La provocazione: è vero, la medicina omeopatica non funziona… ma (solo) su l’evoluto Uomo-Macchina!

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di Maurizio Cannizzaro

Omeopatia versus medicina allopatica, più che tra titani… scontro di civiltà nella scelta di cura. Nel mondo moderno, dove la tecnologia occupa uno spazio sempre più predominante, le macchine ricoprono un ruolo fondamentale nella nostra vita, sia per l’uomo comune che per il professionista sanitario, dove la diagnosi – nella maggior parte dei casi – poggia non a caso su risposte di esami strumentali.

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La diagnosi delle patologie, nell’Era moderna, scientista, illuminata e tecnologica, richiede infatti competenze superspecialistiche e superstrumentali. Perché nel frattempo l’essere umano si è ‘evoluto’, nel suo lungo cammino trasformato (a sua insaputa?) in una macchina razionale, intelligente, ordinata, passiva, rassegnata e accomodante. Infatti i suoi organi interni sono stati trasformati in una materia resistente, capace di sostenere pressioni molto forti. Ma ogni tanto capita pure che qualche Uomo-Macchina non risulta adatto a scopi specifici e il suo materiale poco idoneo all’esercizio di resistere alle presse industriali e qualche volta persino al contatto con fluidi incandescenti. Ma si sa, anche le migliori fabbriche – ogni tanto – producono oggetti fallati.

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Ed ecco qui che, con la speranza di molti, la genetica potrebbe riservarci piacevoli sorprese. Perché dall’allevamento, che un tempo serviva semplicemente a soddisfare bisogni alimentari di alcune specie animali come il maiale, potremmo ricavare parti di ricambio utili sia per l’Uomo-Macchina geneticamente non perfetto, sia in sostituzioni di parti usurate (sempre di Uomo-Macchina). Ma la speranza dei più è orientata a produrre già in fabbrica un personalissimo clone, di cui cibarsi a pezzi, ora qui ora là, in caso di usura di proprie parti meccaniche.

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In tutto questo mondo civile, educato alle buone maniere dell’accettazione passiva del proprio ruolo, la tecnologia scientifica non prevede che l’Uomo-Macchina possa in alcun modo evolvere verso un (semplice) essere umano, corpo, anima e spirito. In tal senso, secondo logiche materialiste positiviste che escludono questa possibilità, va da sé che la medicina omeopatica, medicina per soli (e semplici) essere umani, dopo secoli di buona pratica adesso sembra non possa più rivestire alcuna funzione. E via alla nuova crociata: è diventata placebo, desueta, superata, inutile. Da qui l’orchestra della delegittimazione a cui stiamo assistendo in questi giorni.

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La malizia di quanti vorrebbero additare alle potenti lobby farmaceutiche la possibile scelta di cancellare definitivamente un possibile (ma a questo punto, improbabile) avversario scomodo come l’Omeopatia, va smentita categoricamente: secondo gli ‘illuminati’, l’Uomo-Macchina del Terzo Millennio non è geneticamente predisposto ad un’evoluzione umana. Con buona pace di Hahnemann e dei suoi rimedi, in nome della tecnocrazia… muoia l’Omeopatia con tutti i Filistei.

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