Dal green pass delle auto alla guida senza conducente: con la macchina digitale finiremo tutti a piedi? – IL TECNORIBELLE

32^ e nuova puntata de Il Tecnoribelle, pillole tecnoscettiche del giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci in esclusiva su Come Don Chisciotte.org e in collaborazione con OASI SANA. Regia di Giulio Bona.

Il passo è stato breve. Dal Viasat e il GPS nella scatola nera per lo sconto sulla polizza assicurativa al Move-In, cioè una specie di green pass su quattro ruote con collegamento satellitare. E da qui alle automobili elettriche fino alla guida senza conducente d’Era 5G, in mezzo all’effetto gas serra e lo stop nel 2035 per le produzioni a benzina e diesel. E’ questo il cronoprogramma dei trasporti su gomma, con l’appendice dell’amletico dubbio: tra tetto ai consumi e circolazione a singhiozzo, non è che in piena Quarta Rivoluzione Industriale… con le auto-digitali ci lasceranno a piedi? Privati nella libertà di spostamento, per decisione di un algoritmo? E’ quanto potrebbe succedere in nome della sostenibilità, ovvero della lotta all’inquinamento atmosferico e al surriscaldamento climatico esattamente come, mutatis mutandis, accaduto pel Covid nei recenti lockdown e copri fuoco. Tradotto: creato il problema, digitale soluzione trovata, liberticida!  

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Finendo in un obbligo giuridico la normativa europea sul clima per la riduzione delle emissioni di CO2, infatti in Piemonte e Lombardia la black-box sul motore – ottenibile solo con identità digitale SPID e registrazione on-linegià oggi limita la circolazione degli autoveicoli attraverso il conteggio da remoto dei km percorsi su strada, monitorati su App in Big Data, sempre più controllo sociale: un diesel Euro 4, tanto per capirci, può muoversi fino a 8.000 km l’anno, mentre una benzina Euro 2 può solo fino 2.000 grazie ad un programma di tecno-sorveglianza in linea col Wallet system sullo Smartphone annunciato nel Governo dei migliori, col potenziamento del Green Pass e la premialità dello Smart Citizen Walletdei Comuni di Roma, Bologna e Fidenza (Parma).Un percorso che, se avallato dall’esecutivo Meloni, nell’innominata transizione digitale ci accompagnerebbe senza nemmeno accorgercene allo switch off delle vetture, con sorpresa finale: approvato dal Parlamento europeo lo stop alla vendita di nuove auto e furgoni a motori termici, secondo l’Agenda del grande reset insieme all’esplosione della auto elettriche dovrebbe infatti decollare anche il mercato delle auto iper-connesse, 70% entro il 2025, viatico per le automobili a guida senza conducente, cioè ‘telecomandate’ da remoto grazie all’Automatic Train Operation (ATO), legalizzate dall’UE esattamente come droni, treni e aerei col pilota automatico. “Uno dei maggiori vantaggi delle auto senza conducente è la possibilità di eliminare l’errore del guidatore fisico”, scrive Autotoday.it, “il 90% di tutti gli incidenti stradali sono causati da fattori umani”. Ergo, l’errore sta nell’uomo, mica nel progresso.

Così Tesla del transumanista Elon Musk insieme al colosso General Motors in quota BlackRock e Vanguard Group puntano infattisu automotive a robotaxi, cioè taxi-robotici, così come Volkswagen in Cina ha collaudato la guida autonoma mentre è di TIM un progetto con navetta Autonom Shuttle che viaggia grazie al 5G, noto come dopo le auto col Wi-Fi la Commissione Europea per 18,5 milioni di euro ha finanziato il 5G CARMEN, cioè le Smart Road, il primo corridoio europeo Italia-Austria-Germania di automobili senza conducente per unire Bologna, Tirolo e Trentino-Alto Adige a Monaco di Baviera con micro-antenne hotspot, wireless pure su pali neri e sotto al manto stradale. “I veicoli stradali sono destinati a diventare più connessi e automatizzati grazie ai progressi tecnologici nel campo dei trasporti,” daBruxelles dichiarano gli euro-politici nei panni di ingegneri sociali.

Così sensori, telecamere, GPS, algoritmi, intelligenza artificiale, antenne, 5G, rilevamenti satellitari, ‘posizione’ e Google Maps potranno decidere chi, dove, quando, come e perché potrà viaggiare in auto nei prossimi anni, incuranti della sequela di precedenti inquietanti: 2018, Stati Uniti, auto senza conducente investe e uccide una donna in Arizona. 2021, Cina, incidente mortale con auto senza conducente. 2022, Cina, auto senza conducente vola letteralmente dal terzo piano di un parcheggio a Shangai, due morti. 2022, Germania, un morto e nove feriti gravi durante un test di auto senza conducente, mentre sempre in America c’è poi un’indagine su 10 vittime da 30 incidenti provocati da auto-intelligenti. Ma non è tutto:“comprereste mai una macchina a guida autonoma che in qualche riga del suo algoritmo abbia scritto di uccidere il “pilota-passeggero” per salvare dei pedoni?”, si chiede Repubblica. Si, perché il futuro che prima non c’era, secondo il prestigiosobritannico Telegraph, sarebbe morto ben prima di nascere: “non deve sorprenderci, poiché parliamo di una tecnologia che sarebbe di certo morta presto o tardi, l’unica incognita era il quando“. Appunto, hic et nunc: prima che sia troppo tardi, teniamoci strette le nostre vecchie automobili, a misura d’uomo, di clima naturale e di cittadini liberi di muoversi. Tutto il resto è come una trappola.  

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