
24 Giugno 2019, un ordine del giorno presentato nell’ambito del decreto crescita (S 1354) e a firma del Sen. Saverio De Bonis (Gruppo Misto) è stato accolto dal Governo italiano come raccomandazione nelle commissioni VIII (Lavori pubblici, comunicazione) e X (industria, commercio, turismo) del Senato della Repubblica.
In esclusiva OASI SANA pubblica il testo integrale del documento accolto, presentato dal Sen. De Bonis, già primo firmatario di un’interrogazione parlamentare Stop 5G, promotore di un evento per la precauzione a Matera, relatore con l’alleanza italiana Stop 5G nelle conferenze stampa in Senato che alla Camera dei Deputati.
G/1354/7/6 e 10 (accolto)
Tecnologia 5G
S 1354
Ordine del giorno
DE BONIS
Il Senato,
in sede d’esame del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi,
premesso che:
nel marzo 2018, a Matera, è stato installato un apparato dotato di tecnologia “Massive-Mimo”, ovvero un’antenna capace di gestire contemporaneamente decine di segnali radio in entrata e in uscita e in grado di adattarsi dinamicamente alla posizione dei singoli utenti e alla domanda di traffico dati;
l’antenna, che sarà collegata alla rete fissa in fibra ottica, è stata sviluppata da Huawei. Secondo un articolo de “Il Sole 24-Ore” del marzo 2018, lo sviluppo del progetto prevede investimenti per 60 milioni di euro in quattro anni (tre quarti dei quali messi sul tavolo dalle tre aziende project–leader e i restanti 15 milioni dagli altri 50 partner coinvolti) e toccherà diversi ambiti di applicazione, dal turismo alla sanità, passando per la logistica e i trasporti (il porto di Bari sarà direttamente interessato da alcune soluzioni) e le smart city;
si tratta di progetti B2B e di sviluppo del 5G, che andrà ad aumentare le prestazioni attuali in una logica di hot spot e darà continuità ancora per diversi anni all’evoluzione delle reti 4G Lte;
tale 5G dovrebbe portare benefici alla città di Matera, “Città della Cultura” per il 2019, per la presenza delle nuove reti mobili ultraveloci e abiliterà applicazioni di realtà aumentata e virtuale (attraverso visori e terminali mobili dedicati) per i turisti, che raggiungeranno la città lucana, offrendo loro esperienze di visita realmente immersive anche di luoghi fisicamente inaccessibili. Il 5G dovrebbe interessare anche per soluzioni di sicurezza pubblica, attraverso sistemi di riconoscimento facciale, che invieranno i dati in tempo reale per l’accesso a determinati luoghi;
un ambito di applicazione dovrebbe essere anche nell’agricoltura di precisione per la riduzione degli sprechi di acqua, con la sensoristica incaricata della raccolta dei dati e il 5G dell’iperconnettività sicura della trasmissione delle informazioni nella nuvola. L’innovazione, che porterebbe in dote l’ultrabroadband mobile in scala di gigabit si tradurrebbe, per esempio, anche nella copertura 5G di corridoi aerei per gestire i droni adibiti al controllo del territorio o nell’utilizzo di visori di realtà aumentata per la manutenzione degli impianti, attraverso soluzioni che distribuiscono intelligenza sui sistemi remoti, nel cloud, sfruttando la velocità e la banda larghissima delle nuove reti;
considerato che:
tale ovvio aumento della diffusione dei campi elettromagnetici rappresenta sicuramente un valore per lo sviluppo di tecnologie utili a tutti, ma gli effetti sulla salute sono ancora sotto esame;
un anno fa, 170 scienziati di una trentina di Paesi, tra cui l’Italia, scrissero un documento la cui tesi di fondo sosteneva che l’arrivo della nuova rete avrebbe creato un aumento massiccio dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (Rf-Emf), con la conseguente maggiore esposizione degli esseri umani ad un flusso di radiazioni non ionizzanti, definito anche elettrosmog non privo di controindicazioni e hanno rivolto un appello alle istituzioni dell’Unione europea per chiedere il blocco della tecnologia 5G, a causa delle crescenti preoccupazioni per l’aumento delle radiazioni da radiofrequenza e dei relativi rischi per la salute, cui sono sottoposti i cittadini europei;
infatti, l’Rf-Emf promuove lo stress ossidativo, una condizione implicata nell’insorgenza del cancro, in diverse malattie acute e croniche e nell’omeostasi vascolare;
sebbene alcune evidenze siano ancora controverse, l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato Rf-Emf come «possibile cancerogeno per l’uomo» e studi più recenti hanno suggerito effetti riproduttivi, metabolici e neurologici di Rf-Emf, che sono anche in grado di alterare la resistenza agli antibiotici batterici;
