di Maurizio Martucci
“Dobbiamo usare questa grande opportunità del digitale”. E ancora: “la tecnologia ci può aiutare“. Incensando le potenzialità delle reti e del 5G nella ‘transizione umana’ in atto nella gestione politica del Covid 19, il ministro dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale, Vittorio Colao, ieri sera è stato ospite su Rai Tre nella trasmissione Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio. Risaputo del clamoroso conflitto di interessi in capo a Calao, sino a Febbraio scorso direttore non esecutivo e consigliere d’amministrazione di Verizon, colosso statunitense del 5G con cui ai tempi di Vodafone ha stipulato una joint venture da 135 miliardi (è come se un big delle case farmaceutiche oggi fosse ministro della salute o se un top manager del ramo automobilistico ricoprisse l’apice al dicastero dei trasporti, infrastrutture e mobilità sostenibili), a noi che siamo attenti anche al minimo particolare non è passato inosservato un dettaglio tutt’altro che marginale: operato di recente alla gola, qualche settimana fa si è sottoposto ad un delicato intervento alla trachea, da quando è rientrato in studio a Via Mecenate Fabio Fazio fa uso del cosiddetto ‘gelato’, cioè del microfono vecchio stile (tra i volti noti della TV, preferito anche da Maria De Filippi) e non più del più gettonato microfono a clip da collare.
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Capiamoci bene, tecnicamente sono entrambi wireless, cioè entrambi usano radiofrequenze, ma il secondo, a differenza del primo, per tutta la durata della trasmissione non resta attaccato al corpo, tenuto invece in mano con l’antennina posizionata all’estremità del polso, a differenza di quello a clip, invisibile alle telecamere e da decenni utilizzato, spesso messo sulla schiena, attaccato alla cintura dei pantaloni, in simbiosi col busto o in altre zone in cui viene solitamente collocato.
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Una differenza non certo da poco, ma che vuol dire? Cosa c’è dietro? Quale le differenze in termini di irradiazioni? E soprattutto, perché Fazio ne fa uso ora, all’indomani della delicata operazione chirurgica subita alla gola, che l’ha costretto a condurre la trasmissione persino da casa? “La cosa è stata un pochino più impegnativa di quello che mi aspettavo, comunque è un intervento, per fortuna lo spavento è passato, quando si va a toccare la gola e la trachea bisogna stare attenti, il medico mi ha prescritto di stare 15 giorni lontano da te”, pochi giorni fa ha detto Fazio a Luciana Littizzetto.
Finora, nessuno ha chiesto a Fazio per quale motivo, dopo l’operazione alla gola, preferisca avere in mano il ‘gelato’ piuttosto che la ‘clip’ attaccata alla schiena. Risposte dal diretto interessato, quindi, per ora non ce ne sono. Ma nella deduzione certa che la cosa possa direttamente riguardare il suo stato di salute, il dubbio è che Fabio Fazio, magari su consiglio del proprio medico, da qualche settimana stia optando per l’irradiazione minore via ‘gelato’, scoperta un inizio di elettrosensibilità, cioè di iper-sensibilità ai campi elettromagnetici, particolarmente feroci anche con la gola. Infatti alcuni malati di questa sindrome tutt’altro che rara, impegnati anche in eventi e manifestazioni pubbliche per denunciare l’assurda condizione patita nell’Era Elettromagnetica, dichiarano di non poter sopportare la canonica ‘microfonazione wireless’, optando per audio via cavo (o al massimo per il ‘gelato’, meno invasivo della ‘clip’). La particolarità, comunque, è che per tutta la durata dell’intervista a Vittorio Colao (sul tenore delle ‘bonarie’ domande, meglio stendere un velo pietoso), il noto conduttore Rai se ne sia – disinvolto – stato pacioso con l’amplificatore manuale in mano, mentre davanti il ministro del wireless dispensava lodi al 5G ed al futuro digitale, nemmeno di striscio affrontati i gravi pericoli e rischi sanitari. Perché?
Restiamo in attesa di una risposta: Fabio Fazio se ci sei, batti un colpo. Domandare è dovere, rispondere (più che) una cortesia. Intanto, per chi volesse approfondire il tema, ecco alcuni studi disponibili su PubMed che riguardano l’interazione tra campi elettromagnetici, gola e tiroide, in particolare sul ruolo eziologico delle radiazioni non ionizzanti:
- L’effetto dei campi elettromagnetici a frequenza estremamente bassa sulla pelle e sulle cellule tiroidee contenenti ammine e peptidi nei ratti: uno studio immunoistochimico e morfometrico
- Influenza dei campi elettromagnetici emessi dai telefoni cellulari GSM-900 sugli schemi circadiani degli ormoni gonadici, surrenali e ipofisari negli uomini
- Alterazioni del TSH e degli ormoni tiroidei a seguito dell’uso del telefono cellulare