Le compagnie telefoniche sono in profonda crisi. Il giro d’affari delle Telco italiane è infatti diminuito di oltre 14 miliardi tra il 2010 e il 2021, con la rete mobile in affanno (-5,0%) rispetto alla fissa (-2,5%), come dimostra un rapporto dell’area studi di Mediobanca. Impietosi anche i dati di Asstel, il ramo delle telecomunicazioni di Confindustria: nell’indagine annuale emerge che già nel 2021 i ricavi delle Tlc italiane sono diminuiti dello 0,6% a 27,9 miliardi di euro, rispetto a investimenti in conto capitale, a 1,1 miliardi di euro, il valore più basso di sempre. Non solo, Asstel, inoltre, rileva che per il 2022 oltre al già avvenuto pagamento della restante parte delle frequenze 5G si prevedono aumenti del costo del debito e di altre voci del conto economico, tra cui quello energetico. Come riportato anche in una puntata de IL TECNORIBELLE, pillole tecnoscettiche a cura del giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci, per saldare il 73% contrattualizzato con lo Stato e nella legge di bilancio 2018 per l’acquisto all’asta dei primi tre lotti di radiofrequenze del 5G, Tim, Vodafone, WindTre e Iliad hanno fatto di tutto per ammorbidire la rata da 4,8 dei 6,55 miliardi di euro fissata al 30 Settembre 2022: “gli operatori – prima del saldo scriveva Il Sole 24 Ore – incrociano le dita nella speranza che possa arrivare una rimodulazione di quello che altrimenti sarebbe un salasso.” Dita incrociate inutilmente, perché il salasso a bocca storta è stato saldato e alla sola TIM costato 1,7 miliardi, rovinosamente capitalizzati nell’indebitamento finanziario netto after lease pari a 20,1 miliardi di euro:
CRISI DIGITALE – Sta venendo giù tutto? Conti in rosso, fallimenti e licenziamenti: l’agonia di Meta, Twitter, Amazon, 5G e bitcoin – IL TECNORIBELLE
Il sito Agenda Digitale scrive poi che “l’industria delle telecomunicazioni non se la passa bene” e riporta che “nel 2021 la differenza tra margine lordo e investimenti ha registrato appena 1,1 miliardi di lire (in discesa dagli 11 miliardi di dieci anni fa) ed è presumibile che nel corso del 2022 il cash flow del settore in Italia sia stato negativo (complice l’impennata del prezzo dell’energia e l’ultima rata delle esose licenze 5G).“. Invece il sito Industria italiana riporta che “gli operatori Tlc stanno affrontando un periodo complicato: nonostante investimenti miliardari, i ricavi sono in calo. L’approccio tradizionale oggi non funziona più”, aggiungendo come “gli operatori vivono ormai da lungo tempo una condizione di difficoltà. Ogni anno fanno investimenti in termini di miliardi, ma i loro ricavi continuano a calare“.
Per fermare l’avanzata della transizione digitale e costringere le compagnie telefoniche a rivedere i loro progetti, infine monta la protesta: “Boicotta il 5G”, dall’Australia è partita la campagna di sensibilizzazione sociale che invita gli utenti/consumatori a non comparare prodotti di ultima generazione.