“Stiamo cambiando il modo di fare politica, basta deleghe al buio. La campagna elettorale impone a tutti gli schieramenti la massima trasparenza. Entrati in parlamento depositeremo un disegno di legge sui conflitti di interessi: gli elettori devono sapere quanti e quali partiti sono direttamente riconducibili a lobby, logge massoniche o gruppi mafiosi. I fondatori di VITA hanno pubblicamente firmato una dichiarazione di estraneità da cartelli occulti e criminali, adesso lo facciano anche gli altri. Che il voto sia quindi un atto responsabile e consapevole.”. Con queste parole Sara Cunial lancia un appello alle forze politiche in lizza per le elezioni del 25 Settembre 2022, diffondendo il testo dell’accordo firmato tra i fondatori della lista unitaria del dissenso VITA, in cui si dichiara di non appartenere a logge massoniche e gruppi mafiosi, impegnandosi “moralmente a non commettere illeciti, né a scendere a compromessi o accettare premi di favore, pena l’espulsione dal movimento” e le dimissioni da parlamentare: “nessuna deroga è consentita”, conclude la dichiarazione d’intenti firmata da Sara Cunial, Davide Barillari, Maurizio Martucci, Edoardo Polacco, Paolo Sensini e Luca Teodori, ovvero tutti i fondatori di VITA che sabato 17 Settembre si ritroveranno a Torino in Piazza Castello per una nuova manifestazione nazionale.

VITA, Sara Cunial: “non apparteniamo a logge massoniche, non scendiamo a compromessi” – VIDEO, FOTO
Infine, domani 14 Settembre è prevista in Corte Costituzionale la prima udienza del ricorso presentato da Sara Cunial alla quale, come scelta di disobbedienza civile sprovvista di Green Pass, nel Gennaio scorso è stato impedito il voto dell’elezione del Presidente della Repubblica. “Prima di tutto come cittadina e poi come parlamentare ho presentato ricorso per chiedere l’annullamento della rielezione di Sergio Mattarella – conclude la Cunial – contro le illegittime e gravissime discriminazioni nei confronti di un parlamentare eletto dal popolo al quale è stato negato il legittimo voto perché sprovvista di Green Pass, presenterò ulteriore denuncia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.”
