VITA, volano gli stracci. Polacco: “provocatori, dimissionari gettano fango”. Ma i documenti provano un’altra verità – ESCLUSIVA OASI SANA

Non accenna a placarsi la tempesta su VITA, il neo-partito presieduto dalla parlamentare Sara Cunial, “la comunità sociale e politica” al centro di una vera e propria implosione tra scontri, verità celate, rettifiche e accuse. Dopo il flop elettorale nel magro bottino dello 0,7% e le dimissioni in blocco del 50% dei fondatori e dei candidati più votati, su Visione TV è andata in onda Fine Vita, una puntata talk-show condotta da Francesco Toscano con la partecipazione della scienziata Antonietta Gatti (ex candidata VITA al Senato) nei panni della folgorata sulla via di Damasco: “non abbiamo raggiunto il risultato, avendo fallito … dalla politica torno alla scienza, al mio laboratorio.”

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Non solo Web TV, perché tra dimissioni, diktat e chiarimenti (specificato di non esserne uscita perché mai entrata, in una nota Renate Holzeisen s’è presa da Vita “un momento di riflessione ed auto-analisi“), le polemiche riguardano anche la base e l’interno del partito, dove stanno letteralmente volando gli stracci, senza esclusione di colpi. Fondatori dissenti cancellati senza appello da chat, gruppi social e sito ufficiale del partito, canali Telegram arbitrariamente chiusi o sottoposti a veti e censure, attivisti sgraditi bannati. E poi il botta e risposta a distanza tra (da un lato) Cunial, Edoardo Polacco e Davide Barillari con (all’altro lato) a correggere il tiro Paolo Sensini – dopo Luca Teodori, fuoriuscito con Maurizio Martucci – in un serrato tira e molla in cui l’avvocato della deputata ex 5 Stelle finisce nel definire “provocatori, i dimissionari (che) gettano fango sul partito“, mentre il consigliere della Regione Lazio (anche lui ex 5 Stelle) ha parlato di tradimento e traditori. Insomma, parole grosse e rottura insanabile. Ma come stanno veramente le cose? Chi sono i provocatori e traditori? Testimonianze, resoconti e documenti alla mano (inediti, qui in esclusiva su OASI SANA), proviamo a mettere ordine e caprine meglio.

L’antefatto è il giorno dopo lo spoglio delle elezioni del 25 Settembre. Teodori si dimette denunciando il fallimento del progetto (“VITA ha fallito il proprio compito elettorale e Sara Cunial non si è dimostrata all’altezza, non è stata la leader che tutti aspettavamo“), mentre la sterile riflessione post-elettorale si chiude nello strappo dei fondatori Sensini (“abbiamo chiesto le dimissioni di Edoardo Polacco, ho lamentato una gestione opaca del partito“) e Martucci (“alle legittime richieste di indire subito un congresso nazionale mi è stato risposto .. ‘non ora, ma tra 1 anno!’“), entrambi fuoriusciti da Vita domenica scorsa al termine di una riunione-lampo non senza misteriosa coda. “Hanno deciso di non condividere la prosecuzione delle attività politiche del partito Vita anche su basi regionali ed amministrative“, omettendo il resto delle loro richieste per una revisione responsabile e radicale della lista unitaria, su Telegram afferma la Cunial che, evidentemente incalzata sulla necessità di un congresso, appena cinque giorni dopo sposta il tiro annunciando l’organizzazione di una convention nazionale (non proprio la stessa cosa del congresso), fissata per la fine di ottobre a Bolsena (Viterbo).

Cunial: “l’evento sarà un ritrovo aperto a candidati ed attivisti, gli eroi di questa prima turbolenta ma energica fase del progetto Vita. Avremo così modo di scambiarci di persona analisi, progetti e strumenti per far evolvere Vita in modo pragmatico e utile (…) sarà dato ampio spazio al confronto (…) in una nuova chiave propositiva.”

