Dopo le ferie estive, riprendono i lavori a Palazzo Chigi. E dalla Regione Emilia Romagna e dalla Regione Marche arrivano una risoluzione e una mozione presentate da esponenti politici di diversi partiti che, all’unisono, intendono impegnare le giunte regionali di Stefano Bonaccini (Partito Democratico) e Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia) a sollecitare il Governo di Giorgia Meloni nel non innalzare i limiti soglia d’inquinamento elettromagnetico, annunciata dal ministro del Made in Italy e delle imprese Adolfo Urso la possibilità di tornare sulla pericolosa manovra con un DPCM, poco prima di Ferragosto saltata nell’ultimo Consiglio dei Ministri la norma in favore della lobby (risparmio 4 miliardi di euro per la costruzione di nuove e più potenti antenne). Ma andiamo con ordine.
IL CASO – Radio Vaticana, 25 V/m come (parte) del Governo Meloni vorrebbe per l’Italia. Come una bomba atomica – ESCLUSIVA OASI SANA
Si impegna la Giunta Regionale dell’Emilia Romagna a:
- a sollecitare il Governo in tutte le sedi istituzionali opportune e nella conferenza Stato Regioni a mantenere i valori di attenzione per i campi elettromagnetici a radiofrequenza attualmente in vigore, ovvero 6 V/m;
- a chiedere che la modalità di misurazione di tale valore, che attualmente avviene come media su 24 ore, torni ad essere svolta come media nei 6 minuti nelle ore di maggiore traffico telefonico.
La risoluzione è stata presentata da Giuseppe Paruolo (consigliere PD, primo firmatario), Silvia Zamboni (Europa Verde) e Silvia Piccinini (M5S) e sottoscritta anche dal gruppo del Partito Democratico (Andrea Costa, Mirella Dalfiume, Lia Montalti, Marcella Zappaterra, Marilena Pillati, Stefano Caliandro). Nel caso in cui l’esecutivo dovesse tornare con un decreto-legge, l’approvazione della risoluzione regionale darebbe forza all’azione di sindaci e regioni nella Conferenza dei servizi prevista dall’iter parlamentare.
“Già non abbiamo l’assoluta certezza che i 6 V/m rappresentino una soglia di completa tutela – afferma Paruolo – già è stato cambiato il metodo per la misurazione sul campo dell’eventuale superamento di tale soglia (passando da una media su 6 minuti in un periodo di traffico intenso ad una media sulle 24 ore) e sarebbe invece il caso di tornare all’originale metodo di misurazione. Ma comunque i 6 V/m sono una soglia da difendere, anche di fronte agli esempi di paesi europei che hanno adottato soglie più alte, proprio a difesa del principio di precauzione e della salute delle persone e per la convinzione che sia possibile effettuare il servizio senza bisogno di ritoccare la soglia al rialzo.”
Non è quindi servito smorzare il dissenso imbavagliando nel 2020 i sindaci per la precauzione con una norma capestro imposta all’ex premier Giuseppe Conte da Vittorio Colao, allora consigliere di Verizon (il colosso del 5G americano) e capo della task force per l’emergenza Covid-19, prima di diventare ministro con Mario Draghi. All’epoca, i Comuni d’Italia contrari all’avanzata di una sperimentazione wireless senza garanzie erano più di 600 in rappresentanza di 5 milioni di cittadini, adesso l’opposizione riparte dalle regioni. SI preannuncia un autunno caldo.
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LA RISOLUZIONE DELLA
REGIONE EMILIA ROMAGNA
In corso una trattativa Stato-lobby telefonica per favorire il 5G – IL FATTO QUOTIDIANO
Perché i consiglieri Dino Latini (UDC) e Mirko Bilò (Lega) hanno a loro volta depositato un altro atto significativo, si tratta della mozione ‘Mantenimento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici artificiali a radiofrequenza’. Viene chiarito che “aumentare la potenza e le frequenze delle Stazioni Radio Base (SRB) implica, quindi, un aggravamento dell’esposizione della popolazione ai CEM/RF (Campi Elettromagnetici Artificiali a Radiofrequenza) con conseguente incremento dei danni alla salute“. Il rischio è grosso, nessuno si vuole assumere la responsabilità di un imperdonabile salto nel buio.
La mozione vuole impegnare il Presidente e la Giunta regionale delle Marche:
- “Ad intervenire presso il Governo e nella Conferenza Stato Regioni affinché siano mantenuti i valori di attenzione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza attualmente in vigore, ovvero 6V/m, calcolando tale valore come media nei 6 minuti e non nell’arco delle 24 ore per salvaguardare la salute di bambini, donne incinte, adolescenti, malati, soggetti elettrosensibili e chimicosensibili.“
Meno male che si muovo no e la Regione Toscana che fa?
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