uno degli studi più ampi, a cura del programma nazionale di tossicologia degli Usa (National Toxicology Program), ha dimostrato un aumento significativo dell’incidenza del cancro cerebrale e di tumore al cuore negli animali esposti a campi elettromagnetici anche a livelli inferiori a quelle di cui alle attuali linee guida della Commissione internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Icnirp);
anche recenti studi dell’istituto “Ramazzini” evidenziano un aumentato rischio, sia per i tumori alla testa sia per gli schwannomi, il più pericoloso dei quali è il tumore cardiaco. Tali risultati, basati sulla sperimentazione animale, insieme agli ultimi studi epidemiologici sugli utilizzatori di cellulari dell’oncologo Lennart Hardell, fanno concludere agli studiosi che è tempo di aggiornare la classificazione Iarc. Al momento, infatti la Iarc classifica la radiofrequenza come «possibile cancerogeno per l’uomo», perché si basa solo su risultati epidemiologici, ma non su studi in vivo, che oggi fanno propendere per la classificazione «probabile cancerogeno» di classe 1A o, come suggerito da Hardell, «cancerogeno certo» di classe 1;

in questo scenario in evoluzione, anche se gli effetti biologici dei sistemi di comunicazione 5G sono scarsamente studiati, è iniziato un piano di azione internazionale per lo sviluppo di reti 5G;
osservazioni preliminari hanno mostrato che il Mmw aumenta la temperatura della pelle, altera l’espressione genica, promuove la proliferazione cellulare e la sintesi di proteine legate allo stress ossidativo, nonché processi infiammatori e metabolici, può generare danni oculari e influenzare le dinamiche neuromuscolari (Di Ciaula, Int. J. Hyg. Environ. Health, Epub 2018);
secondo diversi scienziati sono necessari ulteriori studi per esplorare in modo migliore e indipendente gli effetti sulla salute di Rf-Emf in generale e di Mmw in particolare. Tuttavia, i risultati disponibili sembrano sufficienti per dimostrare l’esistenza di effetti biomedici, per invocare il principio di precauzione, per definire i soggetti esposti come potenzialmente vulnerabili e per rivedere i limiti esistenti (Di Ciaula, Epub 2018);
ai sensi dell’articolo 168 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, la responsabilità primaria di proteggere la popolazione dai potenziali effetti nocivi dei campi elettromagnetici appartiene agli Stati membri, inclusa la scelta delle misure da adottare in base a età e stato di salute;
la tutela e la salvaguardia della salute umana e la tutela ambientale sono valori di rilievo costituzionale, nonché beni inalienabili (articolo 9, secondo comma e articolo 32, primo comma della Costituzione),
impegna il Governo:
ad assumere urgenti misure per evitare che l’esposizione superi i nuovi standard di esposizione massima totale dell’Unione europea su tutti i campi elettromagnetici, per proteggere i cittadini, in particolare i neonati, i bambini e le donne in gravidanza;
ad intervenire con un provvedimento urgente, ai sensi dell’articolo 309 del decreto legislativo 152/2006, anche in applicazione del principio di precauzione previsto dall’articolo 301 dello stesso decreto a tutela dell’ambiente, volto anche a definire standard di esposizione massima totale sicuri per la salute dei cittadini.
RIPRODUZIONE CONSENTITA, CITANDO LA FONTE
Il portavoce di Irsina nel 2017 è stato condannato in
appello dalla Corte dei Conti a un risarcimento in favore
della Regione Basilicata di 2.800 euro, oltre alle spese
legali, in quanto avrebbe dichiarato di essere un
giovane imprenditore (attivo, quindi, da meno di 5 anni)
per poter ricevere fondi pubblici, mentre, in realtà, la
sua azienda sarebbe nata 8 anni prima. Per De Bonis,
però, c’era anche uno strascico penale: era accusato di
falso ideologico e rinviato a giudizio per truffa ma in
entrambi i casi i reati si sarebbero prescritti. Non a
caso, il senatore ha sempre sostenuto che la sentenza
non riguardava una condanna penale, bensì una
contabile. Va però ricordato che De Bonis aveva fatto
parlare di sé anche in occasione del voto sul “Decreto
Genova”, quando, in disaccordo sul condono Ischia,
aveva scelto di non presentarsi in aula diffondendo una
nota, vergata con il collega Ciampolillo, nella quale i
due parlamentari chiedevano le scuse di coloro che
avevano scritto il decreto. Inoltre, De Bonis aveva
anche criticato la decisione del Governo guidato da
Giuseppe Conte di procedere regolarmente con i lavori
per il Tap, l’ormai famigerato gasdotto che approderà in
Salento e, che, dicono i detrattori (che probabilmente
non sbagliano) servirà molto poco ai cittadini e tanto
all’Europa. Infine, l’ormai ex esponente lucano del M5S
non aveva partecipato ai lavori in aula che portarono
all’approvazione del cosiddetto “Decreto Sicurezza”.
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