Ucraina, identità digitale di guerra: criptovalute a militari e sfollati (niente ai de-digitalizzati) – IL TECNORIBELLE

17^ e nuova puntata de Il Tecnoribelle, pillole tecnoscettiche del giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci in esclusiva su Playmastermovie e in collaborazione con OASI SANA. Regia del film-maker Alessandro Amori, parte tecnica Ciro Mauriello.

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Da una guerra all’altra. Dalla battaglia contro il Covid19 alla gestione delle operazioni militari contro la Russia: il passo è stato breve,conservato però tutto lo Stato nello Smartphone, compresi denaro, assistenza sociale, diritti e libertà, h24 algoritmicamente vigilati. Si chiama Diia, tradotto ‘azione’. E’ la SuperApp, o meglio l’Identità digitale nel 2020 lanciata in Ucraina dal 31enne ex manager in start-up di marketing digitale e attuale ministro della trasformazione digitale Mykhailo Fedorov che, dall’attacco russo dello scorso 24 Febbraio,l’ha prontamente riconvertita in strumento digitale in tempo di guerra, proprio come Mario Draghi, finito lo stato d’emergenza sanitaria, non intende abbandonare l’impalcatura del Panopticon Green Pass. Loro [i russi] non si sono accorti che ….” secondo il Times ha dichiarato Fedorov – “i governi devono diventare sempre più simili alle aziende tecnologiche, piuttosto che essere rigidi come un carro armato, come una macchina da guerra“.

Utilizzata da 14 su 42 milioni di cittadini ucraini, un po’ come pretende l’IDPay annunciata in Italia dal ministro Vittorio Colao, Diia racchiude tutti i servizi pubblici dello Stato digitale, cioè 50 tra codice fiscale, carta d’identità, passaporto biometrico con impronta digitale, tessera dello studente, patente di guida, carta di circolazione, polizza assicurativa, documenti fiscali, rimborsi sanitari, prestazioni sociali, certificati di nascita e di avvenuta inoculazione da siero anti-virus. Ma pure firme digitali, registrazione delle imprese e servizi speciali per gli sfollati interni che, sotto bombe, missili e droni killer, per l’assistenza mensile possono presentare domanda elettronica. Non solo, perché esattamente come da Settembre con l’IDPay l’italiano buon cittadini 2.0 comincerà a ricevere bonus e voucher per sostituire gradualmente contante e moneta cartacea, col programma ePidtrymka il governo ucraino paga più o meno l’equivalente di 18 euro agli over 60 vaccinati con richiamo, 221 euro ai cittadini nelle aree più colpite dal conflitto russo-ucraino, elargendo ai vaccinati di età pari o superiore a 14 anni circa 35 euro da spendere in medicinali, sport, teatri e libri. “Il vero scopo dietro la spinta storica e senza precedenti per vaccinare i più piccolisostiene The Defender dell’ONG di Robert Francis Kennedy Jr. – è piegare l’attuale generazione di bambini nel fiorente sistema di identità digitale globale“. E così, puntuale da Kiev è arrivata la rivendicazione di Stato. Siamo “un leader mondiale nel numero di servizi online disponibili per i genitori di neonati“, si gongola l’esecutivo ucraino, con una sola applicazione forniti nove servizi online usufruibili dai genitori già 20 minuti dopo la nascita del bambino, neo-vita in digitale dalla culla alla tomba.

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Però secondo Fabio Vighi, professore di teoria critica all’Università di Cardiff in Galles, “l’obiettivo generale è quello di offuscare la vera questione in gioco, che consiste nel tirare montagne di denaro a buon mercato nell’economia dipendente dal debito. Indagando la questione, ci si accorge che nel dicembre 2021, l’Ucraina ha infatti ricevuto un prestito di 150 milioni di dollari dalla Banca Mondiale per “accelerare le vaccinazioni contro il Covid19.” Di questi fondi, almeno 30 milioni di dollari sarebbero stati utilizzati per la tecnologia dell’informazione, comunicazioni e sensibilizzazione del pubblico, incluso lo sviluppo della SuperApp Diia convertita in strumento di guerra. Tanto che la nota rivista Wired definisce il ministero digitale Fedorov una “formidabile macchina da guerra” che alla velocità del 5G con Diia riesce ad inviare denaro al suo esercito, anche tramite criptovaluta, con tanto di immagini e video dei movimenti delle nemiche truppe russe. Di Fedorov esiste poi una pagina sul sito istituzionale del Forum Economico Mondiale in cui si spiega che “il suo progetto dello ‘stato in uno Smartphone’, mira entro il 2024 ad avere il 100% di tutti i servizi governativi disponibili online”. Maggioranza ultra-bulgara che però presto potrebbe diventare universale, se tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare l’obiettivo 16.9, si trova l’‘Identità legale digitale per tutti, nessuno escluso compresi i neonati da realizzare entro il 2030. Per questo proprio l’ONU, ha istituito la Task Force dell’Agenda sull’identità legale delle Nazioni Unite, organizzando lo scorso anno la tavola rotonda Futuro della tecnologia e della governance istituzionale nell’identità Management  mentre nel piano quinquennale 2019-2024 dell’Unione europea si trova identità digitale per tutti gli europeiInsomma da Zelens’kyj a Colao, da Draghi a Fedorov passando per Davos, New York e Bruxelles, strategia e obiettivi comuni al nuovo ordine sono chiari: la tecno-gabbia è in arrivo per tutti, altro che ultime news bombardate dal mainstream coi filmati dei videogiochi al posto della guerra!

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