La scaligera Sanità di Verona: “5G non fa ipotizzare particolari problemi per la salute della popolazione”. Ma, nell’ipotesi, già si cautela: sarà “fondamentale monitorare!” ESCLUSIVA OASI SANA

di Maurizio Martucci

E’ come se entraste in un autosalone, non per comprare volontariamente la nuova automobile magari a fronte di un’attenta ricerca di mercato, ma per ritrovarvela vostra in modalità coatta. Perché lo Stato ha deciso che dovete prendervi quell’auto. Punto e basta, senza offrirvi soluzioni alternative. E vi sentite dire: “Guardi, questa macchina non fa ipotizzare particolari problemi per la vostra sicurezza una volta a bordo!” Allora voi, oltre a pensare alla vostra salvaguardia, magari lo fate anche per le persone care che in quell’auto – una volta su strada – con voi al volante dovrebbero salirci dentro. Magari pensate ai vostri adorati figli, ai vostri amati genitori, ai vostri coccolati animali domestici. Oppure ai soldi che dovreste spendere per eventuali riparazioni meccaniche in caso di guasti, falle o avarie. E allora, al rivenditore ribattete: “Scusi, ma io non voglio ipotesi visto che mi obbligate a prenderla. Chiedo certezze: quest’auto è sicura, si o no? E’ stata testata prima di essere messa sul mercato, si o no?”Laconica e mesta, la risposta che vi fornisce: “Non si preoccupi, caro cittadino, lei e la sua famiglia salite a bordo. Poi ci sarà chi nel tempo monitorerà sulla sicurezza dell’auto”.

E’ poi come se entraste in farmacia, non per comprare volontariamente la medicina prescritta magari del vostro medico curante nel vostro consenso informato, ma per ritrovarvela nello stomaco o nelle vene in modalità coatta. Perché lo Stato ha deciso che dovete prendervi quella medicina. Punto e basta, senza offrirvi soluzioni alternative. E vi sentite dire: “Guardi, questo medicinale non fa ipotizzare particolari problemi per la vostra salute una volta assunto!” Allora voi, che certamente tenete alla vostra pelle, magari pensando anche ai soldi che dovreste spendere tra ricoveri e terapie supplementari per riparare eventuali effetti collaterali dell’insicuro rimedio allopatico, al farmacista ribattete: “Scusi, ma io non voglio ipotesi visto che mi obbligate a prenderla. Chiedo certezze: questa medicina è sicura, si o no? E’ stata testata prima di essere messa sul mercato, si o no? Laconica e mesta, la risposta che vi fornisce: “Non si preoccupi, caro cittadino, prenda e assuma questo farmaco. Poi ci sarà chi nel tempo monitorerà il suo stato di salute”.

Sono esempi, certo. Che però servono a comprendere meglio la falsa riga della rappresentazione fornita dall’Unità Operativa Semplice Salute e Ambiente dell’azienda Unità Locale Socio Sanitaria della Regione Veneto numero 9, interrogata sugli effetti socio-sanitari del 5G. In un documento esclusivo nella disponibilità di OASI SANA (nota protocollata il 25 Novembre 2019, è arrivato all’Ing. Andrea Maschio, referente del Trentino Alto Adige dell’Alleanza Italiana Stop 5G impegnato nella ricerca di fondi pubblici per finanziare uno studio scientifico indipendente sul 5G), il responsabile della struttura di sanità pubblica veronese, scrive esattamente così: “a tutt’oggi i dati disponibili non fanno ipotizzare particolari problemi per la salute della popolazione connessi all’introduzione del 5G. Rimane naturalmente importante e fondamentale un attento monitoraggio dei livelli di esposizione”. Vocabolario Zingarelli alla mano, l’ipotizzato ‘particolare’ significa che ‘si riferisce ad una singola cosa’, magari ad un dettaglio ed è un termine che ha nelle parole ‘universale’ e ‘generale’ (cioè nel tutto) i suoi letterari contrari, utilizzati invece per affermare con generalità una cosa in senso universale, oltre ogni ragionevole dubbio si potrebbe dire, al contrario di ipotetiche supposizioni (o deduzioni) assunte (per l’appunto) in maniera particolare. Ci si chiede allora perché mai l’ULSS 9 Veneto si sia limitata a fornire ipotesi su particolari problemi, non escludendo invece – come tutti dovremmo aspettarci e pretendere in primis dal Ministero della Salute e dalle ASL vista l’assenza di vie di fuga dall’irradiazione del 5G – con incontrovertibile e inconfutabile certezza ipotizzati effetti indesiderati o persino danni alla salute e nocumento. Che nessuno, ma proprio nessuno, finora ha mai escluso senza se e senza ma.  

Domanda finale: se nel primo caso dell’automobile con molta probabilità in molti (se non quasi tutti) rifiuterebbero oltre che di rilevarla dall’autosalone persino di salirci a bordo, trattandosi di un’auto non sicura al 100%. E se nel secondo caso della medicina (sempre con molta probabilità) in molti (se non quasi tutti) rifiuterebbero di assumere un farmaco non sicuro al 100%, o quanto meno di cui si ignorano effetti a breve-medio-lungo termine, qualcuno riesce a spiegarci perché tutti i cittadini tra Verona, Legnago e Bussolengo (ma come poi 60 milioni di italiani) dovrebbero essere costretti a subirsi un’irradiazione permanente, ubiquitaria, massiccia e continuativa di Stato, fatta di inesplorate e multiple radiofrequenze, prive di studi preliminari socio-sanitari slegati dall’industria, su cui una struttura di sanità pubblica come quella scaligera non riesce a fornire – nero sui bianco – una risposta chiara e univoca di garanzia, innocuità e sicurezza al 100%?

Facciamoci la domanda, diamoci la risposta.      

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