L’Aquila Stop5G, “il Wi-Fi dallo spazio è un crimine contro l’umanità”. Candidati Governatore d’Abruzzo, che ne dite?

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di Maurizio Martucci

Dopo Prato, l’alleanza italiana Stop5G entra nel cuore de L’Aquila. Frutto della campagna di crowdfunding sostenuta dai cittadini, da oggi, e per 15 giorni, maxi affissioni precauzionali sono installate a ridosso del centro municipale e tra le (innevate) fazioni di Coppito e Pagliare di Sassa: qui, appoggiati da alcuni consiglieri comunali, oltre 1.500 cittadini aquilani hanno firmato una petizione contro l’installazione dell’ennesima antenna di telefonia mobile. La protesta è finita sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, ma pure sui balconi dei palazzi, striscioni rossi con scritta bianca: “antenne e 5G sono cancerogeni, noi vogliamo vivere!” Il pericolo invisibile serpeggia nel capoluogo d’Abruzzo, capitale europea del colosso multinazionale cinese del 5G che, nella città sperimentale, dal Tecnopolo d’Abruzzo investe centinaia di milioni di euro in tecnologie d’avanguardia. Roba senza precedenti nella storia dell’umanità.

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Ma L’Aquila sarà pure irradiata dal Wi-Fi dallo spazio”, è scritto nel cartellone pubblicitario affisso dall’alleanza Stop5G che si interroga sui temuti risvolti del ‘Memorandum of Internet’ appena siglato tra Comune, Regione, Università aquilana e Agenzia Spaziale Europea “finalizzato all’attivazione della cooperazione per lo sviluppo della componente satellitare nel contesto dei sistemi 5G”.

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Come sottolineato nell’appello internazionale ‘Stop 5G dalla terra e dallo spazio’ lanciato ad ONU e Organizzazione Mondiale della Sanità da autorevoli ricercatori, medici e scienziati, l’irradiazione del wireless dallo spazio non risparmierà alcuna zona del pianeta dalle possibili cancerogene radiofrequenze trasmesse senza sosta per 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno. E gli aquilani, preoccupati sottolineano sui social e nei gruppi di controinformazione, si interrogano sulle conseguenze a medio-lungo termine di quest’invasione ubiquitaria elettromagnetica per ecosistema e popolazione. Non solo. Qualcuno azzarda pure lo stato d’accusa più drastico, la violazione del Codice di Norimberga, stilato all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale proprio per scongiurare scempiaggini contrari alla volontà dell’uomo. Privo di studi preliminari sul rischio sanitario, ci si chiede infatti se il Wi-Fi dallo spazio (oltretutto, L’Aquila è la prima città italiana ad averlo programmato!) non possa persino rappresentare una vera e propria sperimentazione non autorizzata sugli esseri umani in vita.

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Almeno cinque compagnie è scritto nell’allarma lanciato dagli scienziati, tra cui il noto oncologo svedese Hardell e il biochimico americano Martin Pallstanno proponendo di fornire il 5G attraverso il Wi-Fi dallo spazio da un totale di 20.000 satelliti in orbita che copriranno la Terra con fasci potenti, focalizzati e orientabili. Ogni satellite emetterà onde millimetriche con una potenza effettiva irradiata di fino a 5 milioni di watt da migliaia di antenne disposte in un array a fasi. Sebbene l’energia che raggiunge il suolo dai satelliti sarà inferiore a quella delle antenne a terra, irradierà le aree della Terra non raggiunte da altri trasmettitori e sarà aggiuntiva alle trasmissioni 5G a terra da miliardi di oggetti dell’Internet delle cose. Ancora più importante, i satelliti saranno localizzati nella magnetosfera terrestre, che esercita un’influenza significativa sulle proprietà elettriche dell’atmosfera. L’alterazione dell’ambiente elettromagnetico della Terra può essere una minaccia alla vita ancora più grande della radiazione delle antenne a terra.”

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Dell’inquietante retroscena non ne parla la stampa locale, tantomeno i candidati alla carica di Governatore della Regione d’Abruzzo (si vota il 10 Febbraio 2019), impegnati in campagna elettorale ma, a quanto ci risulta, assolutamente incuranti (o ignari) dei possibili effetti biologici dell’infrastruttura tecnologica dell’Internet delle cose.

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Vagliate infatti le dichiarazioni e i programmi dei candidati alla presidenza regionale, in tema 5G non risultano riferimenti ispirati al principio di precauzione, né alla lotta contro l’inquinamento elettromagnetico, né risvolti su sanità pubblica e wireless di quinta generazione che, oggi come non mai, cominciano ad interessare invece ai cittadini. E molti si danno appuntamento a Vicovaro per Sabato 2 Marzo 2019: a metà strada tra L’Aquila e Roma, la sede del 1° meeting nazionale Stop 5G ‘emergenza politica di precauzione’ sarà il luogo per accrescere consapevolezza e conoscenza tra i residenti delle due più vicine città sperimentali 5G d’Italia. Roma e L’Aquila non sono mai state così vicine.

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