5G tra geopolitica, modello Cina, satelliti SpaceX, robot e case domotiche: un futuro (distopico) che ridisegna la società

di Maurizio Martucci

Satelliti in orbita, droni in cielo, automobili senza conducente, case domotiche per elettrodomestici intelligenti. E poi turismo virtuale, didattica robotica nelle scuole, moneta elettronica, credito sociale e riconoscimento facciale per tracciamenti multipli e continuativi: la rivoluzione tecnologica programmata nell’Era Elettromagnetica di quinta generazione poggia su Big Data. Un futuristico grande fratello tra fantascienza e distopia, lì dove nemmeno George Orwell era finito in 1984. Il 5G si inserisce qui dentro, è il perno su cui gira l’interno sistema. “Nulla sarà più come prima”, nel 2018 il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. “Saranno i robot a salvare l’Uomo, ne miglioreranno la vita,” l’anno dopo Paola Pisano, Ministro dell’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Quando si parla di 5G, il più subdolo lato oscuro fuoriesce dalla diatriba medico-scientifica su cancerogenesi e pericolosi effetti sanitari, sconfinando nella riprogrammazione di un futuro iperdigitale sempre più d’estrema attualità. L’Internet delle cose punta infatti su geopolitica e cambio antropologico della specie per una missione senza precedenti nella storia. Altro che maggiore velocità di trasmissione dati e latenza minore per Smartphone di ultima generazione.

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Il 26 Maggio 2020 SpaceX ha chiesto alla Commissione Federale delle Comunicazioni degli Stati Uniti d’America l’autorizzazione a lanciare 30.000 satelliti wireless nello spazio: l’azienda aerospaziale di Elon Musk mira a raggi focalizzati tutta la terra da intrecciare in un invisibile mosaico irradiato da celle sovrapposte, servendo fino a 150 milioni di utenti Internet in contemporanea. Il 5G dal cielo si sommerà a milioni di antenne e stazioni radio base terrestri. In Italia, prevista copertura del 98% del territorio nazionale per raggiungere il 99% della popolazione. Tutto e tutti, nessuno potrà sottrarsi. Nessuno troverà scampo né riparo. Persino le comunità astrofisica e metereologica hanno lanciato l’allarme: coi satelliti a confondersi tra stelle e pianeti, per la National Oceanic and Atmospheric Administration l’interferenza potrebbe causare fino al 77% della perdita di dati utili, riportando indietro di trent’anni le l’accuratezza delle previsioni meteo. La grande gabbia è pronta per l’uso.Se e quando Starlink avrà milioni di clienti paganti – afferma l’attivista Arthur Firstenberg, promotore dell’appello Stop 5G internazionale che racconto quasi 300mila firme in oltre 200 nazioni al mondo – è possibile che niente e nessuno sarà risparmiato dall’irradiazione elettromagnetica proveniente dallo spazio: umani, animali e insetti.” Irradiare chiunque, oltre alla pervasività dell’inquinamento elettromagnetico, significa riorganizzazione dalle fondamenta il modello società, dai suoi consumi al lavoro e trasporti, aprendo alla natura militare del 5G tra servizi di intelligence, hacker e spionaggio.

La nuova guerra fredda corre tra USA e Cina sulla cosiddetta Via della Seta Digitale. Oltre al controllo capillare delle masse, una sorta di trasmutazione antropologica sotto mentite spoglie coincide col tramonto dell’umanità nell’alba del cosiddetto transumanesimo. Trapassata l’etica, la deriva di forze sovranazionali chiede infatti a scienza e tecnologie d’avanguardia di farsi pratica teoretica per superare la natura e tutto ciò che è naturale. Algoritmi e banca dati in cloud, il dischiudersi di uno scenario d’evoluzione apocalittica è stato disegnato su chip dermali sottocutanei, nanorobotica e rivoluzione digitale. L’ibrido uomo-macchina è dietro l’angolo. Nel 2016 l’Europarlamento s’è interrogato persino sulla possibilità di far pagare le tasse ai robot e uno studio dell’OCSE afferma che in Italia un posto di lavoro su due sarà sostituito da macchine pensanti. “Ci dobbiamo augurare il nuovo ibrido ‘uomo-macchina’, senza alcuna paura – sempre parole del ministro Pisano – perché alla parte macchina lasceremo i lavori usuranti, pericolosi e ripetitivi mentre alla parte uomo resterà l’intelligenza e la creatività. In Italia siamo già molto avanti e ci vorrebbe una vera ‘silicon Valley’ della robotica, un hub produttivo dove sviluppare e far crescere il settore. D’altronde basta leggere i dati 2018 del WEF, citati da Bentivogli: nel 2025 perderemo 75 milioni di tipologie di lavoro ma ne creeremo 133 milioni. Quindi, benvenuti Robot e benvenuti a noi uomini e donne che non abbiamo paura del cambiamento dei nuovi lavori e delle nuove opportunità. Il mondo si trasforma siamo pronti ad osare?

