5G e Regolamento antenne, Marino (ex Sindaco di Roma): “la Raggi non lo applica per favorire le aziende?” Sabato 21 (ore 16) se ne parla all’UPM

La mancata applicazione di un Regolamento Comunale e l’assenza di un Piano per le Antenne torna a far discutere a Roma Capitale, col 5G che avanza persino col Wi-Fi dallo spazio. Già gli attivisti capitolini contro l’elettrosmog erano tornati sull’incresciosa vicenda, denunciando come la discarica elettromagnetica d’Europa (oltre 5.000 antenne selvagge in una città deregolamentata) sia ormai la cartina di tornasole per un territorio inselvatichito da una mare di radiofrequenze dislocate senza controllo. Adesso tocca all’ex Sindaco Ignazio Marino (governò la città eterna dal 2013 al 2015), con la sua Giunta PD artefice di un Regolamento per le Stazioni Radio Base rimasto però lettera morta. Ecco cosa scrive sul suo profilo Facebook il chirurgo ex primo cittadino.

Infine Sabato 21 Settembre 2019, a Roma (spazio UPM, Un Punto Macrobiotico) è previsto il primo incontro Stop 5G romano: dalle ore 16 in Viale del Pinturicchio 214, interno 5 (zona Flaminia) si alterneranno gli interventi di Maurizio Martucci (portavoce nazionale Alleanza Italiana Stop 5G), Annalisa Buccieri (Stop 5G Lazio) e Stefano Gallozzi (Comitato Tutela Ambiente Monte Porzio Catone Onlus).   

“Durante il mio ultimo viaggio in Italia, all’inizio dell’estate, entrando a Roma ho rivisto la distesa di antenne e ho ripensato all’orgoglio che provai, non solo da sindaco ma anche da medico, quando approvammo, nel 2015, la delibera per regolamentare la distribuzione delle antenne nella Capitale al fine di ridurre i pericoli per la salute dei cittadini esposti alle onde elettromagnetiche.

Così oggi sono andato a cercare che fine avesse fatto quella delibera che nei fatti è come una legge. Non è stato fatto nulla nonostante che persino la Magistratura (TAR) abbia sottolineato l’importanza del provvedimento. Si tratta di un provvedimento che non costa nulla al Comune di Roma. Chi lo governa dovrebbe solo applicarlo e farlo applicare alle Aziende. Ma, ovviamente, alle Aziende non interessa applicarlo, e questo si comprende perché costa denaro: dunque, nasce un interrogativo. Chi siede in Giunta e in Consiglio Comunale della Capitale d’Italia, maggioranza e opposizione, non ne chiede l’applicazione perché per qualche motivo non vuole disturbare le Aziende, oppure perché non ha a cuore la salute dei cittadini, o semplicemente perché non ha mai studiato e quindi non sa neanche che la norma esiste? Sarebbe interessante conoscere quale delle tre è la risposta giusta.”

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