Aumento d’elettrosmog: Fratelli d’Italia ci riprova e insiste ancora (ed è un problema politico, un pericolo socio-sanitario)

di Maurizio Martucci

Inquinamento elettromagnetico e 5G: Fratelli d’Italia è un grosso problema politico. Dopo l’indicazione del ministro Adolfo Urso per ritentare l’assalto alla diligenza all’indomani del fallito blitz di Ferragosto ordito dalla destra per favorire il grande business della lobby internazionale delle telecomunicazioni (“si è scelto di procedere con DPCM “), dal partito di maggioranza del Governo Meloni tornano all’attacco, affermando di voler provare di nuovo ad innalzare per legge e in tutta Italia i limiti soglia dell’elettrosmog (possibile agente cancerogeno) . “Si prospetta una revisione normativa per consentire lo sviluppo del 5G, bilanciando interessi tecnologici, ambientali e sanitari.” E ancora. Abbiamo “proposto una riflessione sulla peculiare restrizione cui sono vincolati gli operatori italiani rispetto ai competitor europei (…) e, tra l’altro, commissionato un apposito studio sul tema in parola, a valle del quale potranno essere valutati opportuni interventi anche di tipo normativo”.

IL CASO – Radio Vaticana, 25 V/m come (parte) del Governo Meloni vorrebbe per l’Italia. Come una bomba atomica – ESCLUSIVA OASI SANA

Sono le parole di Fausta Bergamotto, abruzzese ex assessore del Comune de L’Aquila, attuale Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (quello guidato dall’atlantista di ferro Urso), pronunciate in Aula al Senato in risposta ad un’interrogazione parlamentare giocata in casa, primo firmatario Matteo Gelmetti, senatore, autodefinitosi “il lobbista della Fiera di Verona nella Capitale” (della S.p.A. essendone vice-presidente) e anche lui come la Bergamotto in Fratelli d’Italia (e vicino ad Urso), che è il partito che più di ogni altro – insieme ad Italia Viva di Matteo Renzi – spinge per smantellare una delle norme più cautelative a livello internazionale. Non è bastato quindi il blocco della Lega (in ordine di levata di scudi, il ministro Giorgetti, il vice ministro Morelli e il vice premier Salvini si sono opposti allo tsunami del wireless), perché dalla destra del centro-destra si sta nuovamente tentando il golpe elettromagnetico, annunciato stavolta uno studio scientifico sugli effetti sanitari e ambientali del 5G, come una foglia di fico pensato evidentemente per coprire alla meno peggio la trattiva Stato-Telco, senza però specificare a chi (lo studio) è stato commissionato, visto che sul piatto pesano 4,3 miliardi di euro per la costruzione di nuova infrastruttura tecnologica con gli attuali limiti-soglia “Nell’attuale contesto di sviluppo tecnologico e di maggiore consapevolezza da parte di tutti della strategicità del digitale e dei reali impatti della tecnologia sulle nostre vite – afferma la Bergamotto è possibile un compromesso che bilanci in modo equo gli interessi di tutti gli attori in gioco. Si tratta di un tema molto importante e molto delicato, al quale è dedicato peraltro un apposito tavolo tra tutte le amministrazioni coinvolte, presieduto proprio dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica“, quindi il dicastero di Gilberto Pichetto Fratin. Si tratta del Comitato interministeriale per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico (CIPRIE), ultima relazione in Parlamento però datata 2019.

IL 5G NELLE MANI DELL’ATLANTISTA ADOLFO URSO

Al di là – come già 5 anni fa scrivevo su Il Fatto Quotidiano – che uno studio (indipendente e non conflitto d’interessi con l’industria) per non fare degli italiani un branco di cavie umane lo si doveva terminare prima del 2018, anno della vendita dei primi tre lotti di radiofrequenze 5G per 6,55 miliardi di euro eseguita senza uno straccio di parere sanitario preventivo, è comunque interessante notare come nella sua interrogazione Gelmetti riporti il numero 100, tenendo – che strano – a sottolineare come in Italia i limiti siano 100 volte più bassi, in termini di densità di potenza (0,1 watt a metro quadro) rispetto a quelli indicati nelle controverse linee guida dell’ICRNIRP assunte dall’Unione EuropeaVero e corretto, ma questo 100 – però – guarda caso non viene mai conteggiato al contrario, cioé quando si pensa di innalzare di 100 volte più di oggi il limite facendolo schizzare dai cautelativi 6 V/m fino ai spericolati 61 V/m, perché in questo caso tutti – da Urso ad ASSTEL di Confindutria, fino alla scorsa legislatura pure Colao in epoca Conte Inon dicono 100 ma semplicemente 10, come in matematica (e mica in fisica).

