Stop 5G, cybersecurity e privacy. “Col 5G tutti spiabili.” Grazie Report. Ma perché hai omesso i rischi sanitari?

di Maurizio Martucci

Partiamo da un dato: se non ci fosse Report, bisognerebbe inventarla! Share del 9,2%, con punte dell’11% e 2,6milioni di spettatori”, trionfalmente la redazione di Sigfrido Ranucci ha twitatto appena un mese fa, rivendicato il podio nell’inchiesta televisiva nazionale. E grazie a Report, ieri sera l’Italia col piglio inquirente ha potuto scoprire il lato oscuro di Smart City e 5G, versione cyberspionaggio e programmi di sorveglianza permanente di massa, addio (definitivamente) privacy tra Trojan di Stato, spyware, malware e l’inesistenza tecnologica-informatica del cosiddetto rischio zero. Nel colpevole vuoto legislativo che colpisce persino magistrati e procure: «Tra 10 anni le nostre vite saranno più felici», da Shangai ci fa sapere il colosso cinese Zte Corporation (90 miliardi di euro investiti in Europa per i prossimi cinque anni, richiamata la legge sull’intelligence che impone alle aziende del Dragone di collaborare con i servizi segreti mantenendo il riserbo). «Vuole fermare l’intelligenza artificiale? Vuole fermare il quantum computing? Dobbiamo salvaguardare il progresso minimizzando il rischio», sentito pure il Premier Giuseppe Conte ha replicato Roberto Baldoni, vicedirettore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza e responsabile del Nucleo per Sicurezza Cibernetica, sostenitore dell’avanzata di robot, chip intelligenti e Big Data, così a cuore ai profeti delle anti-naturali teorie transumaniste.

Insomma, che nella sua vasta complessità il 5G non sia una tecnologia nota al grande pubblico (che continua ad ignorarne le reali finalità) e che il 5G non sia una tecnologia sicura, esponendo milioni di persone ad un potenziale controllo sociale di massa senza precedenti nella storia dell’umanità, ieri sera Report l’ha fatto capire in maniera esemplare, senza se, senza ma. Così come è ormai chiara la volontà politica del Governo giallo-rosso di fregarsene e andare avanti (lo è stato pure per la versione giallo-verde e per le versioni tecniche precedenti da Monti in poi), perseverando nel rischio, nonostante tutto. A qualsiasi costo. Perché il pericolo ormai è diventato sinonimo di progresso. E intelligenza artificiale, riconoscimento facciale e robot fedeli compagni per chi s’è messo intesta di ridisegnare la vita (?) futura. Che non si può certo fermare: «L’innovazione tecnologica oggi passa dal 5G – all’ottima Lucina Paternesi ha ripetuto Conte – però è chiaro che questo non significa che si viene qui e si utilizzano con la scusa delle infrastrutture tecnologiche o altro, si faccia un uso distorto di queste potenzialità della tecnica».

CLICCA QUI – GUARDA LA PUNTATA DI REPORT SUL 5G DEL 18-11-19

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Peccato però che non sia voluto chiudere il cerchio. O meglio, peccato che Report non abbia voluto aggiornare l’inchiesta sui gravi pericoli socio-sanitari a cui il Governo sta esponendo 60 milioni di italiani, incassati 6,5 miliardi di euro dall’asta delle pervadenti, inesplorate e ubiquitarie radiofrequenze. Omessa volutamente la tecno-rivolta nazionale, omessi gli 80 Comuni che hanno ufficialmente adottato provvedimenti per difendere la salute pubblica, omessi gli eroici 19 Sindaci che hanno emanato ordinanze urgenti Stop 5G, omessi gli aggiornamenti dell’evidenza medico-scientifica nel test americano del National Toxicology Programma che parla di rottura del DNA da elettrosmog, omesso l’atteso aggiornamento della riclassificazione della cancerogenesi delle radiofrequenze onde non ionizzanti da parte dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro e persino la più recente (ambigua?) posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Omissioni, perché? Niente di tutto questo, nemmeno un accenno alla straordinaria mobilitazione tecnoribelle avanzata dall’Alleanza Italiana Stop 5G anche nell’ultimo convegno internazionale promosso alla Camera dei Deputati, nonostante in ben due occasioni le telecamere di Report siano finite a riprendere contenuti e temi di precauzionisti uniti nell’alleanza per rivendicare la tutela della salute nella moratoria nazionale.

Certo, di 5G e rischi socio-sanitari Report ne aveva già parlato in una riuscitissima puntata mandata in onda lo scorso anno. E quindi, ragionevolmente, per non essere ripetitivi la redazione di Ranucci stavolta ha voluto dar spazio all’incubo cyberspionaggio, in rivisitata versione orwelliana tra trame di geopolitica USA-CINA, big-panopticon e il prefigurarsi di un Grande Fratello mondiale a cui nessuno potrà sottrarsi. Però riaffermare il diritto costituzionale alla difesa della salute pubblica sempre più minacciata dal pericolo invisibile, ieri sera avrebbe fatto (eccome) la sua bella figura, ci sarebbe entrato a pennello per far capire come la priorità dei cittadini sia quella di non ammalarsi di overdose da wireless. Perché cyberspionare una popolazione degente oltre che dannoso sarebbe infruttuoso. Magari Report ne parlerà in una prossima puntata: oltre perché spione, va fermato perché minaccia la salute e la vita, di umanità ed ecosistema! Vade retro 5G.   

RIPRODUZIONE CONSENTITA, CITANDO AUTORE E FONTE    

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Un commento

  1. Credo che oramai ognuno debba pensare a se stesso, questi tiranni bankster frammassoni e amici della politica sembrano insensibili a qualsiasi cosa, e persone coraggiose (dopo Falcone e Borsellino) non se ne trovano.
    La popolazione è over-informata da destra e manca e non riesce a distinguere più nulla avanti al suo naso.

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