“Vietato aumentare l’elettrosmog!” Ordinanza del Sindaco di Lavagna (Genova) per tutelare la salute dei cittadini: “Governo? scelta opportunistica”

Il Sindaco di un municipio da 12.000 abitanti dell’area metropolitana di Genova ordina “su tutto il territorio del Comune di Lavagna qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici ad oggi vigenti pari a 6 V/m e che nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica potrà giustificare un aumento di tale limite con rischio alla salute per la popolazione“. Pubblicata oggi nell’albo pretorio a firma di Gian Alberto Mangiante, primo cittadino di Lavagna, l’ordinanza contigibile e urgente emanata secondo l’art. 50 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) ha lo scopo di tutelare la “salute pubblica in materia di limiti ai campi elettromagnetici“, in vista dell’entrata in vigore della legge nazionale varata dal Parlamento e voluta dal Governo Meloni che dal 30 Aprile 2024 innalzerà in tutta Italia il limite soglia d’inquinamento elettromagnetico nella media giornaliera dei 15 V/m (pericolosissimi picchi diurni fino a 61 V/m come denunciano i medici di ISDE Italia e IppocrateOrg) al solo scopo di favorire la lobby del 5G, considerato che – come si legge nel testo dell’ordinanza sindacale – “un innalzamento dell’attuale limite dei 6 V/m, in ottica di ragionevolezza, prudenzialità e sostenibilità dovrebbe essere necessariamente determinato, sempre e soltanto, in base a robuste scelte ed evidenze di tipo medico-scientifiche, e non già mai in base a scelte politico-economiche, tecnologiche (per esempio 5G) o comunque altrimenti “opportunistiche“, in funzione cioè di interessi diversi da quello primario della tutela della salute dei cittadini“.

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Al punto 5 dell’art. 50 il TUEL infatti si prevede che in “caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale“. Mangiante, Sindaco di Lavagna, ha quindi giudicato il 5G nell’innalzamento d’elettrosmog come una vera e propria emergenza sanitaria, una minaccia per la vita dei suoi concittadini e con l’ordinanza intende tutelarli nel vulnus creato dal Governo, facendo lui da legislatore in loco, noto come il Ministero della Salute non abbia prodotto un parere sanitario sull’asserita e mai dimostrata non nocività e sicurezza sanitaria sul wireless di quinta generazione. Da qui la motivazione dell’ordinanza, integralmente ripresa da OASI SANA, nella quale si legge infatti come “la ricerca sugli effetti biologici delle frequenze “5G”, in particolare sulle onde millimetriche, non è ancora stata ultimata e non ci sono quindi studi epidemiologici completi e visto che un innalzamento dei limiti di emissione elettromagnetica-in assenza di comprovate e documentate evidenze medico-scientifiche, che ne dimostrino appieno la assoluta e palese innocuità – potrebbe comportare effetti biologici dannosi, ingiustificabili e inaccettabili in contrasto con l’esigenza e necessità di tutelare la salute pubblica“, il sindaco vieta sul suo territorio l’overdose elettromagnetica, anche per tutelare i turisti a fonti addizionali di inquinamento elettromagnetico (innalzamento livello espositivo)“.

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Trascorsi inutilmente 116 dei 120 giorni previsti per legge per l’audizione dei sindaci dei Comuni e dei Governatori delle Regioni nella Conferenza Unificata, non convocata dal Governo Meloni esattamente come inespresso e non pervenuto ad oggi risulta pure il Comitato interministeriale per la riduzione dall’inquinamento elettromagnetico (tavoli di confronto coi territori e parei tecnici invero previsti dalla Legge Quadro 36/2001), in assenza di un tavolo di confronto solo nelle ultime ore si contano già decine di Comuni in cui i consigli comunali hanno approvato delibere di netta contrarietà all’aumento d’elettrosmog, atti ufficiali che vanno a sommarsi agli atti di indirizzo politico già adottati dalle regioni. Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige, Liguria e Molise le regioni più attive nell’opposizione all tsunami invisibile. “Solo i Presidenti di Regione possono fermare l’aumento sollevando conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, Oggi le Regioni possono legiferare nuovamente in materia, fissando limiti più cautelativi di quelli che saranno fissati dal Governo, ricorrendo le condizioni etico-politiche“, sostiene il CODACONS.

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Nel 2020, prima del bavaglio dei sindaci nel Decreto Semplificazioni, oltre 600 Comuni d’Italia avevano approvato delibere, mozioni, ordini del giorno o i sindaci emanato ordinanze per una moratoria territoriale sui pericoli del 5G. Il problema è quindi la sospensione della democrazia nel mancato ascolto dei cittadini: la transizione digitale è un atto d’imperio calato dall’alto senza alcuna condivisione con la base che, quando dissente, viene prontamente silenziata o inascoltata. Anche perché poi, come sancito dalla sentenza del Tribunale di Venezia – sezione seconda civile – n. 1642 del 28/09/2023: “l’attività svolta dalla compagnia di telefonia è certamente attività di interesse pubblico ma non può qualificarsi servizio pubblico, in quanto come sostenuto da una recente pronuncia della Corte d’Appello Lagunare, tutto il regime di accesso alle telecomunicazioni ha carattere privatistico: i consumatori pagano infatti a società con scopo di lucro, tariffe non calmierate, ma soggette alla concorrenza di mercato.”

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