Non solo. Dopo Urso, in Fratelli d’Italia è poi tornato a farsi sentire pure Alessio Butti, il Sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega al digitale e all’innovazione (quello che con Draghi era il ministero gestito da Vittorio Colao). Intervistato da La Repubblica, Butti (al quale – all’indomani dell’insediamento a Palazzo Chigi – ho dedicato una puntata de IL TECNORIBELLE per sottolineare la sua vicinanza alla lobby del 5G) ha detto: “La modifica dei limiti elettromagnetici prevede un percorso normativo di estrema complessità. Non è vero che ci sia una volontà avversa del governo. È sbagliato ridurre il tema alla semplice contrapposizione di schieramenti a favore o contrari all’innalzamento dei limiti”. Una bugia clamorosa per nascondere lo scontro con la Lega, contraria all’aumento anche per una legittima pressione operata dai sindaci, pressati giustamente dai cittadini. “Occorre valutare altri fattori a partire dalle modalità di misurazione che in Italia vengono effettuate, caso unico a livello continentale“, ha ripetuto Butti, riferendosi evidentemente all’anomalia del decreto Monti che nel 2012 ha già indirettamente aumentato la soglia portando la rilevazione dei 6 V/m dal picco dei 6 minuti (parametro scientifico) alla media ‘politica’ (anti-scientifica) delle 24 ore. Che forse Butti abbia voluto mandare un messaggio indiretto agli alleati di Governo per plagiare i timorosi leghisti? Facendogli credere che la norma cautelativa è già stata superata? E che quindi non ci sarebbe da temere se la si dovesse alzare di nuovo? Chissà.

Dopo Colao c’è Alessio Butti, il Meloni Sottosegretario amico delle Telco: “5G? rischi salute ipotetici e immaginari, si elettrosmog 61 V/m, fibra, Intelligenza artificiale e blockchain”

L’ultima, infine, è per una bufala colossale. Ancora da Fratelli d’Italia, ancora da Fausta Bergamotto. Sono le parole usate dal sottosegretario di Urso per rispondere all’interrogazione ‘fatta in casa’ da Gelmetti (” Soddisfatto l’interrogante“). Leggete attentamente, eccole: “Nonostante non si trovi supporto nella letteratura scientifica nello stabilire un limite certo e definito all’esposizione a tali campi per la prevenzione di effetti dannosi per la salute“. Capito? Siamo al negazionismo spinto! Secondo la Bergamotto non ci sarebbero prove scientifiche sui danni alla salute rispetto alle soglie limite. Follia! Ecco perché Fratelli d’Italia è sia un problema politico che un pericolo sanitario e sociale! Ma dove sono finiti quei parlamentari di destra come Andrea De Bertoldi, Isabella Rauti, Galeazzo Bignami e Domenica Spinelli? Si, proprio loro che, nella scorsa legislatura, dall’opposizione o addirittura da rete dei sindaci per la precauzione, chiedevano una moratoria per il 5G e tutela per i malati da elettrosmog? Dove sono finiti? Mentre oggi, al Governo, risultano non pervenuti. Che strano…. lasciando poi che un Gelmetti di turno – rispondendo alla Bergamotto – tra gli applausi di Palazzo Madama possa tranquillamente dire: “accolgo con soddisfazione l’apertura del Ministero e mi auguro che quanto prima questo provvedimento normativo venga approvato per il bene della nostra Nazione e di chi fa impresa, che è sempre in prima linea“. Povera Patria.

Stop 5G con la Scienza Un Tanto Al Chilo (SUTAC), la vera risposta alle bufale ad orologeria

Lascia un commento