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Non si fa attendere la replica di Sensini: “bene, vedo che per il 22 e 23 ottobre viene subito convocato un incontro a Bolsena. Peccato che era quanto chiedeva a gran voce anche il sottoscritto e Martucci nella riunione di domenica scorsa cui è stato opposto dal trio Barillari-Polacco-Cunial un secco diniego sostenendo che non vi era nulla da discutere perché tutto andava benissimo. Il congresso si sarebbe fatto per Statuto tra un anno e tanto bastava. Punto. E poi c’erano le elezioni regionali nel Lazio a cui bisognava subito dedicare tutte le forze mettendo da parte ogni altra questione… sarà l’occasione giusta per rendere pubbliche tutte le critiche rispetto a ciò che è accaduto, come avviene in qualsiasi organismo sano e intenzionato a evolversi positivamente, senza venire minacciati di QUERELA nel caso qualcuno avesse osato rendere pubbliche le ragioni della nostra esclusione da Vita. E infatti il comunicato finale, redatto da Sara in base al verbale della riunione, è stato bocciato per esplicita volontà del legale del gruppo. Davanti a tante persone non sarà dunque facile tappare la bocca a chiunque domandi ragione di una certa gestione dicendogli che, se prova a esternarlo pubblicamente, rischia di essere trascinato davanti a un Tribunale“.

E si, perché nella riunione-lampo del 2 ottobre sul litorale romano, alla richiesta di Sensini di rendere pubblico in un comunicato stampa il contenuto dell’incontro – non solo per soddisfare le legittime aspettative di elettori, ex candidati e attivisti disorientati dall’assenza di notizie all’indomani delle deludenti elezioni – Polacco ha risposto con un perentorio: “Ti querelo!”, fermata l’uscita del documento, per poi affondare successivamente il colpo con una dichiarazione al fulmicotone su una chat di Telegram. Eccola.

Polacco: “questa chat (è stata) trasformata in un luogo di provocazione da chi ha scelto in altra strada politica uscendo da Vita (…) non abbiamo accettato alcuna delle numerose provocazioni ed intendiamo continuare. alcuni dimissionari che quindi non sono più nel partito Vita  stanno utilizzando questo spazio  per continuare a gettare fango sul partito“.

In pratica, dopo aver intimato una querela a Sensini in riunione, sui social Polacco liquida come mera provocazione (ad esempio, se ne deduce) la richiesta di autocritica interna e riorganizzazione politica del partito avanzata da due fondatori, tanto che – tra il serio e il faceto – denunciando l’assenza di dialogo Sensini scrive: “dopo essere stati interdetti dalle chat e dall’organismo politico che noi stessi abbiamo contribuito a creare, per qualcuno (il tutto adesso) diventa addirittura una ‘provocazione‘. In attesa magari di diventare un crimine di lesa maestà“.

Una battuta sibillina, quella di Sensini, alla luce di come Polacco consideri provocatoria la volontà democratica di confronto aperto, come se non fosse necessario un chiarimento pubblico dentro Vita tra attivisti ed ex candidati che hanno dedicato mesi, tempo e vacanze al partito, su una decisione d’imperio presa da alcuni vertici a maggioranza. Gli altri, gli esclusi e sgraditi, non hanno diritto di parola? Polacco invita i “candidati che ancora sono nel partito a partecipare alla convention del partito stesso che si terrà il 22 e 23 ottobre. pregando provocatori ed appartenenti ad altri partiti di astenersi da ulteriori provocazioni.

Fin qui le schermaglie, ma adesso ecco i documenti, cioè le prove vergate dalla mano di Sara Cunial con le firme su ogni pagina apposte da Polacco, Barillari, Martucci e Sensini (pag. 5) a comprovarne l’autenticità (dimissionario, tra i fondatori era assente solo Teodori). Si tratta di due documenti inediti: il primo è il verbale della riunione-lampo del 2 ottobre; il secondo è invece la bozza del comunicato stampa, mai trasmesso agli organi di informazione, col quale – secondo le originarie intenzioni di Sensini e Martucci, respinte però da Polacco, Cunial e Barillari – si sarebbero dovute rendere note le conclusioni dell’incontro, in nome della trasparenza del neo-partito, nel rispetto dei 200.000 elettori, appena freschi di urna, ignari però di strappi e divisioni intestine.

