Ennesimo appello del mondo scientifico all’Italia per non innalzare i limiti soglia d’inquinamento elettromagnetico. Il 13 Marzo 2024 la Commissione internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici – composta da scienziati, ricercatori di fama mondiale non conflitti da interessi con la lobby industriale delle multinazionali – ha inviato una lettera al Governo Meloni e ai funzionari pubblici italiani criticando la nuova legge approvata dal Parlamento il 30 dicembre 2023. La norma, fortemente voluta delle Telco e dal ministro Adolfo Urso, aumenta in maniera discriminata e ubiquitaria i limiti italiani di esposizione umana alle radiazioni a radiofrequenza. Fondata nel 2021, la Commissione internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici “formula raccomandazioni basate sulle migliori pubblicazioni di ricerca scientifica sottoposte a revisione paritaria, che includano e vadano oltre la definizione di linee guida sull’esposizione numerica. L’ICBE-EMF è costituito da un consorzio multidisciplinare di scienziati, medici e professionisti correlati che sono, o sono stati, coinvolti nella ricerca relativa agli effetti biologici e sulla salute delle frequenze elettromagnetiche.”
OASI SANA riporta integralmente il testo della lettera scritta dagli scienziati: il 30 Aprile 2024 scadono i termini previsti per legge relativi all’audizione dei territori nella Conferenza Unificata, finora inascoltati i sindaci. Se anche quest’appello non venisse accolto, dopo oltre 25 anni in Italia aumenterà l’elettrosmog. Come si legge dall’istanza dei ricercatori, il rischio parla di “danno al DNA, cardiomiopatia, cancerogenicità, danno allo sperma ed effetti neurologici, tra cui sensibilità elettromagnetica e la conseguente sindrome delle microonde. “ Cioè l’elettrosensibilità, in Italia riconosciuta solo a livello regionale da Calabria e Basilicata.
Questa la situazione internazionale: seguendo le controverse linee guida della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) che fissa il limite a 61 V/m, per i Paesi membri l’Europa ha stabilito delle raccomandazioni sul tetto da non superare (che non significa affatto che deve essere raggiunto, come vorrebbe far credere la narrazione predominante): Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Finlandia, Estonia, Cipro hanno seguito le raccomandazioni UE ponendo il limite a 61 v/m. Cinque stati non hanno fissato limiti o li hanno persino fissati più alti delle raccomandazioni Ue (Olanda, Danimarca, Svezia, Lettonia, Austria). Otto paesi hanno posto limiti più stretti rispetto alle indicazioni europee (Italia, Belgio, Slovenia, Croazia, Grecia, Bulgaria, Polonia, Lituania). La Svizzera, fuori dall’UE, ha il limite più basso a 5 V/m, ma nessuno al mondo ha l’anomalia italiana nella rilevazione delle 24 ore, ovunque ferma ai 6 minuti come parametro scientifico di risposta biologica. Da oltre 25 anni l’Italia adotta i 6 V/m come modello virtuoso.
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La stiamo contattando a nome della Commissione internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici (ICBE-EMF.org), un’organizzazione internazionale composta da scienziati, fisici, ingegneri, medici e altri, che si dedicano a garantire la protezione di esseri umani e di altre specie dagli effetti nocivi delle radiazioni non ionizzanti. Il nostro primario scopo è quello di formulare raccomandazioni, basate sulla migliore ricerca scientifica peer-reviewed, pubblicazioni che includono e vanno oltre la definizione di linee guida sull’esposizione numericamente determinata. Siamo totalmente indipendenti dall’industria, mentre promuoviamo soluzioni tecnologiche che proteggono salute umana.
Sosteniamo pienamente la lettera che si oppone alla nuova legge n. 214, emanate il 30 dicembre 2023 dal Parlamento italiano, la quale, in forza dell’articolo 10, aumenta i limiti di esposizione umana a radiofrequenza.
