ESCLUSIVO Cellulari-tumori, l’ombra del conflitto d’interessi sul rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità

Il rapporto ISTISAN 19/11 redatto dall’Istituto Superiore di Sanità con la sintesi di evidenze scientifiche tra radiofrequenze e tumori ha fatto il giro d’Italia, conquistati Tg, Web e giornali: “l’uso del cellulare non risulta associato all’incidenza di neoplasie nelle aree più esposte durante le chiamate vocali – si afferma – ma servono altre indagini sui rischi legati all’utilizzo fin dall’infanzia”. La rivendicazione della tesi negazionista ha scosso il mondo della ricerca medico-scientifica indipendente che, forte degli aggiornamenti in letteratura biomedica e di ben 26.000 voci sugli effetti dannosi dell’elettrosmog, ora promette circostanziate repliche per sconfessare una tesi isolata nelle evidenze di una decina di meta-analisi in cui risulta invece provato e schiacciante l’effetto nocivo di radiofrequenze onde non ionizzanti.    

Autrice del discusso rapporto è Susanna Lagorio, laurea in medicina, primo ricercatore del Centro nazionale di Epidemiologia, Reparto epidemiologia dei tumori dell’Istituto Superiore di Sanità. Sul suo curriculum si legge come abbia “progettato e diretto indagini epidemiologiche sul rischio cancerogeno associato a diverse esposizioni ambientali, con particolare interesse sugli effetti per la salute dei campi elettromagnetici (Interphone)”. Di ombre in capo ai lavori di Susanna Lagorio ne ha ampiamente parlato Angelo Gino Levis (ex Mutagenesi Ambientale all’Università di Padova, ex gruppi IARC-OMS): nella relazione consegnata da Levis al magistrato del Tribunale di Monza che nel 2019 ha sentenziato in favore di un lavoratore con tumore danneggiato da elettrosmog, il nome di Susanna Lagorio compare a più riprese nella denuncia di zone grigie, finanziamenti non dichiarati e conflitti d’interessi all’origine di studi negazionisti che, già da molti anni, vorrebbero sminuire la percezione del rischio socio-sanitario delle irradiazioni elettromagnetiche.

Riferendosi al controverso rapporto pubblicato dall’ISS, ha poi dichiarato Ferdinando Laghi (Vicepresidente dei medici per l’ambiente di ISDE Italia, presidente eletto di ISDE Internationl): “Il contributo di questo rapporto è importante. In generale, però, si è osservato che i risultati cambiano molto se le meta-analisi vengono realizzate eliminando dal lavoro di valutazione gli studi in cui esiste anche un minimo conflitto d’interesse. Molte ricerche sono infatti commissionate o finanziate da portatori di interesse per cui è preferibile non includerle nelle meta-analisi. Ecco quindi il punto, conflitti d’interessi!

In esclusiva assoluta, OASI SANA riporta i passaggi salienti redatti il 5 Maggio 2016 da Angelo Gino Levis nella perizia assunta dal Tribunale di Monza in cui compare il nome di Susanna Lagorio, autrice del rapporto ISTISAN 19/11 redatto dall’Istituto Superiore di Sanità con la sintesi di evidenze scientifiche tra radiofrequenze e tumori.  

CAP. 6: I RISULTATI FALSAMENTE TRANQUILLIZZANTI DEGLI STUDI DI COORTE E DELLE METAANALISI DEGLI AUTORI DELL’INTERPHONE.

Nonostante le vistose carenze metodologiche ed i risultati ottenuti, questo è uno dei lavori che vengono presi ad esempio da Lagorio. (…)

(…) dei 15 Autori dell’articolo in questione, 10 (cioè 2/3) sono notoriamente gravati da conflitti di interessi, precisamente: D’Inzeo, Repacholi e Vecchia hanno fatto parte del Comitato Direttivo del Progetto “EMF-NET” varato dalla CE e cofinanziato dai gestori della telefonia cellulare; inoltre Repacholi, come coordinatore del Progetto CEM dell’OMS, ha ricevuto cospicui finanziamenti sia dalle Compagnie elettriche che da quelle di telefonia cellulare; Vecchia, tramite le Fondazioni Bordoni e Marconi e il Consorzio Elettra 2000, oltre che per aver partecipato al Progetto Interphone, ha avuto rapporti con le Compagnie di telefonia cellulare; Auvinen e la Lahkola hanno avuto finanziamenti dalle Compagnie di telefonia cellulare Finlandesi tramite la Finnish National Technology Agency (TEKES) e il Mobile Telecommunications, Health and Research (MTHR); Elliott e Sinkiewicz hanno fatto parte del Comitato Scientifico dell’MTHR, organismo finanziato dalle Compagnie di telefonia cellulare; la Lagroye è stata finanziata da Motorola e France Telecom, inoltre lavora nel laboratorio PIOM diretto da B. Veyret, uno dei membri dei Comitati scientifici dell’ICNIRP e della Telecom francese (Bouygues Telecom, uno dei tanti finanziatori del Progetto Interphone); McCormick è stato spesso cofinanziato da Compagnie di telefonia cellulare; infine Lerchl è stato escluso dal gruppo di valutazione IARC/OMS sulle RF quando sono stati resi noti i suoi legami, tramite il German Radiation Protection Board, con le Compagnie di telefonia cellulare tedesche; il lavoro non cita alcuna fonte di finanziamento e conclude con un ringraziamento a Susanna Lagorio che ha partecipato al Progetto Interphone, cofinanziato dalle Compagnie di telefonia cellulare. (…)

