“Chiederemo all’Alta Corte di eliminare come incostituzionale la clausola di prelazione nel Telecommunications Act del 1996“. E’ quanto afferma in una nota l’attivista americano Arthur Firstenberg sul caso giudiziario che la Santa Fe Alliance for Public Health and Safety sta aprendo presso la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America per togliere all’amministrazione centrale federale la competenza sul posizionamento delle antenne di telefonia mobile 5G e precedenti standard, ripristinando alle comunità locali, cioé alle città, ai consigli comunali e ai sindaci il diritto di proteggere la salute dei loro concittadini, offrendo anche risarcimenti per i danneggiati da elettrosmog.
Stop 5G Puglia al Governatore Michele Emiliano: “togliere le antenne dalle scuole, riformare la legge regionale per proteggere bambini e ragazzi”
Gli attivisti anti-wireless americani sono affiancati da una nutrita task force di avvocati mentre finora, tra associazioni, onlus e singoli cittadini, una sessantina di realtà si sono rese disponibili per concorrere nel giudizio finalizzato ad invertire il corso della storia in tema di inquinamento elettromagnetico. “Parte del lavoro di base – continua Firstenberg – è convincere quante più associazioni possibili a depositare memorie amicus (amico della corte) presso la Corte Suprema a sostegno della causa. Ci stiamo avvicinando a città e contee;, membri del Congresso; organizzazioni ambientaliste, organizzazioni dei campi elettromagnetici”. Sull’esempio statunitense e dopo la clamorosa vittoria in tribunale conquistata dai gruppi Stop 5G contro lo Stato (attraverso la Commissione Federale delle Comunicazioni sono stati presi in esame solo studi scientifici negazionisti del danno agli organismi umani), Alleanza Italiana Stop 5G promuoverà una raccolta fondi per sostenere una serie di cause giudiziarie pilota anche nei tribunali italiani. Al primo posto, come già annunciato con una diffida legale sottoscritta pure dai medici ambientali di ISDE Italia, c’è il riconoscimento dell’elettrosensibilità.