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Siamo d’accordo con gli scienziati, i fisici, gli ingegneri e i medici che hanno firmato la lettera che questa nuova legge viola i diritti degli individui, la loro salute e la qualità dell’ambiente. Mentre l’industria spinge l’espansione delle esposizioni wireless nella sua 5G (quinta generazione), solo pochi studi sono stati eseguiti sugli effetti biologici e sanitari delle frequenze e delle pulsazioni utilizzate da questi nuovi sistemi. L’esperienza che abbiamo dalle generazioni precedenti (1G-4G) indica che agli attuali limiti di esposizione stabiliti circa 25 anni fa erano basati su un effetto comportamentale negli animali da esperimento, che è stato osservato dopo esposizioni a breve termine (fino a un’ora). Effetti a lungo termine delle radiazioni elettromagnetiche che sono fonte di preoccupazione per la salute pubblica sono state ignorate dall’ICNIRP nelle sue line guida per limitare le esposizioni alle Radiazioni in Radio-Frequenza
(RRF).
Aumentare i limiti di esposizione in Italia rispetto agli attuali limiti, che sono stati approvati oltre due decenni fa e sono da allora vigenti, pone gli interessi commerciali a breve termine delle aziende wireless al di sopra della salute e del benessere delle persone e di tutta la natura in Italia. Quali nuove informazioni sulle RRF sono disponibili che giustifichino l’aumento dei livelli di esposizione umana ammissibili per questa forma di radiazione?
Aumentare i limiti di esposizione non ha senso dal punto di vista della salute. In Paesi come la Svezia, dove il 5G è in funzione, ora ci sono livelli di RRF considerevolmente più alti a causa del 5G. Le misurazioni nelle residenze vicine alle torri 5G sono state professionalmente testate e mostrano 20-35 V/m (picco), e le malattie immediate sono state documentate in otto casi di studio tra le persone che vivono in quelle case.
Le condizioni di esposizione in tali studi avrebbero dovuto essere tenute presenti dalla muova legislazione italiana, che reca l‘innalzamento dei limiti di esposizione alle RRF. Questi primi studi devono essere
considerati seriamente, in quanto forniscono la prova che le persone stanno subendo danni dalle maggiori esposizioni. Dovrebbero essere intraprese azioni per proteggere la popolazione da tali RRF. Nel 2023, ICBE-EMF ha pubblicato un documento intitolato “Le prove scientifiche invalidano le ipotesi sulla salute alla base delle determinazioni del limite di esposizione FCC e ICNIRP per le radiazioni a radiofrequenza: implicazioni per il 5G,.
Stiamo segnalando che gli attuali limiti di esposizione stabiliti dall’ICNIRP e dalla FCC si basano su ipotesi non valide e continuano a presentare il conto di danni alla salute pubblica. Gli
effetti avversi a lungo termine osservati a esposizioni al di sotto della soglia presunta di SAR (Tasso di Assorbimento Specifico) includono l’induzione non termica di specie reattive dell’ossigeno, danno al DNA, Cardiomiopatia, Cancerogenicità, danno allo sperma ed effetti neurologici, tra cui sensibilità elettromagnetica e la conseguente sindrome delle microonde. Inoltre, più studi sull’uomo hanno trovato associazioni statisticamente significative tra l’esposizione alle RRF e l’aumento del rischio di cancro al cervello e alla tiroide. L’ICBE-EMF riconosce queste associazioni epidemiologiche e chiede una maggiore protezione della salute. Ci sono anche in proposto soluzioni ingegneristiche che l’industria può facilmente adottare per fare un uso de telefono cellulare più sicuro.
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Di conseguenza, gli attuali limiti di esposizione, incoraggiati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’ICNIRP, che vengono “armonizzati” dalla Germania e da molti altri governi nazionali nel Mondo, eccetto Italia, Svizzera ed altri fino ad oggi, si basano su false ipotesi di sicurezza. Non proteggono adeguatamente i lavoratori, i bambini, gli individui ipersensibili e la popolazione generale da esposizioni a RRF a breve o lungo termine.
