di Maurizio Martucci
Gruppi di scienziati, biologi, ricercatori ed esperti di tutto il mondo: il 4 Novembre 2019 sono scaduti i termini fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per manifestare il proprio interesse a “valutare i potenziali effetti sulla salute dell’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza nella popolazione generale e lavorativa”, un appello lanciato su Web e mailing list dal massimo organismo sanitario del mondo rivolto a “team idonei a indicare il loro interesse a intraprendere una revisione sistematica su uno (o più) argomenti” sui pericoli da elettrosmog, dal cancro (studi su animali e d’indagine sull’uomo) fino alla compromissione cognitiva, biomarcatori e stress ossidativo, fertilità, ustioni, cataratta ed elettrosernsibilità. Il tutto pensato come assoluta priorità, roba da fare entro e non oltre un mese dal lancio dell’avviso pubblico, evidentemente per gli allarmi incessanti della comunità medico-scientifica internazionale seriamente preoccupata per gli effetti del 5G sull’umanità.
Le revisioni sistematiche sono indagini di letteratura che esaminano e sintetizzano in un unico insieme più lavori svolti su un determinato aspetto clinico, finendo in una sintesi accurata delle migliori evidenze e aggiornamenti disponibili. Il tutto, a detta dell’OMS, per ravvedere gli oltre 150 paesi membri sui pericoli emergenti delle radiofrequenze, in piena corsa 5G.
Fin qui, a prima vista, tutto nella norma, anzi, il meglio del meglio, si potrebbe dire. Se non fosse che a sollevare dubbi e perplessità sulla repentina manovra targata OMS, sia arrivata dall’America la stoccata di MICROWAVE NEWS, da oltre 30 anni informazione libera, veritiera e indipendente sui lati oscuri dell’elettrosmog: secondo l’accreditata newsletter con sede a New York e diretta da Louis Slesin (definita dal Times come newsletter “meticolosamente studiata e documentata a fondo“), sentiti alcuni dei maggiori referenti al mondo si tratterebbe di un grande bluff, di una mossa azzardata con risvolto ombroso e opaco, architettata in fretta e furia e senza budget per impedire lo smascheramento degli inganni perpetrati dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), ferma nell’insolita e isolata posizione di negazione degli effetti non termici, cioé i danni biologici delle radiofrequenze, su cui si deduce l’assunta non pericolosità di 5G e sistemi di comunicazioni wireless. Trucchetti da mestieranti su cui l’epidemiologa ex Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro Annie Sascò ha recentemente relazionato – ad esempio sugli studi per la cancerogenesi in età pediatrica da uso di telefoni cellulari – nel convegno internazionale Stop 5G promosso dall’Alleanza Italiana Stop 5G alla Camera dei Deputati.
“Emilie van Deventer , il caposquadra del programma radiazioni dell’OMS, ha inviato un avviso alla sua mailing list. Sebbene la chiamata sia datata a settembre, nessuno con cui ho parlato l’ha ricevuta prima dell’8 ottobre – afferma il ben informato notiziario Microwave News – molti ne hanno sentito parlare di seconda mano, come ho fatto io. Van Deventer ha lasciato fuori alcuni di quelli meglio posizionati per aumentare la consapevolezza della chiamata. Dariusz Leszczynski, un professore ormai in pensione a Helsinki che era stato membro della valutazione IARC RF-cancro nel 2011 e che gestisce un blog, non era nella sua lista. “L’ho saputo per caso, navigando in Internet”, mi ha detto. Leszczynski ha pubblicato l’annuncio dell’OMS il 9 ottobre ed è stato uno dei primi a pubblicarlo. Ignorato anche Joel Moskowitz, un ricercatore dell’Università della California, Berkeley, che scrive un altro blog ampiamente seguito. Lui, come Leszczynski, è stato critico nei confronti della visione solo termica dell’ICNIRP.
È molto sorprendente che abbiano fissato una scadenza così breve; scoraggerebbe la partecipazione di persone buone e molto impegnate “, ha affermato un ricercatore di lunga data, che potrebbe presentare una proposta. “Non puoi mettere insieme una squadra internazionale dall’oggi al domani.” Il ritmo non si attenua dopo la scadenza del 4 novembre. I funzionari dell’OMS hanno meno di un mese per valutare le domande ed effettuare le loro selezioni. I lavori sulle dieci revisioni devono iniziare entro e non oltre il 2 dicembre e i manoscritti completati devono essere inviati a una rivista ad accesso aperto e rivista da esperti entro dodici mesi. Ancora una cosa: praticamente non ci sono soldi per i revisori. L’OMS afferma che “sarà disponibile solo un piccolo contributo ai costi operativi”. In uno scambio di e-mail, Van Deventer non avrebbe rivelato il budget, dicendo solo che probabilmente non ci sarebbero stati abbastanza soldi “per coprire l’importo totale necessario per una revisione sistematica”.
Secondo il manuale dell’OMS, i membri di un gruppo di revisione sistematica “non dovrebbero avere conflitti di interessi finanziari o non finanziari”. Tutti i richiedenti devono presentare una dichiarazione dettagliata degli interessi, compresi i redditi da lavoro, sovvenzioni, consulenza e investimenti.”
E ancora, riporta il notiziario americano: “Se van Deventer sapeva anni fa che erano necessarie revisioni sistematiche, perché ha aspettato finora di inviare la chiamata e quindi attendere meno di un mese per le risposte? Le ho chiesto ma lei non ha risposto. Ho anche chiesto all’ufficio stampa dell’OMS di spiegare la fretta. Nessuno ha risposto o addirittura riconosciuto la richiesta. (…) La mancanza di preavviso e la scadenza rapida hanno portato alcuni a chiedersi se l’OMS abbia progettato il programma per aiutare ICNIRP a mantenere il controllo. “Sospetto che almeno alcuni siano già stati preselezionati per fare le recensioni”, ha detto un osservatore europeo. “Anche se potrebbe sembrare un approccio aperto ed equilibrato”, ha commentato un altro veterano esperto, “Non sono convinto che alla fine non sceglieranno ICNIRP and Co.”
Insomma, la tavola è stata già apparecchiata? Ci troveremo davanti l’ennesimo inganno negazionista? Come finirà? Restiamo alla finestra.
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