
di Maurizio Martucci
Sbaglia chi del lato oscuro del 5G ne vorrebbe disputa interna esclusiva ai 5 Stelle, perché toccando la salute pubblica (tutti irradiati, nessuno escluso), ogni espressione nell’arco costituzionale dovrebbe interrogarsi sui pericoli socio-sanitari-ambientali dell’elettrosmog di quinta generazione, prima che sia troppo tardi. Depositari Di Maio, Grillo e Costa dei dicasteri interessati, è però scontato come nel mirano dei tecnoribelli sia finito il trio pentastellato, bersaglio pure da fuoco amico dopo l’ennesima proclamazione a favore dell’Internet delle cose, montata in un contestato video clip a firma Mirella Liuzzi: “Il 5G è una tecnologia importante che, nel giro di pochi anni, potrà cambiare radicalmente le nostre vite, offrendoci servizi migliori e soluzioni innovative in diversi campi, dalla medicina ai trasporti. Sul 5G però, stanno circolando tante bufale.” Delegittimando in bufale e fake news gli allarmi sui rischi sanitari, tra l’altro, lanciati dai medici di ISDE Italia, dall’Ordine Nazionale dei Biologi, dagli scienziati dell’Istituto Ramazzini e nell’ultimo congresso sanitario della CEI, alla deputata che s’ostina a perorare l’avanzata dell’inesplorato wireless a radiofrequenze millimetriche, da 46 portavoce eletti del MoVimento Cinque Stelle tra Regioni e Comuni è stato recapitato un documento per la moratoria in cui i consiglieri territoriali si rivolgono ai quadri nazionali per “dare un contribuito fattivo come forma di dialogo tra vertici istituzionali e la base, sempre più disorientata e perplessa nella valutazione degli effetti reali del 5G, tentando di inquadrare il problema e risolvere la questione in maniera seria, sensata e responsabile, un impegno verso tutti quei cittadini che attendono risposte cautelative e preventive atte a scongiurare possibili pericoli sanitari per la collettività e la natura, richiamando così anche la tutela dei soggetti più deboli garantita insieme ai cosiddetti soggetti ‘sani’ dagli inalienabili principi costituzionali”.
Un appello che ha trovato sponda pure tra gli scranni di Bruxelles, dove Pierluigi Pedicini (europarlamentare M5S laureato in Fisica Teorica con specializzazione in Fisica Medica) commentando il video pro-5G della Liuzzi afferma su Facebook che “sul 5G devono parlare i competenti, come su tutto il resto, prima bisogna ascoltare i competenti e poi i politici devono decidere. Se il 5G comporta un rischio per la salute, anche solo paventato, prima bisogna applicare il principio di precauzione per difendere la salute delle persone. Non è che i politici decidono senza sapere di cosa parlano. Mi dispiace ma se il Movimento ha deciso di intraprendere la strada dell’innovazione senza capire che l’innovazione passa per la difesa della salute, allora il Movimento non ha la risposta ai problemi del nostro Paese”.

Scintille a 5 Stelle anche da Trento (ai piedi dell’Adige il consigliere comunale Andrea Maschio ha promosso un convegno Stop 5G, mentre la linea del provinciale autonomo Filippo Degasperi è sulla “dubbia utilità del 5G a fronte di dubbi sulla salute”) e Torino dove Cataldo Curatella (ingegnere presidente della commissione Smart City, giunta Appendino) sui social sostiene che “sul 5G si fa una sponsorizzazione più che disinformazione con risposte parziali e non corrette: è vero che con il 5G saremo più esposti ai campi elettromagnetici? La risposta data nel video è errata. Infatti le nuove emissioni 5G andranno a sommarsi alle emissioni delle precedenti 2G, 3G, 4G, 4.5G. È vero che non si conoscono gli effetti delle emissioni del 5G? Le frequenze del 5G sono su 3 range, di cui a 26 GHz a frequenze mai implementate su larga scala e cu cui gli stessi medici hanno chiesto all’OMS di eseguire delle indagini sanitarie perché le cosiddette onde millimetriche hanno effetti ignoti. Dicono che con il 5G avremo aumento dei tumori, è vero? Le onde elettromagnetiche sono classificate possibili cancerogeni ed è stata riaperta la classificazione. In conclusione, il video è un esempio di comunicazione parziale volta a dare informazioni incomplete o completamente errate per sponsorizzare a tutti i costi il 5G”. Mozioni Stop 5G sono state presentate anche dai 5 Stelle Barillari (Lazio), Quaresima (Roma, Municipio XII, approvata) e Cavallo (Sesto Fiorentino, approvata).

Che il 5G divida i 5 Stelle, lo si deduce pure da un altro dato. Ad Aprile, una lettera ricevuta nello stesso giorno in cui era in Senato nella conferenza stampa dell’alleanza italiana Stop 5G epurò senza replica la pasionaria parlamentare Sara Cunial. E ora, in contemporanea col più recente incontro Stop 5G alla Camera dei Deputati, pure Gloria Vizzini e Veronica Giannone hanno ricevuto il loro ben servito, silurate sotto mentite spoglie: la nostra posizione – affermano, abbracciata la moratoria per arginare i rischi del 5G – “ci ha procurato, oltre che tantissimi insulti e aggressioni dai vari colleghi M5S, anche l’espulsione dal MoVimento”. Logica deduzione, alla faccia della dialettica democratica interna: chi si schiera in difesa della salute pubblica viene espulso all’istante!
FONTE: Il Fatto Quotidiano