di Maurizio Martucci
Bologna, poco meno di una trentina di richieste per installare le temutissime antenne 5G già pervenute all’ARPA Emilia–Romagna, una decina i nuovi ripetitori già funzionanti e accesi in città, tra le polemiche e le preoccupazioni di cittadini, comitati felsinei, Lega Ambiente e Stop 5G Emilia, 1.076 firme raccolte in una petizione per la moratoria che rivendica il principio di precauzione nella difesa della salute pubblica. Poi, la scorsa settimana, dopo quello di Luglio il secondo tavolo di concertazione in Commissione ambiente e territorio con comitati (Lidia Centineo), medici (Patrizia Gentilini di ISDE Italia), tecnici (Fiorenzo Marinelli, ec CNR) e scienziati in consiglio comunale. Tra questi Fiorella Belpoggi: “è importante che la mia città abbia adottato la cautela a seguito dei richiami dell’Istituto Ramazzini e di altri autorevoli scienziati “
Ieri sera il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato un’ordine del giorno in cui si impegnano giunta e Sindaco Virginio Merola a “sospendere temporaneamente il rilascio di autorizzazioni per impianti 5G nel territorio comunale di Bologna, con l’invito a predisporre Regolamento (e Piano Antenne?) per contenere l’avanzata dello tsunami elettromagnetico attraverso gli unici strumenti tecnico-amministrativi in capo ai comuni. A meno che il Sindaco Merola, sull’esempio di Isabella Conti primo cittadino a San Lazzaro di Savena (Bologna), non intenda emanare un’ordinanza urgente e contingibile come hanno fatto già altri 14 sindaci italiani, teste d’ariete dei 65 Comuni ufficialmente Stop 5G.
Ecco, in esclusiva, il documento approvato a Bologna. Non risolutivo, per alcuni un tampone, per altri – leggendo i commenti a caldo sui social – persino una presa in giro, ma comunque il primo, seppur timido, passo concreto verso una politica consapevole e prudenziale, tratteggiata prima che sia troppo tardi e che possa diventare impossibile tornare indietro. La stessa mossa, alla fine, è stata adottata in Abruzzo: senza Piano Antenne, bloccato l’inesplorato wireless di quinta generazione. Certo è che ci vuole molta più incisività. In fondo, dalla Risoluzione di Vicovaro ad oggi, nei grandi centri già i consigli comunali Roma Capitale (Municipio XII), Firenze, Torino e Catania hanno approvato atti amministrativi per la precauzione se non proprio per la moratoria, ma anche lì – come nel resto della penisola – il 5G avanza a tutto spiano, alla faccia dei documenti emanati.
Quindi serve altro, se ne parlerà a Roma il 5G Novembre nell’ambito della prima manifestazione nazionale unitaria Stop 5G.
“Ieri mattina ho firmato un’ordinanza che sospende la collocazione di antenne per il #5G” – ha scritto su Facebook il Sindaco di San Lazzaro, Conti: “in attesa che il Governo e il Ministero della Salute assumano una posizione netta e autorevole in grado garantire la sicurezza per la salute pubblica di questa nuova tecnologia e al contempo in grado di evitare che sui sindaci si scarichino responsabilità così rilevanti.
A San Lazzaro non abbiamo ancora antenne per il 5G ma è arrivata la prima richiesta e dunque era necessario prendere provvedimenti, in ossequio all’art. 32 della Costituzione – essendo il Sindaco la massima autorità Sanitaria locale – ed in ossequio al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3‐ter del D. L.vo n. 152/2006.
Le #radiofrequenze 5G sono del tutto inesplorate: come Amministratore Pubblico sento il dovere di attendere la posizione del Ministero della Salute.“
RIPRODUZIONE CONSENTITA, CITANDO AUTORE E FONTE