Quello che non fa il Ministero della Salute lo farà il il Comune di Trento: cofinanzierà uno studio sugli effetti del 5G. E’ La prima volta in Italia! NOTIZIA ESCLUSIVA OASI SANA

di Maurizio Martucci

“Al fine di rendere il Comune di Trento capofila di questa iniziativa volta a verificare la sicurezza della salute pubblica in un modo scientifico e certo”. La notizia che tutti gli italiani per la precauzione attendevano dal Ministro della Salute Giulia Grillo è invece arrivata dal Consiglio Comunale di Trento: con 29 voti favorevoli sui 33 in aula, è stato approvato un emendamento per destinare 30.000 euro di fondi pubblici per uno studio scientifico indipendente finalizzato alla valutazione degli effetti biologici del 5G.

Come sta succedendo all’estero (primo stato la Louisiana in USA) dove con studi predittivi si sta cercando di evitare un vero e proprio salto nel buio per la collettività, altrimenti costretta a fare da cavia in favore di una tecnologia rischiosa e non sicura, è la prima volta in Italia che un ente pubblico, per di più non un dicastero né un ente sanitario ma un’amministrazione comunale, approva lo stanziamento di patrimoni pubblici per valutare le inesplorate radiofrequenze del 5G. Un’imperdonabile falla da colmare, vista l’assenza di analisi predittive prima dell’avvio della sperimentazione, già partita in molte zone d’Italia. Il merito è dell’emendamento presentato dai consiglieri del MoVimento 5 Stelle Andrea Maschio, Paolo Negroni, Marco Santini e approvato ieri in riva all’Adige.

Il Comune di Trento – si legge nell’atto che impegna il Sindaco Alessandro Andreatta e la giunta comunale trentina – “destina 15.000,00 euro nel 2019 e 15.000 nel 2020, ovvero 0,255 euro per abitante (117.417 gli abitanti di Trento) per cofinanziare uno studio scientifico sperimentale realizzato da un istituzione scientifica indipendente da identificare ai fini di verificare possibili effetti biologici dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (onde millimetriche) alle frequenze proposte per il 5G, e valutare il pericolo per la salute umana e ambientale, secondo procedure condivise con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e con l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente.”

Proprio a Trento ad inizio luglio Andrea Maschio, referente regionale dell’Alleanza Italiana Stop 5G, aveva promosso e organizzato un convegno nazionale Stop 5G alla presenza di medici, scienziati, esperti ed avvocati impegnati nella difesa della salute pubblica minacciata dalle radiofrequenze centimetriche e microonde millimetriche dell’Internet delle cose. E proprio all’incontro di Trento è spiccata la presenza della Dott.ssa Fiorella Belpoggi direttrice del Centro per la Ricerca sul Cancro dell’Istituto Ramazzini che, resi disponibili gli impianti usati per le valutazioni cancerogene sulle bande 2G e 3G per effettuare un nuovo studio anche sugli effetti del 5G, ha ufficializzato come entro il 2019 dal centro bolognese partirà l’attesa ricerca che, ora, può trovare nel Comune di Trento parte dei finanziamenti indispensabili per la conduzione di test non commissionati dalla lobby e quindi privi di conflitti d’interessi. L‘ennesimo traguardo prefigurato nel consenso nella Risoluzione di Vicovaro.

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