Non è un ibrido cyborg ma l’immagine più forte dell’uso del 5G tra Biga Data, transumanesimo e turbocapitalismo di sorveglianza: è il cosiddetto credito sociale, un meccanismo di controllo e monitoraggio totale lanciato a Pechino nel 2015. Collega dati fiscali, finanziari, giuridici e medici di ognuno. Si basa su algoritmi e intelligenza artificiale, il target sono i cittadini ma pure aziende e oppositori politici. Usato in Cina per contenere l’epidemia Covid 19, il comportamento di ognuno viene seguito, classificato e giudicato da varie agenzie governative. Sincerity Management Model lo chiamano, un sistema che “permette a chi è affidabile di vagare ovunque sotto il cielo, rendendo difficile per chi è stato screditato di fare un solo passo”.

In pratica, dall’idea settecentesca di Bentham sul Panopticon, grazie alle mini-antenne millimetriche del wireless di quinta generazione, in tempo reale si trasmettono immagini scansionate da oltre 200 milioni di telecamere di sorveglianza con riconoscimento facciale, per scoraggiare e punire illeciti e trasgressioni: fumare dove proibito, passare col semaforo rosso, suonare musica ad alto volume, gettare a terra un pezzo di carta, appartenere a gruppi ostili o non graditi al Governo: 5G, Intelligenza artificiale e Big Data giudicano quantitativamente con un punteggio le azioni di tutti. “Ad ogni infrazione il punteggio sociale diminuisce e con esso aumenta il rischio di ricevere ammende finanziarie o degli ostacoli alle proprie libertà. Una forma di dittatura digitale basata su una gestione algoritmica”. Si parte da 10, poi giù a scalare, fino alle punizioni, step by step: divieto di lasciare il paese, impossibilità a salite sui mezzi pubblici, passaporto e conto corrente bancario bloccati, fino all’isolamento digitale e l’inserimento in una vera e propria blacklist.

Pubblico ludibrio, un po’ come i cartelli con le taglie per i ricercati ai tempi del far west.  Secondo un’inchiesta della Associated Press, nel 2019 ben 17,5 milioni di biglietti aerei sono stati bloccati per reati inseriti nel programma di credito sociale. Non è forse un capo che dallo scoppio del virus a Wuhan, alcune fonti affermano della scomparsa in Cina di 2,5 milioni di schede telefoniche. A differenza di quanto si possa supporre, in Italia non siamo propriamente agli antipodi. E se l’App Immuni può solo vagamente ricordarne l’idea, infatti sui social prende sempre più piede la censura digitale. Lontani i tempi della rete free, serbatoio di idee, pluralismo libero e indipendenza, cominciano a moltiplicarsi gli episodi di scomodi profili Facebook misteriosamente oscurati e i video atipicamente rimossi da Youtube pur essendo conformi agli autoregolamenti. Ha fatto scalpore il caso dell’On. Sara Cunial: un suo video è stato cancellato nonostante la registrazione fosse di una dichiarazione di voto in sede istituzionale. Nemmeno il Parlamento può più sfuggire alla ghigliottina 2.0 dell’algoritmo.

A livello internazionale, però, lo scontro più duro sul 5G si gioca nelle manovre geopolitiche tra due grandi potenze. “La guerra Usa e Cina è già in atto da tempo, nel silenzio generale. È una nuova guerra fredda, in chiave moderna. Un conflitto tecnologico. Chi vince questa battaglia dirigerà il futuro. Gli americani l’hanno capito. Ma sanno anche che la stanno perdendo. Per questo hanno lanciato moniti pesantissimi agli alleati. Hanno fatto sapere che gli accordi con la Cina su materie come il 5G mettono in discussione la Nato e i rapporti di collaborazione tra i servizi di intelligence.” Oltre che contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità monopolizzata dai finanziamenti della fondazione di Bill Gates, Donald Trump sta infatti conducendo una spietata guerra contro ZTE e Huawei, le Telco del Dragone d’Oriente che – anche secondo un’inchiesta televisiva di Report che ne ha svelato gli intrecci – inevitabilmente risultano collegate al Partito Comunista Cinese: ignari la gran parte degli italiani, l’Italia è fino al collo dentro questa partita. Con la sottoscrizione degli accordi tra Xi Jinping e Di Maio, il più nutrito affaccio sul Mediterraneo delle basi NATO ha nelle multinazionali cinesi del 5G il terreno per un’inedita guerra di cyberspionaggio, in cui le compagnie di telecomunicazioni rivestono un ruolo sempre più importante nello scacchiere internazionale. Secondo alcuni attenti osservatori, l’esecutivo Conte giallo-verde sarebbe caduto proprio per questo. Sostituito Salvini con Zingaretti ma soprattutto Di Maio con Patuanelli, la versione Conte giallo-rossa starebbe tentando di recuperare i legami con la Casa Bianca.

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