ricorreremo in tribunale. Le multinazionali pensano solo ai guadagni, non alla salute… “

694022 La protesta dei cittadini di Cinecittà est contro le antenne per la telefonia mobile

E la politica? Le istituzioni? Insomma…. lo Stato? Possibile che devono essere sempre e solo i giudici l’ultima carta da giocarsi per affermare i propri diritti? Qui stiamo parlando di salute pubblica, mica bazzecole …
Pare proprio di si, guardi in Parlamento cosa sta succedendo. Nelle audizioni alla Camera hanno ascoltato solo l’industria, senza contraddittorio, si ascoltano solo voci con enormi conflitti d’interessi. Ma noi non molliamo: torneremo in tribunale”. Ma il 2 Marzo sosta a Vicovaro (Roma): c’è il 1° meeting nazionale #Stop5g, emergenza politica di precauzione!

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