Smart City a 5G, spuntano ovunque lampioni LED (un altro pericolo per la salute)

di Maurizio Martucci

Per decine e decine di chilometri. Una o persino più di una ogni manciata di metri, è già attiva in molte zone d’Italia. La chiamano infrastruttura d’avanguardia ‘per rendere le città più vivibili’: i nuovi lampioni smart a luce LED nell’Era Elettromagnetica del 5G, per le Digital City sono Smart Lighting, un valore aggiunto sui bisogni consumeristici dei cittadini. Non più i vecchi lampioni della luce di una volta, quelli tradizionali con lampade alogene, accusati di sprecare troppa energia, ma ‘sistemi di telecontrollo dell’illuminazione pubblica e monitoraggio digitale’ a LED pensati per la sensoristica, videosorveglianza, controllo e monitoraggio del traffico locale e soprattutto per supportare mini-antenne Wi-Fi, tecnologia powerline da microonde millimetriche del 5G con l’aiuto della fibra ottica: passando il segnale sotto ogni lampione, saranno trasformati in amplificatori wireless per connettere anche le auto guidate senza conducente.

S’attiveranno appena entrerà a regime il 5G, previsto sul 98% del territorio nazionale e persino dallo spazio, visto che dopo L’Aquila anche Roma (terza città in tutta Europa) ha appena firmato un memorandum spaziale per irradiare il 5G con satelliti in orbita! Non è finita. Enel X annuncia l’installazione in 3.300 città di 1 milione e 800 mila nuovi lampioni a LED-wireless, intanto Acea (suo il progetto ‘Luce 4.0’, 20 milioni di Euro l’investimento fino al 2019) solo l’estate scorsa ne ha montati 200.000 nella Capitale, senza però porsi ne rispondere ad una semplice domanda. Indipendentemente dall’elettrosmog irraggiato dai pali con antennina 5G, le luci intelligenti a LED sono sicure per la salute umana?

Un lancio dell’Adnkronos riporta come “La luce blu, la radiazione luminosa ad elevata energia, è ‘nemica’ degli occhi, in particolare della retina. Per questo un’esposizione continua alle fonti artificiali di questa luce – i led oppure iPad e smartphone, che tra l’altro si utilizzano a distanze ravvicinate – può essere particolarmente dannosa. Lo conferma Lucio Buratto, direttore del Centro ambrosiano oftalmico di Milano, commentando la decisione dell’Agenzia nazionale francese di sicurezza sanitaria, dell’alimentazione dell’ambiente e del lavoro (Anses) di avviare uno studio di approfondimento sui rischi delle luci a led per realizzare un nuovo rapporto e nuove raccomandazioni”.

D’oltre oceano risponde l’American Medical Association (AMA): “la luce è composta da luce di diversi colori (rosso, blu e verde) e alcuni lampioni a LED hanno una porzione relativamente alta di luce blu, che può disturbare i ritmi circadiani delle persone. L’AMA raccomanda che l’illuminazione esterna di notte, in particolare l’illuminazione stradale, non abbia una temperatura superiore a 3000 Kelvin (K). La temperatura del calore (CT) è una misura del contenuto spettrale della luce proveniente da una fonte; quanto blu, verde, giallo e rosso c’è in esso. Una classificazione TC più alta in genere significa maggiore contenuto blu, e più bianca appare la luce. Un LED bianco a CT 4000K o 5000K contiene un alto livello di luce blu a lunghezza d’onda corta; questa è stata la scelta per un certo numero di città che hanno recentemente ristrutturato la loro illuminazione stradale come Seattle e New York.” Insomma, secondo i medici statunitensi, tre sarebbero i principali problemi per l’umanità derivabili dai nuovi lampioni LED: disagio, abbagliamento e il forte impatto sulla ritmicità circadiana (cioè il circolo dello stato di veglia e sonno).

In collaborazione con l’israeliana Università di Haifa, in Italia uno studio sulla luce LED è stato condotto dall’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso di Thiene (Vicenza): il rapporto finale è sul Journal of Environmental Management e afferma che “l’inquinamento luminoso è uno dei tipi di degrado ambientale in più rapido aumento. I suoi livelli sono cresciuti esponenzialmente sui livelli di illuminazione notturna naturale forniti dalla luce stellare e dalla luce della luna. Abbiamo eseguito l’analisi degli spettri di tipi comuni di lampade per uso esterno, compresi i nuovi LED. Abbiamo valutato le loro emissioni rispetto alle funzioni di risposta spettrale dei fotorecettori degli occhi umani, nel fotopico, nel scotopico e nelle bande di soppressione della melatonina ‘meltopica’. Abbiamo scoperto che la quantità di inquinamento dipende fortemente dalle caratteristiche spettrali delle lampade, con le lampade più ecocompatibili che sono il sodio a bassa pressione, seguite dal sodio ad alta pressione. La maggior parte degli inquinanti sono le lampade con una forte emissione blu, come Metal Halide e LED bianchi. La migrazione dalle lampade di sodio ormai ampiamente utilizzate alle lampade bianche (MH e LED) produrrebbe un aumento dell’inquinamento nelle bande di soppressione scotopica e melatonina di oltre cinque volte i livelli attuali, supponendo lo stesso flusso fotopico installato.” In pratica, stando ai nostri ricercatori, i nuovi lampioni a luce LED influirebbero sull’organismo nella capacità di produzione della melatonina che, soppressa fino a cinque volte nei livelli regolari per colpa dell’artificiosa luce bianca (in realtà nella regione blu dello spettro), causerebbe disturbi e stati di malessere sulla popolazione esposta.

E se in alcune regioni esistono leggi per ridurre l’impatto di inquinamento luminoso disciplinano la materia, non esiste però una norma che regoli lo spettro emesso dalle lampade: in questo vulnus sarebbe il vero problema! Ed ecco perché il parare dell’esperto è drastico: dall’istituto vicentino Fabio Falchi sostiene infatti che se amministrazioni comunali ed enti pubblici continueranno ad ignorare gli allarmi lanciati da medici e ricercatori installando ovunque nuovi lampioni a fonti LED, uno ogni poche decine di metri, ben presto “entreremo in un periodo di elevati effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente legati all’illuminazione notturna. I produttori di lampade non possono sostenere di non conoscere le conseguenze dell’illuminazione artificiale di notte.” E tutto questo senza contare i rischi derivabili dalle mini-antennine 5G previste (in aggiunta) sopra gli Smart lampioni a LED, che inevitabilmente ai pericoli della luce artificiale sommerebbero anche quelli per gli effetti biologici derivabili dalle temute radiofrequenze a microonde millimetriche del wireless di quinta generazione (possibili agenti cancerogeni)! Intanto in Inghilterra, sull’onda della protesta dei movimenti Stop 5G, è nato un vero e proprio fronte di battaglia contrario all’uso pubblico delle luci LED mentre in America, nella città di Davis (California), gli abitanti si sono mobilitati chiedendo al municipio di sostituire tutti i nuovi lampioni LED. Altro che Smart City e tecnologie intelligenti a misura d’uomo ….

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