Ecco i documenti, finora mai pubblicati. Passaggi salienti, nel verbale si legge (pag.1), proposte di Paolo Sensini: “Edoardo Polacco problema politico e di fiducia tra i fondatori, problema di fiducia interna, (problema di Vita) nella gestione della comunicazione, il presidente (Cunial) non è stato presente nel media durante la campagna elettorale, le decisioni del presidente in campagna elettorale sono state spiazzanti (e causa di minaccia dimissioni)“. A seguire, invece, quanto verbalizzato (pag. 2) dopo le richieste e l’intervento di Maurizio Martucci: “analisi post-voto, esprimo criticità dal punto di vista strategico, di comunicazione e gestione risorse interne, chiede modifica statuto Vita candidabile solo alle elezioni politiche nazionali, problema politico e di fiducia per E.P. (Edoardo Polacco)“, critica sui “metodi decisionali e di comunicazione“. Il verbale riporta poi, tra gli altri, i toni diametralmente opposti degli interventi di Polacco e Barillari (pag. 3-4), privi di analisi critica sulle elezioni pensate per sfondare il 3% ma finite allo 0,7%, ma puntuali sulla “fiducia al Presidente“, propensi entrambi a continuare l’azione – come da Statuto – evidentemente con le stesse modalità assunte nelle politiche da replicare pure per le prossime elezioni regionali del Lazio (collegi dove Vita ha raccolto lo 0,5%:, come e con chi prendere le nuove firme necessarie per le candidature?)

Passando alle votazioni, nel verbale della riunione si legge dell’unanimità nell’accogliere le dimissioni di Teodori (segretario 3V, irremovibile nella scelta di lasciare Vita), delle mozioni Sensini-Martucci sulle dimissioni di Polacco respinte dalla maggioranza (contrari Cunial, Barillari e lo stesso Polacco che, per evidente conflitto d’interessi, avrebbe potuto/dovuto astenersi dal voto che lo ha riguardato) e del respingimento anche di tutte quante le altre mozioni votate. Ancora Martucci, verbalizzato: “se la mission di Vita deve essere finalizzata ad un ufficio di collocamento elettorale, viene meno la mia partecipazione“. Associandosi a Martucci, verbalizza pure Sensini: “preso atto che non vi è una profonda riorganizzazione interna, vedo meno le mie condizioni di partecipare al progetto Vita“, mentre Barillari – come nulla fosse – punta al tesseramento e all’avvio di gruppi territoriali del partito, “senza escludere i prossimi appuntamenti elettorali” e Polacco demanda tutto al Presidente. Quindi, un blocco contrapposto: tre (Polacco, Cunial, Barillari), contro due (Sensini, Martucci, soli già uscito Teodori), palla al centro, triplice fischio finale e partita chiusa.

Infine, la bozza del comunicato stampa fantasma (pag.6), per l’appunto abbozzato perché mai finalizzato e quindi mai mandato agli organi d’informazione, anche per via dell’avvertimento perentorio (“Ti querelo!“) gridato in riunione da Polacco a Sensini. Nel testo, mai pubblicato prima d’ora e in esclusiva su OASI SANA, si legge: “comunicato Vita (…) Luca Teodori, Paolo Sensini e Maurizio Martucci si dimettono dal partito Vita (…) nello specifico per il respingimento dimissioni di Edoardo Polacco (…) e per la mancata riorganizzazione interna.” La prova provata, la cartina di tornasole per capire come sono stati condotti i primi due mesi di Vita e di come, nel futuro, si vorrebbe perseverare.

Per l’interesse dei lettori e la massima trasparenza nelle notizie, OASI SANA è disponibile ad accogliere le eventuali tesi delle controparti e soggetti nominati.

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