L’industria ha a lungo diminuito i livelli dichiarati di esposizioni wireless facendo una media dell’intensità del campo elettromagnetico almeno su 6 minuti; un valore giustificato solo nel contesto della misurazione dell’effetto termico e che in Italia è stato addirittura aumentato fino a 24 ore da un improvvido decreto legge, n.179/2012, art. 14.8. La media su 6 minuti è ingannevole, basata com’è sulla natura pulsatile della forma d’ onda delle RRF; la media superiore a 24 ore o più è inappropriata dal punto di vista scientifico ed è incompatibile con gli obiettivi di tutela della salute pubblica. I livelli di picco dell’esposizione, risultante da tutte le fonti di emissione in radiofrequenza possono essere più di 10 volte maggiori rispetto ai livelli in
media su intervalli di 6 minuti e centinaia di volte rispetto ai livelli in media su 24 ore. Di conseguenza, la suddetta media nel tempo consente esposizioni elettromagnetiche impulsate estremamente brevi che permettono di superare enormemente il valore di esposizione media consentito. Questo è importante perché il corpo umano reagisce a impulsi di campo elettromagnetico molto brevi, quando la loro intensità attraversa una soglia di attivazione.
Sono urgentemente necessari limiti di esposizione wireless protettivi per la salute per gli esseri umani e l’ambiente. Questi limiti devono essere basati su prove scientifiche piuttosto che sul mal indirizzato interesse dell’industria all’espansione, basato per giunta su presupposti errati di sicurezza.
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La Sua azione è fondamentale, data la crescente esposizione mondiale delle popolazioni e dell’ambiente alle RRF, tra cui le nuove forme di radiazione dalle telecomunicazioni 5G, per le quali non ci sono studi adeguati sulla salute e sugli e effetti che dimostrino che è sicuro esporre gli esseri umani fino ai livelli consentiti dai limiti dell’ICNIRP.
Ci auguriamo che prenda seriamente in considerazione le nostre opinioni professionali e si opponga a questa nuova legge italiana che aumenta i limiti di esposizione alle radiazioni in radiofrequenza.
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CARO MAURIZIO NON POSSO CHE RINGRAZIARTI PER IL TUO IMPAGABILE IMPEGNO.
ABITO VICINO ALLA DIRETTISSIMA MI-NA CON TRE ANTENNE DELLA TELEFONIA, QUELLA PIU’ VICINA A 50 METRI, LE ALTRE DUE A 80 MT. CI SONOTUTTE: FS, WIND, TRE quella lungo la ferrovia, LE ALTRE DUE, UNA VODAFON E TIM, L’ALTRA ILIAD.
C’E’ GIA IL 5G, ED IO LO SENTO FORTISSIMO SOPRATUTTO LA MATTINA.
GRAZIE AL TUO ARTICOLO SULL’ERTHING MI STO ATTIVANDO PER VEDERE DI TROVARE FINALMENTE QUALCOSA CHE MI POSSA AIUTARE PER RIEQUILIBRARE IL MIO SISTEMA NERVOSO E FISICO SEMPRE IN BALIA DI QUESTI CAMPI ELETTROMAGNETICI.
SONO UNA PERSONA ELETTROSENSIBILE CON PROBLEMI DI MULTICHIMICOSENSIBILITA’, ACCERTATA DAL COMPIANTO PROFESSOR GIUSEPPE GENOVESI GIA’ NEL 2012 MA DISCONOSCIUTA DAL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE- azienda USL-TOSCANA AREA SUD EST ( CHE HA AUTORIZZATO IL COMUNE DI AREZZO DI CONTINUARE AD INSTALLARE ANCORA UNA ANTENNA, QUELLA DELLA ILIAD ACCANTO ALL’ALTRA CHE DISTA A SOLI 80 MT DALLA MIA CASA.
n.b. un assessore mi consigliò di cambiare casa!
grazie ancora Flavia Bisogni
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Ricordo bene la tua storia, cara Flavia, ne scrissi anche…. un forte abbraccio NON MOLLARE – Maurizio
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