E se 5G, Wi-Fi e antenne servissero per comunicare con gli alieni? Si per gli scienziati

di Maurizio Martucci

E se le antenne di telefonia mobile, cioé e se 4G, 5G e Wi-Fi servissero per comunicare con gli alieni esattamente come facciamo ogni giorno tra esseri umani? Parrebbe proprio di si, secondo alcuni scienziati, che avanzano l’ipotesi supportata da dati e ricerche tra astronomia e astrofisica. “Gli alieni potrebbero rilevare vita sulla Terra grazie alle antenne di telefonia mobile“, titola la rivista Scienza (Sprea Editori) nell’ultimo numero di Ottobre 2023, extraterrestri dotati di una tecnologia più avanzata della nostra sarebbero in grado di ‘origliare‘ i segnali trasmessi dalla Terra“. Dello stesso avviso il quotidiano indiano DH (Deccan Herald): Gli scienziati affermano che gli alieni avanzati potrebbero presto rilevare la vita sulla Terra” L’ipotesi viene avanzata da un gruppo di scienziati dell’Università di Manchester e dell’Università di Mauritius in uno studio pubblicato a Giugno 2023 sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, una delle più antiche e importanti pubblicazioni scientifiche al mondo nell’ambito dell’astronomia e dell’astrofisica (è pubblicata dalla Oxford University Press). “Ritengo sia molto probabile che la fuori ci siano civiltà avanzate in grado di monitorare le dispersioni radio (cioé di radiofrequenze – NdR) prodotte dall’uomo e provenienti dalla Terra”, afferma la ricercatrice e curatrice dello studio Nalini Heeralall-Issur del Dipartimento di Fisica, Facoltà di Scienze, Università delle Mauritius. Per arrivare a queste deduzioni gli scienziati hanno simulato perdite di radiofrequenze da parte delle antenne, stazioni radio base di telefonia mobile, cioé l’irraggiamento wireless multiplo e cumulativo nell’etere per studiare ciò che le civiltà aliene – nel caso disponessero di un’infrastruttura tecnologica equivalente al Green Bank Telescope americano- potrebbero rilevare da stelle vicine come la stella di Barnard, nana rossa nella costellazione dell’Ofiuco a sei anni luce di distanza e potenzialmente abitabile, oppure da Alfa Centauri A (stella nana gialla della costellazione del Centauro) e HD 95735 (stella rossa di sequenza principale nella costellazione dell’Orsa Maggiore).

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In poche parole, la simulazione degli scienziati è stata questa: più le tecnologie a radiofrequenze aumentano sia di densità numerica che negli standard su bande di frequenze diverse e più alte nello spettro elettromagnetico (radar militari e aerei, telefonia mobile, 4G, 5G, Wi-Fi, trasmissione digitale e satelliti in orbita), più aumenta la possibilità di essere intercettati o dialogare direttamente con gli alieni: “l’emissione radio di miliardi di questi dispositivi è notevole“, commenta l’astronomo scozzese Micheal Gerrat dell’Università di Manchester e direttore del Centro di astrofisica Jodrell Bank (tra i più grandi del Regno Unito). I ricercatori hanno analizzato gli standard 2G, 3G, 4G e ora puntano al 5G e ai satelliti del transumanista Elon Musk che non ha mai nascosto di voler fare del programma Starlink-SpaceX una missione per portare l’uomo fuori dalla Terra. Un pò come l’Italia coi fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la gestione post-Covid19 (allocati per lo Spazio 4 miliardi di euro, più altri 3 ponti all’uso) punta a creare un riparo italiano per vivere sulla Luna. Non è fantascienza, ma politica messa in bilancio nelle casse dello Stato. 

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“I nostri risultati preliminari – si legge nello studio internazionale – dimostrano che la potenza di picco che si disperde nello spazio dalle torri mobili è di circa 4 GW. Ciò è associato alla tecnologia della torre mobile Long Term Evolution (LTE) (cioé il 4G – NdR) proveniente dalla costa orientale della Cina vista da HD 95735. Dimostriamo che la perdita della torre mobile è periodica, dipendente dalla direzione e attualmente non può essere rilevata da una civiltà vicina situata entro 10 anni luce dalla Terra, utilizzando strumentazione con una sensibilità simile al Green Bank Telescope. Prevediamo di estendere il nostro modello per includere sistemi mobili 5G più potenti, installazioni radar, up-link terrestri (inclusa la Deep Space Network) e vari tipi di servizi satellitari, comprese costellazioni in orbita terrestre bassa, come Starlink e OneWeb.” 

“In questo studio ci siamo concentrati sulle radiazioni di dispersione provenienti dalle torri mobili. Non abbiamo incluso le emissioni di dispersione provenienti dagli stessi telefoni cellulari. L’emissione dei portatili varia in modo significativo a seconda che trasmettano attivamente o meno. Quando un telefono cellulare è attivo, la rete dell’operatore controlla la potenza di uscita fino a livelli inferiori a 1 mW. Tuttavia, l’enorme numero di telefoni attivi in ​ tutto il mondo in un dato momento suggerisce che questa componente non dovrebbe essere trascurata. Poiché la maggior parte dei cellulari viene utilizzata in aree densamente popolate, la maggior parte dei telefoni funzionerà a livelli di potenza piuttosto bassi. Stimiamo che l’emissione di dispersione di fondo totale dai telefoni cellulari situati intorno alla Terra sia di circa un ordine di grandezza meno potente della perdita di picco prodotta dalle torri mobili qui presentate. Dato che i telefoni cellulari irradiano in modo isotropico, aggiungono una componente di fondo alla dispersione che sarà meno variabile rispetto alle torri mobili poiché queste ultime sono irradiate verso l’orizzonte. Per il momento non abbiamo incluso i telefoni cellulari nell’analisi qui presentata.

Notiamo che analizzando la variazione del flusso del nostro pianeta in funzione del tempo, dovrebbe essere possibile per una civiltà extraterrestre generare un semplice modello del nostro pianeta che riproduca regioni dominate da terra, vegetazione e oceani/ghiaccio.

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