Buco da 4 milioni e 5G, studio su effetti sanitari: Comune di Bologna impegnato a finanziarlo. Palumbo: “auspico sospensione del 5G!” – ESCLUSIVA OASI SANA

di Maurizio Martucci

Varato il Bilancio 2020-2022, il 19 Dicembre 2019 il Consiglio del Comune di Bologna ha approvato anche una serie di ordini del giorno collegati alla delibera. Tra questi, uno dei tredici presentati da Addolorata Palumbo (geologa del gruppo Misto, Nessuno resti indietro, è anche consigliera dell’area metropolitana), ordine del giorno passato all’unanimità: “Invita il Sindaco e la Giunta a prevedere stanziamenti annuali per finanziare uno studio indipendente da multinazionali e/o gestori di telecomunicazioni per analizzare come la tecnologia 5G inciderà sulla salute delle cittadine e dei cittadini, seguendo l’esempio di altre amministrazioni italiane”.

Dopo il tesoretto da 77 mila euro incamerato dai Comuni di Trento, Baceno (Verbania-Cusio-Ossola), Ostiglia (Mantova) e Torino, anche Bologna: ora si aspetta di capire quanto il Sindaco Virginio Merola e la sua Giunta riusciranno a destinare per una ricerca scientifica sgravata dai legami con l’industria, sempre più necessaria ad impedire un’imperdonabile salto nel buio alla popolazione altrimenti irradiata dallo tsunami elettromagnetico: “E’ da tempo che auspico una sospensione del 5G fino a quando non si avranno garanzie che non danneggi gli essere viventi – in esclusiva ad OASI SANA afferma la consigliera Palumbo, molto attiva sui temi legati ai gravi rischi dell’elettrosmog – intanto trovo molto importante che i colleghi della maggioranza del Consiglio comunale di Bologna abbiano mostrato sensibilità al tema. Ricordo anche che due mesi fa è partito dalla stessa maggioranza un ordine del giorno che invita il Governo italiano e i Ministeri competenti a non attuare qualsiasi aumento del valore di attenzione e dei limiti di esposizione di cui al DPCM 8 luglio 2003; ordine del giorno approvato con i voti del PD, Città Comune, M5S, Coalizione Civica, Insieme Bologna, Gruppo Misto – Nessuno Resti Indietro, mentre si sono astenuti la Lega Nord e Fratelli d’Italia.”

Organizzato dal gruppo Stop 5G Emilia, proprio a Bologna la scorsa settimana è sfilato un corteo di attivisti per la moratoria e la precauzione, dopo le oltre 1.000 firme raccolte e girate al Sindaco, dopo convegni e audizioni di esperti tenute in commissione felsinea, mentre attraverso una circostanziata interrogazione la stessa Palumbo è riuscita a stanare un clamoroso ammanco nelle casse comunali da ben 4 milioni di euro, frutto del mancato versamento dell’imposta municipale prioritaria da parte dei gestori delle Stazioni Radio Base, cioé le antenne spesso sui tetti dei palazzi: “fino al 2016 i gestori telefonici dovevano pagare l’IMU per le antenne che negli anni sono state installate in città – al quotidiano Il Resto del Carlino ha affermato la tenace consigliera d’opposizione – mi sono chiesta: ‘Chissà quanto abbiamo intascato per la selva di antenne che invadono Bologna’. E così ho interrogato l’amministrazione comunale. Scopro che il Comune ha appena sollecitato i gestori a pagare gli arretrati dal 2013 al 2016 per un ammontare di 4 milioni di euro. Perché l’Amministrazione ha chiesto, solo pochi mesi fa, alle compagnie telefoniche, il pagamento dell’IMU per le stazioni radio base con riferimento agli anni 2013, 2014, 2015 e 2016? Perchè il Comune ha aspettato tanti anni prima di predisporre gli avvisi di accertamento?

Se non proprio tutti, almeno parte o buona parte di questi 4 milioni di euro finora non versati dall’industria telefonica, una volta recuperati potrebbero essere il fisiologico (e naturale) capitolo di bilancio da cui attingere i fondi (pubblici) per finanziare l’atteso studio indipendente sugli effetti socio-sanitari delle inesplorate radiofrequenze del 5G. L’idea è poi tanto campata nell’aria, o no? Facciamoci un nodo al fazzoletto, restiamo alla finestra.

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