Sabato 9 Settembre 2023 manifestazione nazionale a Trento contro le smart cities e la società distopica del tecno-controllo digitale. L’evento Arriva la città-prigione intelligente, chi sorveglierà i sorveglianti? è promosso da Uniamoci Trentino, associazione libera e apartitica con oltre 3.000 iscritti, decine le adesioni da tutta Italia da parte di reti, coordinamenti e associazioni. Trento è infatti capofila italiana dei programmi di identità digitale nell’E-Wallet, accusata di essere una replica occidentale del sistema di credito sociale.
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La viglia della manifestazione è animata da un botta e risposta tra Franco Ianeselli, Sindaco di Trento, e i promotori della tecnoprotesta. Ieri il primo cittadino ha tenuto a precisare che “a Trento non ci sarà nessuno Grande Fratello” e che nei progetti Marvel, Precrisis e Protector non ci sarebbero “volti, impianti che ascoltano quello che dicono le persone, nessun complotto“, con FBK ad aggiungere che “non si acquisiscono nè conservano volti, si rilevano oggetti, persone e traiettorie ma i dati restano anonimi e non vengono diffusi”.
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Circostanziata la replica dei manifestanti, nel fine settimana pronti a sfilare nel centro trentino:
“Siamo costretti a chiederci se il sindaco e la Fondazione ignorino, omettano o sottovalutino ingenuamente ciò che prevedono i progetti in questione.
Citiamo ad esempio dal comunicato stampa ufficiale del Comune pubblicato anche da FBK l’8 maggio 2023 (L’intelligenza artificiale a servizio della sicurezza urbana – FBK): (Marvel): “Trento è una delle città pilota in cui è sperimentata la “piattaforma tecnologica distribuita” che sta raccogliendo, attraverso le telecamere del sistema di video-sorveglianza di Trento e microfoni, materiale audio e video utile a segnalare la presenza di potenziali pericoli. […] Le telecamere e i microfoni utilizzati dal progetto MARVEL sono situati in piazza Dante, al parcheggio Zuffo, in piazza Santa Maria Maggiore, in piazza Duomo e in piazza Fiera.” (Protector): “La piattaforma tecnologica di PROTECTOR prevede l’analisi dei dati raccolti dalle videocamere di video-sorveglianza e l’analisi dei social (Twitter e YouTube).”
Nei “Casi d’uso” dichiarati sempre nei documenti reperibili tra le delibere comunali, si sprcifica inoltre che tra gli scopi del progetto Marvel vi è “il monitoraggio di alcune aree al fine di individuare comportamenti criminali o antisociali” e il “verificarsi di eventi come assembramenti, scippi, aggressioni…“.
Quanto all’assicurata anonimizzazione e riservatezza dei dati, leggiamo dall'”Informativa sul trattamento dei dati personali da videosorveglianza utilizzati nell’ambito dei progetti europei Marvel e Protector” pubblicata tra le delibere : “I dati (sorgenti audio e video necessarie per l’allenamento degli algoritmi di intelligenza artificiale) sono comunicati a Fondazione Bruno Kessler […] Possono essere inoltre comunicati ai soggetti pubblici e privati che, in base alle vigenti morme di legge e di regolamento […] sono tenuti a conoscerli o possono conoscerli. […] I dati sono conservati per un periodo di tempo non superiore a sei mesi […] Decorso tale periodo, i dati sono cancellati o anonimizzati.
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Dai documenti ufficiali, si evince dunque che, contrariamente a quanto dichiarato:
– vengono raccolti (o sono stati raccolti) anche dati audio e analizzati social network;
– il controllo non è finalizzato soltanto alla prevenzione di reati (per cui già le forze dell’ordine possono utilizzare telecamere, su mandato della magistratura e nell’ambito di un’indagine) ma anche di discrezionali comportamenti “antisociali” e “assembramenti”;
– i dati possono essere ceduti a terzi e vengono anonimizzati (il che presuppone che non lo siano, alla fonte) soltanto dopo 6 mesi.
E’ evidente che una tale quantità e delicatezza di dati non solo faccia gola a molte imprese private che potrebbero ricavarne vantaggi commerciali, ma siano anche rischiosissimi qualora finissero in mano a malintenzionati o volessero essere utilizzati da amministratori poco democratici per mantenere uno stringente controllo sui cittadini.
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Io preferirei chiamarla “caserma virtuale”, nella quale i cittadini vengono indottrinati (quel tanto che basta) e trasformati in puntuali esecutori di ordini assiomaticamente giusti: soldatini sempre impegnati in qualche guerra, giocoforza obbedienti, pena l’esclusione sociale e dalle fonti di sostentamento. Resta un mistero come ciò possa essere compatibile con l’art. 3 della Costituzione, in cui è scritto che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e…”
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