(…) Va anche segnalato che le motivazioni che hanno spinto Lagorio e Vecchia ad attaccare la sentenza della Corte d’Appello di Brescia, Sezione Lavoro – la prima nel mondo che ha riconosciuto il nesso causale tra uso intenso e prolungato nel tempo di cellulare e cordless e tumore a un nervo cranico (trigemino) e, di conseguenza, ha condannato l’INAIL a risarcire il danno subito dal ricorrente (80% di invalidità permanente, – hanno anche un obiettivo ben più ampio che l’annullamento di questa sentenza da parte della Cassazione. L’obiettivo principale, ampiamente condiviso dagli Autori degli articoli sopra esaminati e da altri dello stesso tenore che ci aspettiamo nei prossimi mesi, è quello di rinviare ancora una volta la revisione dei limiti di esposizione fissati dall’ICNIRP (Presidenti: Repacholi e poi Vecchia) e fatti propri dall’OMS, dalla CE e dalle più importanti Commissioni Internazionali sui CEM. Questi limiti sono basati, lo ricordiamo ancora una volta, sulla tutela dai soli effetti acuti di origine termica provocati dai CEM/ELF (100 µT per la popolazione, 500 µT per i lavoratori) e dalle RF (61 V/m per la popolazione, 137 V/m per i lavoratori), limiti che sono superiori di almeno 2-3 ordini di grandezza rispetto ai limiti cautelativi per la protezione dagli effetti acuti non di natura termica e dagli effetti a lungo termine – compresi cancri, malattie neurodegenerative ed effetti genotossici – provocati dai CEM/ELF (0,2 µT) e dalle RF (0,6 V/m). (…)

(…) Viste queste premesse non stupisce che i due Autori (Lagorio e Roosli) concludano affermando che “i risultati del nostro studio annullano l’ipotesi che l’uso dei TM (Telefoni Mobili) possa provocare o influenzare lo sviluppo di tumori intracranici”. Comunque gli Autori ammettono (bontà loro!) che, poiché si sa ancora poco su che cosa può succedere dopo un uso prolungato (più di 15-20 anni) dei TM, in particolare nei soggetti più sensibili (bambini e adolescenti), è opportuno mantenere la sorveglianza epidemiologica su questi argomenti. Ma questo è solo un trucco per assicurarsi la possibilità di proseguire il lavoro nel tempo! (…)

(…) Interessante il commento di Paul Doyon che si presenta come uno dei collaboratori di Myung e ricorda i risultati della metaanalisi da questi pubblicata, in particolare la correlazione tra studi affidabili (“high-quality studies”, come quelli di Hardell) e finanziamenti pubblici, e studi non affidabili (“low-quality studies”, come quelli dell’Interphone, dei quali gli Autori identificano i difetti metodologici e i finanziamenti di Compagnie di telefonia cellulare. Interessanti, anche se si tratta di notizie già note, le segnalazioni postate da Joel M. Moskowitz il quale segnala che Susanna Lagorio assieme a Paolo Vecchia ha pubblicato un articolo (in realtà più di uno, n.d.a.) di critica alla sentenza della Corte d’Appello di Brescia confermata dalla Corte di Cassazione italiana e inoltre segnala i siti Internet dove sono riportati i finanziamenti che riceve Roosli, dalle compagnie di telefonia cellulare. Ovviamente neanche Lagorio e Roosli, nonostante quanto sopra riportato, citano alcuna fonte di finanziamento, né tantomeno riconoscono di essere portatori di conflitto di interessi! (…)

