IL TECNORIBELLE – Smart Ocean, il 5G pure nell’acqua: “Ecosistema marino in pericolo, moriranno 81.000 delfini e balene l’anno?”

Il giornalista e scrittore Maurizio Martucci conduce la rubrica Il Tecnoribelle, aggiornamento periodico di inchiesta, critica e commento sui maggiori avvenimenti relativi all’avanzata del futuro digitale e dell’iperconnessione di sorveglianza.

La rubrica è una produzione esclusiva di Playmastermoviea cura del regista Alessandro Amori, in collaborazione con OASI SANA. Il titolo della seconda puntata èSmart Ocean, il 5G nell’acqua“.

PRIMA PUNTATA IL TECNORIBELLE- Cambiamenti climatici o 5G? “L’elettrosmog dietro ai grandi roghi di boschi e foreste?”

Ci mancava l’acqua, ci mancavano pure i mari e gli oceani. Si, perché sapevamo dello spazio e dell’autorizzazione al lancio in orbita di decine di migliaia di satelliti 5G per irradiare tutto e tutti dal cielo, sapevamo poi anche di cavi Internet dislocati sotto mare, per l’esattezza 12mila chilometri di rete web sottomarina intercontinentale, ma adesso arrivano l’Internet of Underwater Things e lo Smart Marine Ecosystem, cioè il wireless subacqueo come rete di strumenti e sensori con cui monitorare, analizzare, mappare e gestire il mondo sottomarino. Così dalle Hawaii l’ONG Ocean Mammal Institute denuncia come l’International Committee for the Internet of Things, cioè il 5G, abbia ricevuto l’approvazione per raccogliere dati oceanici utilizzando il sonar e poi trasmetterli ai satelliti in modalità wireless, sapendo bene – tanto per fare un esempio – come già oggi i sottomarini possano comunicare in modalità senza fili anche con gli aeroplani, appunto dal SONAR al Wi-Fi, eliminato il divario cielo-acqua esattamente come avviene via terra con i portatili anche cielo-terra.

Quindi, in pratica, presto il 5G sarà pure nei mari. “E’ essenziale proseguire la ricerca su nuove teorie, architetture e tecnologie per sfruttare la capacità fornita dall’Internet delle cose per Smart Ocean per formare un sistema di comunicazione marittima efficiente e intelligente. ….” si legge nel documento firmato dall’Institute of Electrical and Electronics Engineers, ovvero IEEE la sigla della più antica e potente lobby per la promozione delle scienze tecnologiche.

Gli oceani coprono il 71% della superficie terrestre – dice la IEEE – C’è stata una quantità crescente di dati e informazioni acquisite da diversi terminali mobili marittimi, come navi, merci, boe e piattaforme offshore”, cita sempre il documento, mentre un nuovo report di Ericsson delinea il futuro dei porti italiani sostenendo come “tecnologie come il 5G, l’intelligenza artificiale e l’Internet of Things possono rivelarsi strategiche”.

Ma al di là delle opportunità commerciali, uno dei più grossi problemi dell’Internet sottomarino è di fatto la conservazione dell’habitat e dell’ecosistema dei mari, cioé pesci, squali, balene e delfini: come si potranno difendere dalle crescenti e invisibili minacce nell’oceano? Considerato che un rapporto indipendente pubblicato svela “un piano per trasformare oltre un milione di miglia quadrate di ecosistemi con biodiversità nel più grande complesso di gittata mai realizzato”, stimate dalla stessa marina militare americana la “mutilazione o uccisione di oltre 81.000 balene e delfini all’anno”.

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