Stop 5G, ecco parlamentari, partiti (e movimenti) per la Precauzione. ‘Il Governo può minacciare la salute!”

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di Maurizio Martucci

Montecitorio, seppur in ritardo su altri paesi USA e UE, anche in Italia s’accende il dibattito politico sul 5G come tsunami elettromagnetico. A meno di 60 giorni dalla disponibilità delle radiofrequenze di quinta generazione wireless, al grido di “quali conseguenze per la salute pubblica?” sui tavoli dei ministri Grillo e Costa finiscono le prime interrogazioni parlamentari. Dai banchi della maggioranza ha fatto da apripista la battagliera Sara Cunial, che in Aula ha incalzato Salvatore Micillo (sottosegretario all’Ambiente) in un vibrante botta e risposta: “È fondamentale che si sia aperto un dialogo su questa importante questione – ha detto la giovane 5stelle del collegio Veneto – che molto preme a tanti cittadini preoccupati di veder violato il loro diritto alla salute e il principio di precauzione su cui si dovrebbe basare la nostra azione politica. Noi tutti parlamentari siamo chiamati a farci loro portavoce e a fare in modo che con il Governo del cambiamento questa diventi davvero la casa di tutti i cittadini, una casa in cui le loro istanze vengano prima di tutto. Perciò, sarebbe importante considerare tutti i vari aspetti di una questione che è ancora scientificamente controversa”.

Confidando che gli aggiornati studi dell’Istituto Ramazzini e del National Toxicology Program siano attentamente valutati in Commissione parlamentare per arginare il pericolo 5G, riferendosi ai ministri pentastellati Cunial ha poi precisato: “Troppo spesso i Governi che ci hanno preceduto hanno atteso che il danno forse irreparabile prima di agire. Noi del MoVimento 5 Stelle li abbiamo sempre criticati per questo, per aver anteposto l’interesse di pochi al bene comune. Siamo nati in opposizione a queste politiche e per questo mi aspetto che il Governo del cambiamento agisca in controtendenza a chi ha preceduto, anteponendo l’interesse pubblico al guadagno di pochi e ristabilendo finalmente quel principio di precauzione che dovrebbe essere da faro a qualsiasi azione politica economica, non solo lungimirante, ma anche efficace in un’ottica di qualità della vita e di benessere di tutti i cittadini”.

Riferendosi ad un documento dell’associazionismo e Rete Elettrosmog Free Italia inviato in estate al Governo, dall’opposizione è poi arrivata l’interrogazione parlamentare di Galeazzo Bignami (FI) che alla Camera dei Deputati ha chiesto spiegazioni sul dossier ‘5G, cittadini come cavie umane’, perorando l’adozione di “uno studio epidemiologico nelle aree maggiormente interessate dalla presenza di campi elettromagnetici”, favorendo iniziative per sensibilizzare la cittadinanza e nuove generazioni sull’utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici, con particolare riguardo agli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute psico-fisica”.

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Fronte extraparlamentare. Sono già due le realtà politiche dichiaratamente critiche sulla plurimilionaria e rischiosa manovra 5G: tramite Emiliano Gioia, il movimento ‘SiAMO’ (nato in opposizione al Decreto Lorenzin Decreto Lorenzin sull’impennata vaccinale in età pediatrica) afferma: “Non disconosciamo la necessità di andare verso il futuro, ne discutiamo i termini e le modalità. Se l’obiettivo di chi crea necessità nelle persone, non sembra più neanche essere legato ad una logica economica fine a se stessa, piuttosto dà l’impressione di essere una deriva autoritaria ed invasiva delle libertà individuali. Non diciamo no alla tecnologia ma ci opponiamo al prezzo che ne consegue. Chiediamo allo stato di farsi carico della ricerca fuori dai canali attuali, sempre più legati all’alta finanza, e di tornare ad abbracciare lo spirito del ‘buon padre’ per un progresso a misura d’uomo e non in funzione del capitale.”

Deciso è il Popolo della Famiglia, fondato dal catto-giornalista Mario Adinolfi. Tramite il dirigente nazionale Mirko De Carli, il ‘popolo’ della croce sostiene di “essere in contrasto con l’elettrosmog”, ritenendo che “raccolti i numerosi appelli-monito di scienziati tra cui i medici per l’ambiente dell’ISDE Italia sul pericolo 5G, rivendichiamo il Principio di Precauzione come base di importanti scelte politiche a tutela della salute nostra e delle future generazioni, prima ancora del PIL. Consideriamo l’aumento vertiginoso dell’elettrosmog e la rivoluzione tecnologica del 5G come una cosa pericolosa senza un preliminare e accurato studio sui possibili rischi per la salute dell’uomo. Chiediamo sia fatta una corretta informazioni sulle recenti scoperte in merito agli effetti dannosi dei campi elettromagnetici a radiofrequenza”.


Agenda di rete: prosegue a buon ritmo la campagna di crowdfunding ‘Stop 5G’ partita da tre giorni sul portale Produzioni dal Basso (obiettivo raccogliere 15.000 euro per uscire sui quotidiani nazionali), mentre la trasmissione Report (Rai Tre) tra questa e la prossima settimana manderà in onda un paio di servizi sul (nascosto) problema sanitario dell’elettrosmog. Infine, l’aggregazione della base: tra Novembre e Dicembre sono in calendario diversi eventi (tra questi Modena, ben tre in Toscana, Milano e Grottaferrata in provincia di Roma) per raccogliere l’opinione pubblica intorno all’incognita sanitaria del 5G. Dentro e fuori le stanza dei bottoni, un’Italia ‘invisibile’ si sta mobilitando.

 

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