(…) Vale la pena, a proposito dell’articolo sopra riportato (Lagorio e Roosli) e di quello di Swerdlow e coll. di citare alcuni passi del commento di Elettra 2000 251, organo di informazione ufficiale dell’Ist. Superiore di Sanità e del Ministero della Salute Italiano. Questo commento ricorda che “nel mese di Luglio 2014 la rivista internazionale Bioelectromagnetics ha pubblicato un articolo scritto da Mark Elwood, professore di epidemiologia all’Università di Auckland, che analizza lo stato delle conoscenze scientifiche sull’eventuale correlazione tra esposizione a campi a radiofrequenza emessi da dispositivi cellulari ed aumento di insorgenza di tumori cerebrali”. Questo commento parte dalla metaanalisi di Lagorio e Roosli e sostiene che questo articolo “offre un contributo prezioso sull’argomento, in quanto si tratta di un documento che mostra, con maggior chiarezza, rispetto a quanto era stato fatto in precedenza, la complessità degli studi epidemiologici condotti dal 1999 ad oggi riguardo la potenziale correlazione tra esposizione a campi a radiofrequenza emessi da dispositivi cellulari ed insorgenza di tumori cerebrali. Come noto, infatti, i risultati delle indagini scientifiche fin qui condotti sul argomento si presentano di complessa interpretazione e soprattutto non sono in alcun modo conclusivi. (…)

(…) Come mostra l’articolo pubblicato da Lagorio e Roosli, la maggior parte delle pubblicazioni in questo settore è rappresentata da studi caratterizzati da bassa potenza statistica e da elevati limiti di progettazione, che non hanno permesso di trarre conclusioni definitive, contribuendo ad aumentare l’incertezza sull’argomento. In questo scenario, caratterizzato da elevata complessità a cui si aggiungono difficoltà  oggettive, l’unica possibilità di trarre risultati univoci e conclusivi può essere raggiunta solamente attraverso i dati ottenuti da studi ampi e ben progettati. Ciò sarebbe dovuto accadere con lo studio Interphone, un’indagine di elevata potenza statistica, ben progettata e coordinata, che ha coinvolto 13 differenti paesi operanti con un unico protocollo, che avrebbe potuto portare a conclusioni definitive ed univocamente accettate dalla comunità scientifica. (…)

(…) Tuttavia, i risultati del Programma Interphone, che nel complesso hanno evidenziato un leggero incremento del rischio di insorgenza di glioma e neurinoma acustico negli utilizzatori classificati nel decile più elevato di ore cumulative d’uso del telefono cellulare, non sono stati né pienamente soddisfacenti, né tantomeno conclusivi. I risultati, forse a causa della bassa potenza statistica, sono ambigui, infatti in molti casi emerge una riduzione del rischio (OR < 1) per gli utilizzatori di telefono cellulare rispetto ai non utilizzatori e allo stesso tempo un aumento del rischio di glioma (OR > 1) e di neurinoma acustico nei decili più alti di esposizione. In questo scenario i risultati possono venire interpretati sposando la teoria dell’aumento del rischio (Hardell et al., 2013 169, vedere inizio di questo Cap. e tenere presente che non si tratta affatto di una “teoria” bensì dei risultati ben più affidabili per la metodologia usata rispetto a quelli dell’Interphone, inoltre confermati dagli studi di tanti altri Autori, n.d.a.), oppure sostenendo una assenza di correlazione tra esposizione ed insorgenza della patologia e conseguentemente una assenza di rischio (Swerdlow et al., 2011 250, v. sopra). Inoltre, il notevole ritardo nella pubblicazione dei dati potrebbe aver contribuito a rinforzare lo scetticismo da parte del pubblico sull’approccio scientifico seguito nello studio (figurarsi se il pubblico è in grado di conoscere i ritardi nella pubblicazione delle conclusioni dell’Interphone e, da qui, di ricavare scetticismo sull’approccio scientifico seguito in questo studio, n.d.a.!!).(…)

(…)Inoltre il peso dell’Istituto Superiore di Sanità nelle posizioni per nulla cautelative sui rischi di cui sopra, assunte dai nostri organismi decisionali in materia (Ministero della Salute, Consiglio Superiore di Sanità, Governo), è accresciuto dalla partecipazione a diverse delle Commissioni citate nella presente memoria di altri ricercatori (G. D’INZEO, M. GRANDOLFO, C. MARINO, S. LAGORIO, M.R. SCARFI, E. TESTA, O. ZENI), tutti gravati da conflitti d’interessi e tutti strettamente collegati fra loro e con l’ISS e la “Fondazione Ugo Bordoni” (FUB). Questa è un organismo di consulenza del Ministero delle Comunicazioni a cui, fra l’altro, è assegnata, con le ARPA, la gestione delle campagne di monitoraggio e.m. in Italia. La FUB ha avuto tra i componenti del suo Consiglio di Amministrazione molti rappresentanti del mondo dell’industria delle telecomunicazioni (Nokia, H3G, Vodafone, Fastweb, Telecom, Tiscali, Wind, Telespazio, Alcatel, Ericsson)

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