
Tutto il mondo è paese! Così come l’Italia ha venduto all’asta le frequenze del 5G senza alcuna valutazione preliminare sanitaria prevista per legge dal 1978, lo stesso è successo in Spagna. Con la differenza che a denunciarne l’imperdonabile e grave mancanza non sono solo gli attivisti Stop 5G iberici ma un documento di 17 pagine redatto da un organo costituzionale come Il Difensore del Popolo, mediatore delle Cortes Generales responsabile della difesa dei diritti fondamentali e delle libertà pubbliche dei cittadini attraverso la supervisione dell’attività delle pubbliche amministrazioni. Si tratta di un organo che deriva dalla figura svedese del Mediatore (commissario o rappresentante) e responsabile di garantire il rispetto dei diritti. Ebbene, il Difensore del Popolo spagnolo ha certificato come il 5G non è stata oggetto di valutazione ambientale preventiva e non ha senso il rifiuto a farla da parte del Ministero dell’Economia e dell’Impresa che, attraverso la sua Segreteria di Stato per l’Avanzamento Digitale, ha ignorato diversi articoli della Legge 21/2013, di Valutazione Ambientale, avendo omesso di sottoporre la bozza del Piano 5G e le bozze dei progetti pilota 5G al corrispondente organo ambientale, considerato che il 5G si serve di una banda di frequenze per le quali neppure sono stati fissati i limiti di sicurezza d’esposizione, il che è totalmente all’opposto del Principio di precauzione.
Ecco quanto comunica in una nota l’Associazione spagnola di malati elettrosensibili di Valladolid (si definiscono malati a causa delle antenne di telecomunicazioni).

L’attuazione della tecnologia 5G in Spagna, come riconosciuto dal Mediatore, non è stata oggetto di una precedente valutazione ambientale da parte delle autorità. Una precedente valutazione ambientale del piano e dei progetti pilota risultanti dal piano non è stata ufficialmente effettuata. Né il rifiuto del Ministero dell’Economia e delle Imprese di farlo non è stato giustificato. Ciò nonostante il numero di associazioni che lo richiedono durante il processo di informazione pubblica del piano 5G. In questo senso, il Mediatore sottolinea che il Ministero, attraverso il suo Segretario di Stato per l’avanzamento digitale, ha ignorato vari articoli della legge 21/2013 sulla valutazione ambientale, evitando di consultare il progetto di piano 5G e le bozze del 5G progetti pilota per l’organismo ambientale competente. Inoltre, come riconosce il Mediatore, nei progetti pilota in corso sarà utilizzata una banda di frequenza per la quale non sono ancora stati fissati limiti di esposizione sicura, il che è del tutto contrario al principio di precauzione. Esorta pertanto la commissione sulle frequenze radio e la salute, che è stata in vigore per più di cinque anni nella legge generale sulle telecomunicazioni.

Il Piano Nazionale 5G, sulla base del quale questa tecnologia è in fase di attuazione in Spagna, è stato pubblicato nel dicembre 2017 sul sito web del precedente Ministero dell’Energia, del Turismo e dell’Agenda Digitale, poi chiamato Segretario di Stato per la Società dell’Informazione e Agenda digitale. Non è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dello Stato, probabilmente per non facilitare la sua contestazione nelle Corti.
Sebbene la Direzione generale per le telecomunicazioni del Segretariato di Stato per l’avanzamento digitale (Ministero dell’Economia e delle Imprese) ritenga che il piano 5G non sia uno standard o un documento vincolante che ha effetti contro terzi, la verità è che in pratica si comporta come se fosse entrambi. La prova è che una serie di norme e atti sono stati approvati sotto di esso
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La Mediatrice ritiene che il piano nazionale 5G non abbia tenuto conto degli aspetti ambientali del piano e non li abbia valutati nemmeno allo scopo di giustificare che non era necessaria una valutazione regolamentata della legge 21/2013. , del 9 dicembre, Valutazione ambientale.
Il Mediatore ha rivolto il Segretariato di Stato per l’avanzamento digitale del Ministero dell’Economia e delle Imprese ricordando l’obbligo giuridico di “Soggetti a piani e progetti di telecomunicazione per la valutazione e la valutazione strategica dell’ambiente impatto ambientale, rispettivamente, quando soddisfano i requisiti stabiliti dalla legge 21/2013, sulla valutazione ambientale“.
Ha inoltre ribadito la sua proposta di elaborare il progetto di regolamento da parte della Commissione interministeriale per le frequenze radio e la salute, per essere sviluppato congiuntamente con il Ministero della Sanità, degli affari dei consumatori e del benessere sociale e approvato dal Consiglio per Ministri.
Una volta costituita, essa ha chiesto una consultazione di tale Commissione su come procedere per quanto riguarda l’applicazione del principio di precauzione nello sviluppo di progetti che prevedono l’uso della banda da 26 GHz, a condizione che i limiti di sicurezza delle esposizioni non siano determinati. emissioni radio richieste per questa frequenza.
Infine, ha chiesto al Segretariato di Stato di riferire sulle misure adottate per valutare i possibili effetti sulla salute che potrebbero derivare dai progetti pilota 5G in Andalusia e Galizia, se queste Comunità fossero state consultate su questi progetti e se ne sono stati assegnati di nuovi o saranno assegnati durante la portata temporanea del Piano Nazionale 5G.
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