5G, più elettrosmog cancerogeno per tutti: da lunedì ecco cosa succede. Governo Meloni, ipotesi e scenari

di Maurizio Martucci

Palazzo Chigi, lunedì 7 Agosto 2023 nell’ultimo Consiglio dei Ministri pre-ferragostano, prima dell’estivo sciogliete le righe, il Governo Meloni proverà ad aumentare l’elettrosmog in tutta Italia, approvando il decreto-legge (DL) cosiddetto ‘Asset e investimenti‘, 24 articoli su temi diversi e scollegati tra loro, tra cui uno in favore del 5G e della potente lobby delle telecomunicazioni. Gli uffici legislativi della prima donna premier e dei ministeri interessati sono al lavoro da giovedì scorso, da quando nel pre-consiglio è passata la linea assecondante le pressanti richieste delle Telco per far schizzare dalla media prudenziale dei 6 V/m fino ai più alti 24 o 30 V/m i limiti soglia di legge nell’irraggiamento di radiofrequenze onde non ionizzanti (possibili agenti cancerogeni per l’umanità), stracciando così la ventennale norma cautelativa in vigore dal 2003. Già in precedenza, con Conte e Draghi, la manovra era stata provata, saltata però per l’opposizione del leghista Giancarlo Giorgetti, ministro dell’economia e delle finanze, ieri contrario ai 60 V/m ma oggi compiacente per un compromesso cerchiobottista come via di mezzo, voluta da Adolfo Urso (Fratelli d’Italia, ministro delle imprese e made in Italy) di concerto con Pichetto Fratin (ambiente e sicurezza energetica) e Schillaci (salute). Si ignorano le motivazione e le garanzie scientifico-medico-sanitarie-ambientali a supporto. Ma in ballo ci sono 4 miliardi di euro da far risparmiare alle compagnie telefoniche straniere (TIM è francese, Vodafone è inglese, Wind 3G è di Hong Kong, Iliad è francese e Fastweb svizzera), decine di miglia di nuove antenne più potenti e pronte all’installazione pure nei centri scarsamente abitati e il grande business per l’Internet delle cose, con l’evidente debolezza del Governo che mostra le sue paure per la discutibile scelta: ricorrere ad un decreto legge omnibus (dentro purer taxi, voli aerei, giustizia, lotta al granchio blu e tossicodipendenza), cioé ad una decretazione d’urgenza prevista dall’ordinamento giuridico solo per casi straordinari di necessità e adottarlo in una materia così delicata e complessa che negli effetti ambientali e sanitari riguarda la salute pubblica di tutti gli italiani e la vita dell’intero ecosistema, vuol dire assumersi una grossa (e grave) responsabilità politica, ma vuol dire anche temere il Parlamento e, soprattutto, ignorare l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, appena due mesi fa, al Quirinale ha richiamato i vertici di Senato e Camera per lamentarsi dell’abuso ricorrente di decretazioni emergenziali persino su temi completamente slegati tra loro, proprio come nel caso del DL omnibus, evidentemente scelti per evitare la moltiplicazione di altri singoli decreti col rischio poi di perdere pezzi nel doppio iter parlamentare d’approvazione.

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Adesso però, ipotesi e possibili scenari sono questi.

1) Il Governo capisce per tempo l’errore e si ferma prima di trasformare gli italiani in vere e proprie cavie umane, recepisce l’appello a non innalzare l’elettrosmog lanciato dalle numerose manifestazione, petizioni e richieste pervenute dall’Alleanza Italiana Stop5G, dall’associazionismo di base, dai malati, dagli ambientalisti, dalla società civile e dal mondo medico-scientifico e decide quindi di togliere l’articolo dal decreto ‘Asset e investimenti‘, rinunciando all’operazione per non fare ulteriori danni (cosa già avvenuta negli ultimi anni con Gentiloni, Conte e Draghi che hanno abbandonato l’idea). Secondo questa opzione, quindi, l’inizio della prossima settimana si aprirebbe con un nulla di fatto e, se non proprio una vittoria definitiva per i cittadini, quantomeno una boccata d’ossigeno in attesa del prossimo assalto alla diligenza. Che, di certo, non tarderà a riproporsi, visto l’assillante pressing dei lobbisti nonostante il 5G possa funzionare anche a 6 V/m (provato come il 2G, ancora in servizio, già a 0,2 V/m) .

2) Lunedì pomeriggio a Palazzo Chigi il Governo approva il DL con dentro l’articolo sul 5G, norma adottata ai più alti valori 24 V/m: essendo un decreto emergenziale, un atto normativo di carattere provvisorio, dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quindi anche da martedì 8 Agosto 2023, diventerebbe automaticamente subito operativo con piena forza di legge, quindi l’industria sarebbe autorizzata ad aumentare dall’oggi al domani l’inquinamento elettromagnetico nell’aria pubblica esattamente nella misura approvata dalla Meloni.

3) Nel frattempo partirebbe l’iter parlamentare per la conversione in legge del DL: in 60 giorni l’esecutivo è chiamato a prendere il parere del Comitato interministeriale (previsto dalla Legge quadro sull’elettrosmog del 2001), quello delle Commissioni parlamentari, quello di sindaci e regioni in Conferenza unificata. Così si arriverebbe all’autunno, ad Ottobre seguendo un’iter lungo e tortuoso, magari con opposizioni ed emendamenti, ma pure approvazioni dove si potrebbe portare la manovra ancora più al rialzo, fino a 40 o 61 V/m (ma in questo caso Giorgetti e la Lega sarebbero contrari e pronti a far saltare il banco), oppure bocciarla in blocco (molti sindaci si dichiarano intenzionati a farlo, fino al 2020 erano più di 600 i Comuni d’Italia Stop5G) chiedendo a Giorgia Meloni di restare a 6 V/m. Ma anche in questo caso o nell’ipotesi in cui uno solo o tutti questi soggetti si dovessero dire contrari all’innalzamento dei limiti, oggi rumors da Palazzo Chigi lasciano trapelare che “senza intesa, però, il limite verrà innalzato automaticamente a 24 V/m”. D’imperio.

4) Sempre nel prossimo inverno, per disciplinare amministrativamente il tutto, potrebbe poi arrivare il DPCM, cioé il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha forza di regolamento subordinato alla legge: esattamente come fatto nel 2012 da Mario Monti per aumentare implicitamente l’elettrosmog nella furbesca rilevazione delle 24 ore e non più nel picco dei 6 minuti (tempo biologico necessario alle cellule per dissipare il calore prodotto dal campo elettromagnetico), anche Giorgia Meloni a ridosso del Capodanno 2023 col DPCM andrebbe a normare amministrativamente i nuovi limiti di legge: da 6 fino a 24, 30, 40 o 61 V/m? IL DPCM arriverebbe alla fine dell’anno e non subito perché è un provvedimento definitorio, stabilisce i dettagli in un range di legge (quindi la conversione del DL ‘Asset e investimenti‘).

Infine, doveroso sottolineare come il limite sicuro per l’umanità è di 0,6 V/m, proposto per la prima volta nel 2000 dalla “Risoluzione di Salisburgo, mentre nel 2011 il Consiglio d’Europa ha concluso all’unanimità con la Risoluzione 1815 che il limite da adottare nell’immediato è di 0,6 V/m per poi puntare sul lungo termine alla riduzione delle radiazioni fino alla soglia di 0,2 V/m.

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